«EUROPA, AIUTA GLI STATI UNITI»

«EUROPA, AIUTA GLI STATI UNITI» PAGINA «EUROPA, AIUTA GLI STATI UNITI» ck-lla guerra fredda, la Nato è ancora il fondamento della nostra sicurezza collettiva. Noi vogliamo clic resti tale. L'impegno transatlantico dell'America ha reso l'Europa più sicura, ma l'Europa deve far di più per ripagare quel debito. Assieme, gli Stati Uniti ed un'Europa riunificata possono assicurare la stabilità in un mondo sempre più incerto. Negli Anni Settanta, Henry Kissinger chiese a chi avrebbe dovuto telefonare per parlare con l'Europa in caso di crisi. Oltre 20 anni più tardi, non abbiamo ancora una risposta da dargli. Io spero che ciò stia per cambiare. L'Unione Europea nominerà presto un Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza. Deve essere una figura dotata di peso ed autorità reali. Egli, o ella, dovrà divenire il fulcro di una politica estera e di sicurezza europea coordinata. Col tempo, i nuovi dispositivi trasformeranno il modo in cui l'Europa parla al mondo, lasciando però le decisioni sulla guerra e la pace nelle mani dei leader politici nazionali. Ma gli Stati Uniti non hanno bisogno solo di un'Europa che parla coerentemente: hanno bisogno di un'Europa che possa anche agire con autorevolezza. Le nuove intese europee nel campo della politica estera, da sole, non saranno sufficienti. Noi pensavamo di poter gestire la crisi bosniaca da soli, ma i cannoni che tiravano su Sarajevo hanno distrutto quella illusione assieme a molto altro. Alla fine Washington è dovuta intervenire per dare alla nostra diplomazia i necessari muscoli militari. Non è solo una questione di soldi. L'Unione Europea spende già per la difesa quasi i due terzi di quanto spendono gli Stati Uniti. Ma l'Europa deve organizzarsi. I nostri cittadini si aspettano da noi una chiara vi- sione e la volontà, oltre che la capacità, di agire. Ciò non accadrà finché la politica estera europea e la difesa europea non saranno meglio integrate. Per parlare con autorevolezza, l'Unione Europea deve anche essere in grado di agire militarmente da sola, quando gli Stati Uniti non sono impegnati. La Gran Bretagna è d'accordo anche su questo. Le sfide militari che abbiamo davanti riguardano sempre più la prevenzione delle crisi, l'imposizione ed il mantenimento della pace: si tratta di operazioni umanitarie piuttosto che della difesa collettiva di un territorio. Qualsiasi capacità europea autonoma dovrebbe essere complementare alla Nato. Non ha senso far doppioni di strutture che già lavorano bene. E noi non dobbiamo far nulla che possa allentare l'impegno americano in Europa, un impegno di cui godono tutti i 15 Paesi dell'Unione Europea. Ogni nuova intesa deve anche tener conto dei membri neutrali dell'Unione Europea. Io non ho preconcetti su quanto ciò possa significare a livello istituzionale, ma noi non stiamo parlando di un esercito europeo. La responsabilità politica deve essere definita senza ambiguità. Nessun Paese può accettare l'uso delle proprie forze armate senza il proprio pieno consenso. La decisione di impiegare le truppe può essere presa solo dai politici nazionali, che agiscono collettivamente rendendone conto all'elettorato. Questo processo sta appena iniziando. Io voglio che continui e prenda velocità. Abbiamo bisogno di un dibattito aperto tra l'America e l'Europa, libero da preconcetti e da zuffe burocratiche sulle istituzioni. Ma se vogliamo continuare a godere dell'impegno americano nel difendere l'Europa ed i suoi interessi nel mondo, dobbiamo anche dare agli Stati Uniti il massimo dei nostri sforzi. Tony Blair Primo ministro della Gran Bretagna Copyright: «The New York Times» «La Stampa»

Persone citate: Henry Kissinger, Tony Blair