Poche idee a Piazza Affari
Poche idee a Piazza Affari Poche idee a Piazza Affari ANCHE ieri Piazza Affari ce l'ha fatta a chiudere in attivo, dopo aver aperto in ribasso ed aver poi vivacchiato incerta, tra sentimenti contrastanti. Il Mibtel finale segna infatti un progresso dello 0,55 a 20.604 punti mentre il Mib30 guadagna lo 0,67%. Restano tuttavia su livelli modesti i volumi che, alla fine, non riescono a superare i 2.421 miliardi. Il listino insomma continua a restare nel vago, senza decidersi a passi decisi né in avanti né indietro, affidandosi di volta in volta ai temi del momento e, sul finale, ad un ritorno di interesse degli stranieri. Così, dopo un avvio in calo dell'1,29% condizionato dalla partenza depressa delle altre piazze europee e dalla rarefazione degli scambi, ecco Milano riprendendesi trascinata dai telefonici. Anche l'estero fa la sua parte nell'accompagnare il mesto avvio. Dai mercati asiatici arrivano segnali sconfortanti, sia Hong Kong (-1,87%) che Tokyo (-2,4%) chiudono in calo, la seconda delusa per l'ennesima volta dai contenuti del piano di rilancio economico messo a punto dal governo. Ma a metà seduta Milano riduce la perdita sotto l'l% trascinata dallo scatto di telefonici e migliora ulteriormente in attesa di Wall Street che non delude e, dopo un avvio timido, balza in avanti di cinquanta punti facendo scattare il blocco delle contrattazioni. A sostenere l'inversione di tendenza e il risultato finale sono comunque pochi titoli, Telecom in testa. Piace al mercato l'ipotesi di Franco Bernabè alla guida del gruppo delle telecomunicazioni, mentre si fa largo la tesi che «rastrellatoli» siano addirittura all'opera sull'ex monopolio. Ugualmente brillanti le Olivetti che mettono a segno una crescita del 2,08% e in grande tiro la Parmalat, risvegliata sul finale da ordini esteri che spingono l'azione a scalare oltre il 4%. Incerta sul da farsi, non troppo sicura che il periodo di turbolenza sia decisamente alle spalle, piazza Affari si affida insomma all'ispirazione del momento e preferisce circoscrivere l'interesse su pochi spunti. Così appaino trascurate sia Fiat (-1,64%) che Pirelli (-1,16%), perdono via via smalto le Compari; mentre gli elettrici, che la vigilia avevano vissuto un buon momento dopo l'approvazione da parte del governo del piano Bersani sull'energia, lasciano sul terreno qualche penna. Sondel scende dell'1,41%, Edison dello 0,57%, a riprova che la filosofia del mercato si ispira largamente al «mordi e fuggi». Contrastato il settore dei bancari, dove vediamo Banca Intesa e San Paolo Imi guadagnare lo 0,87% e oltre l'l%. Giornata «no» per la Galassia del Nord: Bancaroma, Comit e Mediobanca arretrano rispettivamente dell'I,51%, dell'I,33% e dello 0,83% e, fra gli assicurativi, le Generali scendono dello 0,68%. A Wall Street, dove guru come Elaine Garzarelli prevedono una nuova fase di rialzo favorita da tassi bassi e da inflazione in calo, il Dow Jones non riesce a mantenersi all'altezza delle prime ore e, gradualmente si sgonfia. Complici le dichiarazioni distensive del vice primo-ministro dell'Iraq, Tareq Aziz, che sembra allontanare la minaccia di guerra. Irregolari le piazze europee, tutte al ribasso ad eccezione di Zurigo, trainata dal settore chimico e dalle congetture su una Novartis-Roche. Giornata senza storia per Parigi e Francoforte e calo di mezzo punto per Londra, delusa dal rapporto della Banca d'Inghilterra che sembra smentire le attese di nuovi ribassi del costo del danaro. [r. m.J
Persone citate: Bersani, Elaine Garzarelli, Franco Bernabè, Roche, Tareq Aziz
Luoghi citati: Francoforte, Hong Kong, Iraq, Londra, Milano, Parigi, San Paolo, Tokyo, Zurigo
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