SE VINCONO I MALATI DI NOSTALGIA

SE VINCONO I MALATI DI NOSTALGIA CLIMA E CRISI GLOBALE SE VINCONO I MALATI DI NOSTALGIA N EL giorno di chiusura della Conferenza mollale sul clima eli Buenos Aires, emerge una notizia apparentemente secondaria, che acquista un'importanza particolare per il suo valore simbolico: la Volkswagen, che ha risuscitati) il suo famoso «Maggiolino» e lo produce, grazie alla globalizzazione, nello stabilimento messicano di Puebla, non riesce a far fronte alla richiesta di questo storico modello, rinnovato all'interno ma solo leggermente ritoccato all'esterno. In Germania, sono già più di ottantamila gli aspiranti acquirenti in lista d'attesa per acquistare la replica di un'auto che affonda le sue radici nel nazismo, richiama alla memoria le distruzioni belliche e il successivo miracolo economico, la proprietà pubblica delle imprese, la concertazione governo-sindacati, in un'Europa subordinata al dollaro con tranquillità e gratitudine. Altri malati di nostalgia sicuramente si aggiungeranno, facendo sì che uno dei pochi simboli unificanti d'Europa sia un relitto del passato. Ebbene è proprio l'«Europa del Maggiolino» quella che fa capolino, in maniera sicuramente del tutto legittima, del tutto decorosa, eppur leggermente ambigua e inquietante in questo turbinoso finale di millennio, attraverso la faccia inespressiva dell'incredibile nuovo ministro tedesco dell'Economia, Oskar Lafontaine, le antiche e pur nuovamente trionfanti burocrazie di partito italiane, la voglia di ritornare alla normalità perduta di uno «Stato-mamma» in grado di fornire garanzie e sicurezze, una vita ordinata he se un po' noiosa. E questo avviene proprio nel momento in cui l'Europa tutto può fare meno che rinchiudersi in simili nostalgie. Mario Deagllo CONTINUA A pag. 2 PRIMA. COLONNA

Persone citate: Crisi, Mario Deagllo, Oskar Lafontaine

Luoghi citati: Buenos Aires, Europa, Germania