Carmelo Bene «Pinocchio» di nostalgia di Masolino D'amico

Carmelo Bene «Pinocchio» di nostalgia Successo a Roma Carmelo Bene «Pinocchio» di nostalgia ROMA. Il quarto «Pinocchio» di Carmelo Bene (l'ultimo risale al 1981) è uno spettacolo composto, elegante, un po' monotono, che piacerebbe molto ai bambini provvisti di familiarità col capolavoro di Collodi; io perlomeno ho avuto nostalgia di quando, più di mezzo secolo fa, conoscevo il libro a memoria, al punto che se gli adulti leggendomelo sintetizzavano qualche punto, li credevo parzialmente analfabeti. Qui naturalmente c'è una sintesi, col taglio in particolare di tutte le descrizioni, ma i dialoghi rimasti sono rispettati alla virgola, e naturalmente ascoltare quella lingua arguta e ingenua nel trionfalismo del suo vernacolare è sempre una delizia, tanto più che a porgerla è quasi sempre la voce del maestro, in cento buffe variazioni, miracolo reso possibile dalla pista magnetica. Infatti l'intera colonna dell'avvenimento è incisa su nastro, e gli attori si limitano a miniale in playback, Bene che è Pinocchio restando quasi immobile, con appena un po' di mimica facciale, ghignetti e occhiate in tralice sul lungo naso finto - ormai l'attore è arrivato a una concentrazione e a una sintesi degne di un sommo interprete dei No giapponesi. La sobria scena unica rappresenta una classe con pavimento a riquadri bianchi e neri, lavagna, cattedra, e un unico banco al quale Pinocchio è assicurato per il collo tramite una lunga catena. Dalla cattedra e ogni tanto nella stanza agiscono, uno alla volta, i suoi interlocutori, tutti affidati alla infallibile mima Sonia Bergamasco, che oltre che delle voci registrate di cui sopra si avvale di una interminabile serie di splendide, giocose, colorite maschere di Tiziano Fano, cambiate a vista, per esempio alternandosi come Geppetto e come Mastro Ciliegia; oppure da fantocci, come quello del Gatto con tanto di benda nera sull'occhio, sempre lungo disteso sulla cattedra. A volte i fantocci famio il loro ingresso su ruote, come i conigli neri che portano la bara di Pinocchio, altre volte ancora emergono da dietro la cattedra, come il fantasma del Grillo Parlante; è comunque sempre la Bergamasco a manovrarli. Così per 90' complessivi più un intervallo si ripassano senza sorprese ma arnrnirando alcune soluzioni i sommi capi della storia, magari rimpiangendo che avendo deciso di essere così poco aggressivo per altri versi, Bene non sia più mite nell'impiego del sonoro, che il volume è tenuto altissimo, e forse per preparare gli spettatori più piccoli ai frastuoni della discoteca, anche i sussurri spaccano le orecchie. Ottimo successo. Masolino d'Amico

Persone citate: Carmelo Bene, Collodi, Mastro Ciliegia, Sonia Bergamasco, Tiziano Fano

Luoghi citati: Roma