Con i pedofili c'era un regista di Vincenzo Tessandori

Con i pedofili c'era un regista Con i pedofili c'era un regista Modena, riprendeva gli orrori al cimitero MODENA DAL NOSTRO INVIATO L'oggetto, chiamiamolo così, delle indagini sui peccati della Bassa, sui vizi perversi di un pugno di pedofili, è un regista. 0 qualcosa del genere. Uno forse con gilè, foulard, borsalino e sigaro. Avrebbe organizzato lui gli incontri con i bambini, anche quelli nel cimitero, e li avrebbe fatti riprendere dalla sua troupe. L'ingaggio consisteva in pochi fogli da centomila, fatti scivolare nelle tasche di quei genitori che usavano i figli come sordidi strumenti. «La mamma mi dava baci schifosi», ha raccontato Paola, che è un nome di fantasia, mentre la bambina non lo è affatto. E pure quei baci spesso avevano un prezzo. C'erano tutti in questi sabba celebrati alla luce tremula delle candele, in mezzo alle lapidi e sotto l'occhio invadente della macchina fotografica o della videocamera. Una ventina, di «estrazione umile», abitanti o originari di Massa Finalese, che è un paese di 5000 abitanti a 35 chilometri da Modena. La gente ora si dice sorpresa, ma neppure troppo, e non troppo indignata per le accuse. C'era uno che chiamano «sindaco» o «sacerdote» perché, proprio quello, il «sacerdote» un'altra bambina ha riferito di averlo «poi visto dire la messa nella chiesa di Massa Finalese». E sempre la piccola ha aggiunto che ai riti un giorno avevano partecipato i genitori, tre zìi, quattro cuginetti, il nonno. «Ci ordinavano di fare l'amore. Fare l'amore significa baciarsi, leccarsi... Io e gli altri bambini dovevamo fare queste cose fra di noi. E ci prendevano il sangue con una siringa e poi con quella ce lo iniettavano, o iniettavano il disinfettante». Insomma, una aberrante e complessa liturgia, bisogna ammetterlo. «C'erano in queste occasioni molte persone, forse venti, vestite da diavolo che facevano una messa. C'era una preghiera in cui si diceva "diavolo nostro" invece di "Padre nostro"». E il celebrante era quel tale che «secondo me, era un prete. Durante queste messe nel cimitero, i grandi ci hanno fatto lanciare in aria dei bambini che poi ricadevano per terra e forse morivano. Erano molto piccoli e io riuscivo a tenerli in braccio e a lanciarli perché erano leggeri». Trovare riscontri e trovare i riscontri ai riscontri. Andrea Claudiani appare ossessionato perché lo sa bene quanto possa diventare pericolosa la fantasia di un bimbo. Per questo dice che «la bussola che mi guida è il dubbio, il tentativo di falsificare qualsiasi prova, e noi cerchiamo e troviamo le prove». E poi ripete, come a se stesso e ai suoi, che «nei confronti dell'accusato non si deve dimenticare la presunzione d'innocenza». E più di tutto sembra pesargli una cosa: «La sofferenza in chi ascolta» certi racconti. Dunque, il dubbio sempre davanti agli occhi. Ma come si fa ad averne quando il medico legale visita sei bimbe e su tutte trova segni inequivocabili di violenza carnale? I piccoli coinvolti nell'indagine finora sono 11,4 maschi e 7 femmine. E portano su di sé danni fisici ormai «molto sedimentati». Perché dai racconti fatti e che appaiono simili, è emerso che i riti satanici non prevedevano soltanto perversi giochi erotici, ma violenze vere e proprie. In altre parole, c'era chi godeva a percuotere e chi a incidere la pelle dei piccoli con la punta di un coltello. Insomma, il peggio del peggio, perché con i pugni e i pugnali si terrorizzavano i bambini «in modo che poi non avessero la minima forza di resistenza», commenta il dottor Ruggero Borzacchiello, capo della squadra mobile di Modena, uno che dice che «un poliziotto pre- ferirebbe aver a che fare con cento rapine piuttosto che con cose di questo genere». E' sposato, ha due figli piccoli, e ora confessa: «Non dico che dopo questi racconti di bimbi spaventati facessi fatica a parlare con i miei figli, ma, insomma...». Eppure è toccato a lui e ai suoi andare nelle case dei presunti colpevoli per l'arresto. «Senza manette, abbiamo ritenuto non ce ne fosse bisogno. Loro? Nessuna reazione, nessuno che si sia protestato innocente, che abbia dato l'impressione di un pentimento, un ripensamento. Niente di niente, una specie di fatalismo indifferente. Tranne il più anziano che, ho letto, avrebbe giurato di non aver fatto nulla. Ma come fa? Come fa a negare quando ci sono gli indizi che ci sono, i riscontri, quando l'accusa è così solida?». C'era stata una prima indagine, più o meno due anni-fa, su altri fatti di pedofilia, conclusa lo scorso aprile, nel giorno di Venerdì Santo, con 6 personaggi al di sotto di ogni sospetto «condannati ad anni complessivi 56 di detenzione». Ma quel verdetto non aveva messo un punto fermo all'inchiesta perché era stata subito forte la sensazione che qualcosa fosse sfuggito. Ora, forse, il sasso è stato sollevato. Vincenzo Tessandori Satanismo e pedofilia. Sono sette le persone arrestate

Persone citate: Andrea Claudiani, Durante, Ruggero Borzacchiello

Luoghi citati: Modena