Riparte la stagione delle nomine di Roberto Ippolito

Riparte la stagione delle nomine La scelta dell'uomo nuovo per la holding He coinvolge anche il futuro Eni Riparte la stagione delle nomine Da Telecom all'Inps cambiano vertici e consigli ROMA. Una poltrona tira l'altra. Se davvero giovedì prossimo 19 novembre l'amministratore delegato dell'Eni Franco Bernabò traslocherà alla Telecom Italia con lo stesso incarico, il governo di Massimo D'Alema avrà un posto in più da assegnare. E che posto! Bernabò lascerebbe una società con conti sbalorditivi: è pari a 5118 miliardi l'utile netto ottenuto lo scorso anno dall'Eni che per il 35% è ancora di proprietà dello Stato. Diventato estraneo alle scelte per la Telecom (da un anno privatizzata quasi per intero), il governo dovrebbe quindi decidere mia nomina eccellente insieme a tante altre in società o enti pubbbei per le quali ha cominciato a muoversi appena insediato: dall'Agensud, l'agenzia per la promozione degli investimenti che sta per nascere, agli enti previdenziali i cui vertici sono in scadenza uno dopo l'altro, cioè Inps, Inpdap e Inail. Anche se Bernabè non ha deciso, la corsa alla successione è già scattata nel giorno in cui le voci sul nuovo uomo forte del colosso Tic hanno monopolizzato l'attenzione della Borsa, alimentando gli scambi su Telecom Italia (in Borsa ha aperto con un più 2,33% per chiudere a quota +0,15%), al centro anche di indiscrezioni (poi smentite) sulla volontà di Pirelli a Sanpaolo di voler, rispettivamente, entrare e crescere nel capitale della società. Sul futuro del vertice Eni si confrontano due scuole di pensiero: c'è chi punta a un manager esterno e chi invoca la promozione di un interno. Nel primo gruppo risulta avvantaggiato Vito Gamberale, ex direttore generale Telecom e creatore della Tim. Gamberale ha buone frequentazioni con i democratici di sinistra, ma avrebbe molti estimatori anche in altre aree: c'è chi gli accredita addirittura l'apprezzamento del capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro e la simpatia del predecessore, Francesco Cossiga (fondatore dell'Udr). Ma senza scomodare il Presidente della Repubblica, ovviamente non coinvolto nelle nomine, Gamberale (che in passato è stato anche dirigente Eni) può vantare di essere una figura più appariscente rispetto ai potenziali candidati interni del gruppo. Fra questi il più quotato appare Vittorio Mincato, presidente Enichem, seguito da Luciano Sgubini, direttore generale Eni, Alfredo Moroni, presidente Agip Petroli, e Angelo Ferrari, presidente Snam. L'incombere della possibile nomina all'Eni fa passare in secondo piano la pur awicente partita per le nomine negli enti previdenziali. In teoria le decisioni dovrebbero essere rapide (il mandato del presidente Inps Gianni Billia scade il 24 novembre). Ma è allo studio una proroga del rinnovo dei vertici di Inps, Inpdap e Inail per consentire la riforma degli enti. Le nomine potrebbero arrivare perciò a fine marzo. In ogni caso hanno già nome e cognome i favoriti. Per il posto di Billia è papabile Paolo Lucchesi, ex segretario Cgil e attualmente presidente del collegio sindacale Inps. Per sostituire Pietro Magno alla presidenza dell'Inail è in lizza Giacinto Militello che è già stato presidente dell'Inps e in precedenza è stato segretario confederale Cgil. Per l'Inpdap, dove c'è ora Mauro Seppia, si guarderebbe a Nino Cristofori che è stato ministro democristiano del Lavoro e oggi è responsabile ceti medi del Partito popolare. Regista dei giochi in campo previdenziale è Antonio Bassobno, ministro del Lavoro. E sempre Bassolino ha sul tavolo la pratica Agensud. Non sembra aver perso chances per la guida del nuovo organismo Patrizio Bianchi, amico dell'ex presidente del Consiglio Romano Prodi e direttore del centro ricerche Nomisma oltre che consigliere comunale per i Democratici di sinistra a Ferrara. Non sarebbe invece mai stato interpellato per l'incarico il vicepresidente della Confindustria Carlo Callieri, nonostante le voci circolate. Oltre alTAgensud, il governo deve indicare il vertice di un altro organismo di prossima istituzione, l'ente pubblico gestore della rete di trasmissione dell'energia elettrica. Si starebbe verificando se è possibile nominare alla presidenza Giuseppe Ammassali, commissario dell'au- thority per l'energia (l'organo di tutela del settore). L'Enel invece deve costituire diverse società al suo interno in base alla riorganizzazione prevista con la liberalizzazione dell'energia elettrica: la scelta spetta a Franco Tato e Chicco Testa, rispettivamente amministratore delegato e presidente del gruppo (a loro volta in scadenza nel giugno 1999). Per quanto riguarda l'ente che si occupa delle energie alternative, l'Enea, il vertice decade per effetto di un'altra riforma. E' prevedibile la conferma a direttore generale (incarico assolto da un anno) di Renato Strada, ex direttore Cispel. Si deve poi scegliere il presidente, funzione retta per ora dal vicepresidente, l'economista Paolo Leon. Mentre guardano con attenzione alle nornine in società ed enti pubblici democratici di sinistra e uomini della Cgil, popolari e Udr, c'è un'altra poltrona chiave per l'intera economia pubblica che attende di conoscere il titolare: è la presidenza della Corte dei conti attribuita a Giuseppe Carbone fino a ottobre. Sarebbe in corsa Andrea Monorchio, ragioniere dello Stato. Roberto Ippolito

Luoghi citati: Ferrara, Roma