Effetto Bernabè sulla Telecom Italia

Effetto Bernabè sulla Telecom Italia In lizza anche Meloni (Eridania) e Scaroni (Pilkington). Fatturato e utili in crescita nei primi 9 mesi Effetto Bernabè sulla Telecom Italia // manager Eni in corsa per il vertice. Il titolo vola ROMA. Le voci corrono. E la Telecom Italia vola. Le quotazioni del titolo crescono in Borsa del 5,19% mentre si moltiplicano le indiscrezioni sull'imminente scelta del nuovo amministratore delegato. Ad attirare l'attenzione è soprattutto il nome di Franco Bernahè, amministratore delegato dell'Eni, che secondo ripetute indiscrezioni è da considerare avvantaggiato. In serata, a Borsa chiusa, viene precisato che c'è una lista di candidati messa a punto dal comitato esecutivo riunitosi per quasi cinque ore. Ufficialmente nessun nome, ma fra i manager presi in esame, oltre Bernabè, figurerebbero Stefano Meloni, amministratore delegato dell'Eridania BéghinSay, e Paolo Scaroni che ricopre lo stesso incarico alla Pilkington. La scelta, è stato annunciato, verrà fatta nella seduta del consiglio di amministrazione di giovedì prossimo, 19 novembre. Mentre attende di sapere da chi sarà guidata, la Telecom si gode la sua giornata da regina della Borsa. La compravendita di azioni del gruppo telefonico ha monopolizzato l'attività: sono stati effettuati scambi per 576 miliardi; in pratica una lira ogni cinque impegnate in tutte le operazioni ha riguardato la sola Telecom. Una concentrazione di interesse davvero insolita, tanto che qualche operatore non esita a parlare di effetto Bernabè: il suo eventuale trasloco dall'Eni alla Telecom riceve pertanto un gradimento anticipato dalla borsa nella speranza che la società, dopo le dimissioni del presidente Gianmario Rossignolo, possa lasciare alle spalle i tormenti degli ultimi mesi e ripartire all'attacco in un mercato sempre più dinamico. A far salire le quotazioni di Bernabè (insieme a quelle della Telecom) ha pensato il ministro delle comunicazioni Salvatore Cardinale che in mattinata lo ha definito «un ottimo manager». E soprattutto Cardinale ha spiegato che «nulla osterebbe» alla nomina «per quella parte che riguarda il ministero». In realtà, il governo è sostanzialmente estraneo alla scelta del vertice della società privatizzata un anno fa, essendo rimasta in mano pubblica solo una piccola quota. Infatti il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita puntualizza che «il giudizio sul dottor Bernabè come manager è positivo, ma Telecom Italia è una società privata» e perciò «spetta agli organi societari indicare la strada». E i componenti del nucleo stabile, i soci privati che determinano la gestione, stanno vagliando le candidature. Da Luca Paveri Fontana, rappresentante dell'Ifil, arriva la conferma del fatto che il comitato esecutivo riunitosi ieri «aveva l'incarico di portare dei candidati». Alla scrematura dei papabili si è arrivati dopo che la ricerca di un amministratore delegato era stata avviata prima ancora delle dimissioni di Rossignolo: originariamente si pensava a rafforzare la squadra di comando istituitendo la carica di amministratore delegato al fianco del presidente. Con l'uscita di scena di Rossignolo il 23 ottobre e nominato al suo posto (ma senza poteri di gestione) Berardino Libonati, l'obiettivo è diventato individuare chi, come amministratore delegato, deve assumere il ruolo di capoazienda. E così si arriva alle voci relative all'offerta dell'incarico a Bernabè. Da sei anni Bernabè è amministratore delegato dell'Eni condotta nelle varie fasi del processo di privatizzazione (ancora non completato) e soprattutto rivoluzionata dopo le inchieste di Tangentopoli che hanno coinvolto tanti uomini di spicco della ormai passata ge¬ stione. Anno dopo anno, Bernabè ha spinto in avanti i conti dell'Eni, fino ad arrivare all'utile netto record dello scorso anno: 5118 miliardi. In prospettiva possono avvenire anche mutamenti negli assetti azionari della Telecom, innanzitutto perché il ministero del Tesoro deve cedere l'ultimo mini-pacchetto residuo. Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Caripio che detiene lo 0,5 per cento del capitale del colosso Tic, ha invece affermato di non avere intenzione «per il momento» di vendere. Il boom in Borsa ha trovato una giustificazione a posteriori nei dati sui conti Telecom, che sono stati resi noti in serata dallo stesso comitato esecutivo e hanno evidenziato un andamento positivo nei primi nove mesi dell'anno. Il fatturato consolidato sale a 32.950 miliardi di lire (+6,1% rispetto allo stesso periodo del '97) mentre il margine operativo lordo tocca i 17.220, in progresso dell'8%. Il rapporto Mol/ricavi si attesta al 52,3% (rispetto al 51,3%). In crescita anche l'andamento del traffico per la telefonia fissa ( + 2,8%), che sale del 4,8% includendo il radiomobile. Raddoppiata l'incidenza dei ricavi da servizi innovativi rispetto al fatturato (dal 6,9% al 12,4%). Gli investimenti del gruppo, totalmente autofinanziati, raggiungono i 10.120 miliardi e i debiti finanziari netti calano a 12.000 dai 15.124 miliardi di fine 1997. Roberto Ippolito MAGGIORI AZIONISTE 1* MINISTER© DEL TESORO 8,17 2. BANCA D'lTALIA 2,29 3.SS8 (STATE STREET BANK) & CO. CLIENT OMNIBUS-BOSTON 1,85 4. FINANZA & FUTURO FONDI SPRIND S.RA. (FONDI) 1,21 5. BANKERS TRUST CO. JERSEY CITY - NJ. 1,00 6. IMI SIGECO S.I.M. 0,9t 7. FONDIGEST S.RA. (FONDI) 0,04 8. INA - IST3TUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI 0,01 9. ASSICURAZIONI GENERAL! S.RA. 0,90 10. ISTITUTO BANCARIO t' SANPAOIO Di TORINO 0,01

Luoghi citati: Jersey, Roma, Torino