Il Cavaliere: ma io ho il 30% il capo dcll'Udr l'1% dei voti di Cesare Martinetti

Il Cavaliere: ma io ho il 30% il capo dcll'Udr l'1% dei voti Il Cavaliere: ma io ho il 30% il capo dcll'Udr l'1% dei voti UDINE DAL NOSTRO INVIATO Il «voto elettronico» contro i brogli di cui «quelli della sinistra sono maestri» e che nel '96 hanno «sottratto al centrodestra migliaia di voti». C'è anche questa richiesta nella riforma elettorale che Silvio Berlusconi si aspetta dalla maggioranza. Non «proposte da teatrino» (come quella di ieri del ds Salvi), ma un progetto scritto da parte del ministro Giuliano Amato. I requisiti che il Cavaliere chiede alla riforma sono: consolidare il bipolarismo, dare stabilità al governo, impedire il trasformismo e i brogli. Entro un mese: «Siamo pronti a discutere senza pregiudizi di qualunque proposta rispetti questi criteri». Altrimenti, referendum, come vorrebbe - già da ora - Fini. Berlusconi sbarca a Udine nel pieno di una campagna elettorale avvelenata dalla divisione nel Polo per la corsa a sindaco della città. Da una parte Forza Italia alleata con i popolari; dall'altra Alleanza nazionale insieme ai Ccd. Fini, giovedì sera, è stato pesante: «Sono stati svenduti i valori del centro-destra: a Roma facciamo la battaglia contro i popolari e qui per trasformismo e poltronismo invece s'è fatto un accordo. Elettori di Forza Italia, votate per noi». Berlusconi ha ricordato che non era convinto dell'abbraccio col ppi («Ho resistito a lungo per mantenere l'unità del. Polo»). Poi ha fatto l'elogio dei popolari friulani che hanno «sbarcato» le sinistre come fece De Gasperi cin- quant'anni fa con i comunisti: «Qui c'è l'aria pura che fa bene al cervello». Infine ha minimizzato la spaccatura con Fini: «E' una divisione tattica e c'è già l'intesa per essere uniti al secondo turno». Ma forse non è proprio così: è la natura di Forza Italia del Friuli a spingere verso un'alleanza di centro. Il partito di Berlusconi ha candidato il più noto ortopedico della città, il professor Pietro Commessatti, dietro un abbraccio che ha un sapore antico (lo slogan è «Ricominciamo») come ci ha spiegato Ferruccio Saro, l'ex socialista ora regista azzurro degli accordi dietro le quinte: «In Forza Italia c'è un po' di vecchio psi e un po' di de. In sostanza il pentapartito». Tant'è vero che l'ala del partito sconfitta al congresso di FI e che fa capo a Gabriele Cianci sembra orientata a votare per la candidata di Fini, la signora Mariasanta di Prampero. Quanto all'intesa per l'apparentamento tra Forza Italia, Alleanza Nazionale e ppi sul secondo turno, i popolari negano: «Non se ne parla nemmeno». Si vedrà. Berlusconi, per ora, ha tagliato corto e risposto con un sorriso alle accuse di Fini, Ed ha snobbato Cossiga: «Io sono il leader di un partito che ha il 30 per cento dei voti, perché dovrei preoccuparmi di ciò che fa e dice il leader di un partito che ha l'I per cento?». Le percentuali provengono da suoi sondaggi, non da elezioni. Ma se si votasse, il leader di Forza Italia non avrebbe dubbi: «Vinceremmo noi». In primavera ci saranno le europee e Forza Italia si presenterà «da so¬ la». Il Cavaliere è tuttora contrario al «partito unico» perché «prematuro». Al cinema Puccini il Cavaliere ha dato spettacolo in un comizioshow, girando tra la gente, chiedendo a tutti di fargli domande. E le domande sono arrivate: non è uno scandalo il fatto che «il più importante imprenditore italiano» abbia dato fiducia al governo?. Risposta: «E' uno scandalo». Il governo, nella raffigurazione di Berlusconi è «diviso su tutto», ma viene «osannato dai grandi giornali» e sostenuto dai sindacati che ne sono la «cinghia di trasmissione». In Rai è stata compiuta una «pulizia etnica» e in Italia non si può «nemmeno più protestare» perché, da parte della polizia, l'«uso del manganello è garantito com'è capitato agli allevatori». In conclusione «non siamo più una democrazia», il cittadino è «intimorito», ci sono «44 mila telefoni sotto controllo e noi dell'opposizione sappiamo bene quant'è rischioso usare il telefono». La sinistra al governo, dice Berlusconi, significa «più tasse, più disoccupazione, più povertà». Siamo entrati nella moneta unica, ma «vedrete presto i guai che ci capiteranno per esserci entrati nel modo sbagliato». Che fare? Vincere le elezioni, a cominciare da qui, da Udine, appellandosi anche agli elettori della Lega che «hanno'le stesse nostre aspettative». Bisogna dir loro che Bossi è un «falso guru» e che «se si uniscono a noi le sinistre se ne andranno dal governo». Cesare Martinetti

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