«L'inquisizione continua» di R. I.

«L'inquisizione continua» «L'inquisizione continua» Il grido di dolore degli avvocati ROMA. «92-98: l'Inquisizione continua». Giuseppe Frigo, presidente dell'Unione Camere penali, esordisce così davanti alla platea dei penalisti, a Roma in assemblea nazionale al cinema Capranica. Una sede «simbolica», dalla quale nel luglio del '92 partì il primo grido d'allarme contro la «triade di decisioni» della Consulta che «snaturavano il rito accusatorio». Ma anche contro il decreto Scotti-Martelli sulla criminalità organizzata. «Rispetto al '92 però - sottolinea Frigo - la differenza è evidente ed è da ritrovare nelle risposte politiche dopo la protesta, nell'attenzione dei media e nel rispetto da parte di chi non è d'accordo con noi. Nessuno ha osato più dire, come fece qualche forcaiolo di allora e garantista di oggi, che siamo conniventi con la criminalità perché difendiamo i diritti dell'uomo». Frigo rivendica la fermezza delle Camere Penali: «Se siamo più ascoltati, se i politici ci rispondono, è perché non ci siamo lasciati intimorire e non lo faremo mai. Noi accettiamo la disponibilità, dimostrata anche dal ministro Diliberto, ma non ci facciamo illusioni. Li abbiamo fatti uscire allo scoperto, ma ora vogliamo stringere i nostri interlocutori sulle scelte». Frigo, quindi, dice no a (triforme a metà o tampone» e no alla «gabbia del 192 sulla valutazione della prova». Da qui, l'appello al legislatore ordinario a «non accettare questa umiliazione dalla Consulta». Smorzati i toni della polemica con le Procure. «Tra noi e i pm non c'è nessuna guerra: noi penalisti siamo ottomila, mentre le denunce partite dalle Procure non sono più di 30». Il vero bersaglio resta quindi la Consulta, «colpevole» di «aver rifiutato ogni via per salvare il 513 ed insieme il contraddittorio. Ha mostrato la sua natura autarchica, ha fatto una scelta politica, con un preciso scopo: lasciare la precostituzione della prova al pm. Ecco l'involuzione genetica della figura del pm, visto come giudice istruttore, anzi inquisitore». [r. i.]

Persone citate: Diliberto, Frigo, Giuseppe Frigo

Luoghi citati: Roma