L'Europei corre verso il record

L'Europei corre verso il record A quota 14 milioni nel 1998 L'Europei corre verso il record TORINO. Dieci mesi positivi per l'auto in Europa. Mentre il presidente della Daimler-Benz, Juergen Schrempp, che proprio in questi giorni sta rendendo operativa la maxi fusione con la Chrysler, è più magnanimo del suo collega Alex Trotman, numero uno della Ford, sulle previsioni di settore per i prossimi dieci anni, il vecchio Continente sta dando numeri buoni. Schrempp ipotizza che alla fine della prossima decade rimarranno nel mondo dieci costruttori automobilistici, per Trotman saranno soltanto sei. Nubi nere, dunque, per gli anni a venire? Uno studio dell'agenzia inglese Economist Intelligence Unit (Eiu) prevede tra il 1999 e il 2001 una perdita delle vendite europee pari a 1,5 milioni di unità e una contrazione del fatturato del 10%. «L'auto - sostengono gli specialisti britannici - pagherà la minore fiducia dei consumatori, le peggiorate condizioni economiche e una tassazione discriminatoria tesa a diminuire l'impatto ambientale del traffico». Sempre secondo la Eiu «il segmento B, quello della Punto che risulta la più venduta da tre anni, rimarrà la categoria più apprezzata dai consumatori anche in futuro. Le maggiori difficoltà si dovrebbero avere per fuoristrada e monovolumi». Ma torniamo ai numeri. Gli ultimi dati forniti dall'Acea, l'associazione dei costruttori europei, attribuiscono all'Europa 12.135.000 immatricolazioni nei primi 10 mesi '98, il 6,2% in più rispetto allo stesso periodo '97. A soltanto sessanta giorni dal traguardo annuale le previsioni dell'Anfia, l'associazione dei produttori italiani, sono di oltre 14 milioni di consegne, un record assoluto. Da gennaio a ottobre, se si esclude l'Italia, che ha chiuso il periodo con una flessione dello 0,42% a 2.076.400 unità, restando pur sempre il secondo mercato europeo dopo la Germania, fanalino di coda per incremento risulta il Regno Unito che, con 2 milioni di immatricolazioni, è migliorato del 3,2%. A ruota si pone la Germania, che resta comunque di gran lunga il primo «shopping» continentale. Le consegne sono state oltre 3.050.000, con un guadagno del 4,4%, ma con una produzione che è salita del 13% nel periodo e del 34% in ottobre per la forte domanda di nuovi modelli «made in Germany». In testa come percentuale di aumento è la Spagna, grazie agli aiuti permanenti al settore decisi dal Governo, con 970.000 vendite, il 15,6% in più. Anche la Francia ha registrato un buon incremento con oltre 1.560.000 immatricolazioni (+12,3%), ma va tenuto presente che si confronta con un anno, il 1997, di profonda crisi per gli effetti negativi del dopo incentivi. In un settore di durissima concorrenza in cui accordi e nuove alleanze sono all'ordine del giorno d'ultimo è quello annunciato lunedì fra Teksid e Renault per le fonderie), l'industria italiana si muove positivamente in Europa. Nei 10 mesi le vetture di Fiat Auto consegnate nel Continente, Italia esclusa, sono salite da 472.000 a 573.000, con un incremento del 13,7% contro un mercato cresciuto globalmente, sempre senza il nostro Paese, del 7,7%. Ancora meglio in ottobre, dove l'aumento è stato del 16,5% (da 43.000 a 50.000 auto), contro il 6,6% totale. Lo stesso vale per i principali Paesi: in Germania, sempre nei 10 mesi, il made in Italy è cresciuto dell'I 1% (+4,4% il mercato), in Francia del 17,5% (+12,3%) e nel Regno Unito dell'8,7% (+3,2%). Nonostante questo allargamento in Europa, il Gruppo torinese sta soffrendo, al momento, degli sviluppi negativi del mercato nazionale e delle difficoltà di quello brasiliano, cui si associa la bassa congiuntura mondiale come riflesso della crisi del Sud-Est asiatico. Questo non impedisce di portare avanti, anzi di accelerare, le strategie di sviluppo a medio e lungo termine, che prevedono, fra l'altro, entro il 2002 il lancio di 19 nuovi modelli, con un colossale investimento di 20 mila miliardi di lire. E intanto il mese scorso è stata lanciata l'ammiraglia dell'Alfa Romeo, la 166, mentre il 21 novembre sarà la volta della Fiat Multipla. Renzo Vìllare

Persone citate: Alex Trotman, Renzo Vìllare, Schrempp, Trotman