Gli immigrati occupano la basilica di Bologna

Gli immigrati occupano la basilica di Bologna Erano stati allontanati da uno stabile Iacp Gli immigrati occupano la basilica di Bologna Ari presenta una proposta di legge «L'ingresso clandestino diventi reato» BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Hanno il permesso di soggiorno e un lavoro, ma per rivendicare il diritto ad una casa, possibilmente gratis, hanno fatto come i «sans papier», gli immigrati senza documenti che a Parigi sono rimasti per giorni asserragliati dentro la chiesa di Saint-Bernard. Un centinaio di extracomunitari hanno occupato ieri a Bologna la basilica di San Petronio, il simbolo religioso della città. Vi sono entrati nel primo pomeriggio da un ingresso secondario, spalleggiati da un gruppo di autonomi che hanno seguito le lunghe trattative con le forze dell'ordine, la Curia e il Comune, finite in tarda serata senza risultato: gli extracomunitari, tra cui molte donne e bambini, hanno rifiutato le soluzioni di emergenza proposte preferendo restare a dormire sul pavimento di San Petronio. «La Chiesa non li caccerà via, questo è certo», ha detto il direttore della Caritas Giovanni Nicolini, che per la Curia è anche vicario episcopale alla carità. «Mi dispiace perché gli immigrati avevano accettato di uscire. Sono stati gli autonomi a convincerli a restare». Era stata Paola Vitiello, responsabile dell'immigrazione per la Caritas, donna minuta e coraggiosa, a tentare una mediazione con gli occupanti. «Il problema della casa non si risolve in questo modo», li ha ammoniti parlando in chiesa, dove gli extracomunitari si sono radunati, occupando sedie e panche. «Così si rompe solo il rapporto con la città. Questa è la casa di Dio, come lo sono le vostre moschee, va rispettata». Ad ascoltarla donne coraggiose come lei, con i figli piccoli in braccio, in piedi dall'alba: alle 5 le forze dell'ordine erano entrate in azione in via Rimesse per sgomberare un edificio occupato abusiva¬ mente da queste famiglie. «Non vogliamo la vostra carità, vogliamo una casa», hanno gridato marocchine e tunisine. Ed hanno spiegato che a Bologna è difficile trovare un appartamento in affitto, perché «la gente si rifiuta di affittare case agli stranieri». Ma anche quando un affitto si trova «è troppo caro, non ce lo possiamo permettere». E allora? «E' il Comune che deve trovare una soluzione». Ma il Comune respinge questa logica e contrattacca. E' durissima la reazione del sindaco Walter Vitali: «Questi immigrati sono vittime di una grande strumentalizzazione politica che merita tutto il disprezzo e la condanna pubblica. Nei nostri asili nido vi sono scritte in sette lingue, accogliamo gli immigrati, ai regolari offriamo un lavoro e scuola per i loro figli, ma Bologna non può farsi carico di tutte le emergenze della provincia». Ed è chiusura netta sul fronte casa gratis: «Di fronte ad un atto illegale come l'occupazione, Tainmdnistrazione comunale non intende aprire alcuna trattativa. Il diritto alla casa non si conquista occupando abusivamente e non intendiamo avvalorare l'idea che occupare possa produrre vantaggi». Contro rimmigrazione illegale «l'unica soluzione è l'introduzione del reato di clandestinità». Lo sostengono 65 parlamentari di An che ieri mattina hanno sottoscritto la proposta di legge di due articoli per l'introduzione di questo reato. «Un'eventuale condanna precluderebbe per sempre allo straniero la possibilità di regolarizzare la sua posizione non solo in Italia ma anche negli altri Paesi dell'Unione Europea». Ha detto ancora l'onorevole Maurizio Gasparri, presentando la proposta: «Non voghamo un Paese blindato ma un Paese dove si entra solo con regole certe». Marisa Ostolani

Persone citate: Curia, Giovanni Nicolini, Marisa Ostolani, Maurizio Gasparri, Paola Vitiello, Walter Vitali

Luoghi citati: Bologna, Italia, Parigi