Un inferno eli plastico

Un inferno eli plastico Un inferno eli plastico L'unico angelo èJenny McCarthy SMILANO E Dio è un dj - coma va neniando Sally Bradshow, dalla sua lontananza di palcoscenico invaso da aureole in plastica - questo Europe Music Awards, al Forum d'Assago rivestito di luce, incastrato tra due autostrade e la nebbia e la notte carica di limousine, dovrebbe essere il suo paradiso. Invece è un inferno, ma più noioso. Perché il disastro dei sottomondi televisivi - luoghi d'etere privi di angoli, di corridoi, di appigli, o di qualunque altro camminamento terrestre - sono spazi selvaggiamente amorfi, dove gli uomini e le donne vere si perdono, oppure muoiono di freddo, in attesa di trovare il passaggio che li porti dentro alla quinta dimensione. Fuori dal Forum, per un paio d'ore, migliaia di comparse paganti hanno vagato da un cancello all'altro, respinti come palline di flipper e meno male che l'organizzazione doveva essere tutta americana, precisa come i loro dispositivi intelli- genti che hanno rotto le notti di Baghdad e stavolta hanno centrato il nebbione di Milano: sparpagliandolo. Ci sono bimbe sbracciate - a 5 gradi di temperatura - che sventolano biglietti blu, davanti all'entrata dei biglietti rosa. E ci sono guerrieri di periferia venuti a vedere le carrozzerie delle Mercedes e delle Spice Girls. E ci sono intere comitive di americani, inglesi, tedeschi, diciamo pure tutti gli anglosassoni insonni e alcolici di Milano e tutti i faccendieri di case discografiche, cinema, pubblicità, moda che cercano un modo per saltare la fila, strillando «Io sono... Permesso! Noi siamo... Permesso!», arrivando con tanti biglietti rosa, davanti ai cancelli dei biglietti blu. La quinta dimensione ha un solo accesso che conta, quello centrale, con tendaggi di plasticone bianco e passerella rossa. Per un'oretta va in scena il cosiddetto arrivo delle star, che dovrebbe essere emozione pura, ma in realtà nessuno se lo fila (tranne le telecamere) perché tutti stanno cercando una via d'entrata, oppure la pizza da Spizzico, oppure l'amica, oppure tutte e tre le cose insieme. Perciò l'atteso arrivo delle star diventa una grottesca discarica di solitari vestiti a festa e obbligati, davanti ai microfoni di Mtv a dire scemenze tipo Nathalie Imbruglia: «Ciao mamma». 0 Robbie Williams: «Sono contento di essere qui». O la biondina delle Ali Saints: «Sono terribilmente eccitata!», che poi sarebbe exaaaiting , con la «a» larga quanto il suo stupore. E chissà cosa deve avere pensato la Madonna di tutte le madonne, che ha sfilato per nessuno - ore 20,30, più o meno - neravestita, castana di capelli (che pare sia una novità di rilievo), microscopica e pelle diafana, scaricata insieme con una ventina di armadi afroamericani, da uno sgommante corteo di limousine e pantere armate. Quando per legge misteriosa di spinte e controspinte finalmenti valichi l'accesso, eccoti nella pancia del sottomondo, riverbero di un milione di riflettori, fumate bianche in lontananza e luce blu-puffo dappertutto, con questo palcoscenico immenso - triplo camminamento in plexiglass e altare al centro - destinato ai nuovi faraoni che verranno a esibire la loro eternità istantanea. Qui sotto si suda da bestia, ma lassù deve spirare un venticello di allegra vertigine, corroborato da molto prozac, molto alcol, molta erba. E si vorrebbe sapere chi è l'autore dei testi che la truppa dei divi ha imparato a memoria e snocciolato a memoria, a volte sudando per lo sforzo e l'emozione. Se per esempio Dolce e Gabana hanno pensato in proprio il fervorino d'esordio: «Spesso la musica e la moda camminano insieme come due gemelli»; e chi sarà stato lo spiritoso a far dire a un certa panterata nera: «In cui a la bbalena, spiriamo chi no caghii!»; a suggerire a un biondino: «Come state ragazzi? State bene? Io sto bene. Voi? Io...», e non la finva più. Va bene. Tutto concesso, è business e (maledettamente) remunerato da un miliardo di ascoltatori nel pianeta, o almeno dicono. E' classifica planetaria, il più bravo, la più brava, eccetera. E' fabbrica di sogni e ritmo, di ossessioni che sfondano con la grazia delle percussioni le vite in grigio delle migliaia di periferie che assomigliano a questa. Cresce la baraonda, arriva sul palco Madonna che quasi non riesce a snocciolare i suoi rigraziamenti da contratto e poi (immancabile) pure l'appello umanitario - per il Kosovo e tutte le guerre e tutti i diritti umani violati pronunciato dai Rem, in un unico istante di silenzio, che non sai mai se anche questa roba è una furbata di marketing, oppure un pezzetto di cuore che galleggia nella plastica. Un inferno, ma più noioso. Con l'unico angelo visibile (davvero visibile) che poi sarebbe la bionda e allegra Jenny McCarthy, fasciata di rosso, nella prima ora e poi svestita di nero nella seconda. Padrona di tutto il palco e di tutti i gridolini e delle scempiaggini che adesso ci diranno (con buona musica qua e là) prima della buona notte, molto in fondo alla notte. Pino Corrias Qui sopra A sinistra: i Bluevertigo vincitori per l'Italia Robbie Williams miglior artista

Persone citate: Girls, Jenny Mccarthy, Nathalie Imbruglia, Pino Corrias, Robbie Williams, Sally Bradshow, Spice, Spizzico

Luoghi citati: Assago, Baghdad, Italia, Kosovo, Milano