Prodi: manca il consenso, Ulivo congelato

Prodi: manca il consenso, Ulivo congelato | Rinviato a sorpresa il coordinamento nazionale di lunedì. La sospensione potrebbe durare mesi Prodi: manca il consenso, Ulivo congelato Brucia il no dei Ppi alle liste comuni ROMA. Veltroni invade il territorio politico dei Popolari, Marini lo ricaccia indietro nei confini della sinistra ma, a sua volta, viene duramente attaccato da Romano Prodi... L'alleanza di governo ha offerto ieri un fuoco pirotecnico di strategie politiche in bisticcio tra loro, fino al botto finale: un rinvio a data da destinarsi del vertice dell'Ulivo, che si sarebbe dovuto riunire lunedì prossimo. A disdirlo è stato proprio colui che l'aveva convocato, cioè Prodi, con un gesto che gli ottimisti (iniziando da Marini) hanno inteso come un saggio rinvio a tempi migliori e i più scettici, invece, come uno scatto di insofferenza, una drammatizzazione. D'Alema, Veltroni, Di Pietro, Marini e tutti gli altri leader dell'Ulivo si sono visti recapitare in serata, tramite agenzie di stampa, una lettera del Professore così concepita: «I contatti e le consultazioni intercorse nell'ultima settimana mi hanno fatto prendere consapevolezza che la mia iniziativa e le mie proposte non hanno purtroppo registrato il consenso che avrei auspicato tra le forze della coalizione». Circostanza assai pericolosa, spiega Prodi, perché in occasione del vertice di lunedì gli elementi di divisione potrebbero prendere il sopravvento sulla «salvaguardia dell'unità dell'Ulivo», alla quale l'ex premier dice di tenere sopra ogni cosa. Pertanto, conclude la lettera, «ritengo opportuno sospendere la convocazione del coordinamento nazionale per aprire tra le forze politiche una nuova stagione di riflessione sulla ripresa e il rilancio del progetto dell'Ulivo». Segue un saluto, «con molta amicizia», che suona un pizzico beffardo, visto il clima di inimicizie. Come mai questa decisione improvvisa? Arturo Parisi, al momento forse il più in confidenza con l'ex capo del governo, l'ha giustificata così: è tutta colpa di Marini, che nei giorni scorsi aveva sbattuto la porta in faccia alla proposta, cara a Prodi, di liste unitarie dell'Ulivo alle prossime elezioni europee. Il vaso, già colmo, è traboccato ieri mattina, quando il segretario del Ppi - ricorda Parisi - «ha continuato a ripetere la stessa canzone: invito Prodi a iscriversi al Ppi». Invito interpretato dal de¬ stinatario alla stregua di una provocazione. E in effetti, parlando al Consiglio nazionale del suo partito, Marini non ha lesinato critiche al Professore. Qualche esempio? «Ci sono stati dei limiti nella gestione dell'Ulivo», ha detto il leader del Ppi, «che toccano anche l'iniziativa di Prodi». E poi: «Non è stata combattuta a sufficienza una certa carica antipartito dei comitati dell'Ulivo». Ancora: «E' mancato un impegno più diretto di Prodi nella nostra area». Carezze, tuttavia, in confronto alle legnate che Marini ha tirato al neo-segretario diessino Veltroni. Prima la visita sulla tomba di Dossetti, poi la cooptazione nel vertice diessino di Franco Passuello, presidente delle Acli, hanno convinto Piazza del Gesù che Veltroni voglia far sconfinare il suo partito nei «pascoli» elettorali del Ppi, cioè nel mondo cattolico. Di qui l'altolà: «A Veltroni, che si esprimo con il suo movimentismo e con questa ossessione di sgomitare per coprire tutti gli spazi politici», Marini consiglia ruvidamente di lasciar perdere i cattolici e di vigilare piuttosto sul fianco sinistro dove l'alleanza «rischia di restare scoperta» di fronte alle scorribande bertinottiane. Veltroni ha risposto con aplomb, ma senza cedere di un millimetro. «Il l'atto che il più grande partito della sinistra consideri il pensiero del cattoli cesimo italiano come un pezzo di sé, deve essere accolto con sollievo, come un atto di omaggio». Dietro la cooptazione di Passuello, aggiunge Veltroni, «c'è l'idea di portare nell'organizzazione dei diesso anche il punto di vista di una cultura diversa». Proprio ciò che Marini gradisce quanto il fumo negli occhi. [u. m.] L'ex premier: pausa di riflessione per rilanciare l'alleanza | L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi Sotto: Antonio Di Pietro, «divista», leader del movimento «Italia dei valori»

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