Rientra Eltsin: stroncherò l'antisemitismo
Rientra Eltsin: stroncherò l'antisemitismo Sotto la pioggia di condanne dopo l'intervista a «La Stampa», Ziuganov si dissocia dal generale Rientra Eltsin: stroncherò l'antisemitismo Comunisti sotto tiro, Makashov insiste: «Sporchi ebrei» MOSCA NOSTRO SERVIZIO Boris Eltsin, dopo tre settimane di assenza dalla vita pubblica russa, si è inserito ieri nella polemica sull'antisemitismo in Russia. Il presidente russo ha tuonato contro manifestazioni di «estremismo nazionale e politico» e ha ordinato al premier Evghenij Primakov e ai capi della polizia, dei servizi segreti e della procura di prendere misure «immediate e radicali». Anche il Consiglio federale, la camera alta del parlamento russo, è sceso ieri in campo per condannare i propri colleghi della Duma, che hanno difeso a spada tratta il deputato comunista Albert Makashov, diventato negli ultimi giorni il personaggio-simbolo dell'antisemitismo in Russia. Secondo i senatori - che rappresentano tutte le regioni del Paese, incluse le autonomie nazionali, e quindi sono più sensibili ai problemi etnici - il comportamento della camera bassa è «inamissibile». E' la prima volta che le uscite antisemite dei nazional-comunisti ricevono una condanna non soltanto da singoli politici, ma anche a livello istituzionale. Lo scandalo è esploso con nuova forza quando il generale Makashov ha dichiarato in un'intervista a La Stampa ripresa ieri dalla maggioranza dei giornali russi - la necessità di introdurre per legge quote proporzionali per la partecipazione degli ebrei alla vita pubblica. Una proposta che ha scatenato una vera bufera, anche perché mai prima d'ora i nazionalisti russi si erano spinti fino all'idea di introdurre una sorta di apartheid. Ma il generale Makashov è andato perfino oltre: direttamente in parlamento ha aggredito e dato dello «sporco ebreo» al giornalista della rete privata Ntv che gli aveva chiesto di commentare le sue dichiarazioni a La Stampa. Poi, incurante delle telecamere, si è scagliato con veemenza contro gli ebrei e i russi «collaborazionisti del sionismo». Lo scandalo - che da due giorni è l'argomento principale dei media russi - e passato ieri anche a livello diplomatico, con il parlamento israeliano che ha inviato una protesta ufficiale alla Duma. E l'ambasciatore d'Israele a Mosca, Zvi Magen, si è fatto ieri ricevere dal leader comunista Ghennadij Ziuganov per esprimergli la sua indignazione per quello che ha considerato «un'offesa e una sfida al popolo ebraico». Tutto questo ha costretto Ziugauov a dissociarsi finalmente dalle dichiarazioni del suo imbarazzante compagno di partito. Ieri le ha definite «inopportune e sbagliate», negando qualsiasi nesso con la posizione ufficiale del suo partito. Il capo del pc ha dichiarato di guidare una forza politica «internazionalista» e ha promesso di lottare contro qualsiasi manifestazione di nazionalismo in Russia, «che sia antisemitismo o russofobia». Ma sembra ormai troppo tardi per salvare l'immagine del pc. Praticamente tutti i più importanti commentatori russi hanno ieri sottolineato che i comunisti hanno abbandonato definitivamente i tentativi di presentarsi come un'opposizione civile, quasi socialdemocratica, scegliendo apertamente il nazional-comunismo. Molti hanno chiesto anche di proibire il pc come forza eversiva. Del resto, anche la condanna di Makashov da parte dei compagni suona in modo molto ambiguo. Una dichiarazione del comitato centrale del pc ieri ha denunciato la nuova ondata di antisemitismo, accusandone però i giornalisti, «servi del capitale criminale» che sarebbero gli autentici «organizzatori e ispiratori» della campagna contro gli ebrei. I comunisti hanno anche chiesto esplicitamente al governo di Primakov a istituire in tutte le tv «comitati di controllo», ia composizione dei quali deve rispecchiare lo stato «demografico, etnico e politico» del Paese. In altre parole, questi organismi di censura dovranno essere composti da russi e comunisti. L'opinione pubblica ha comunque costretto la Duma a difendersi. Oggi i deputati devono ritornare alla risoluzione di condanna a Makashov, respinta a grande maggioranza la settimana scorsa. Molti sono però scettici sulla capacità della Duma di rinnegare il deputato comunista. Nonostante il codice penale russo preveda una pena per «alimentazione della discordia interetnica», negli ultimi anni nessun caso di nazionalismo è mai arrivato fino a un giudice. Ma sta¬ volta il ministro della Giustizia Pavel Krasheninnikov ha intenzione di andare fino in fondo e incriminare Makashov. Ieri, commentando le dichiarazioni del generale antisemita, è stato categorico: «E' stata aperta un'inchiesta e prima o poi dovrà rispondere». Anna Zafesova Ma il partito chiede di controllare la composizione etnica nelle redazioni tv Oggi la Duma rivota la condanna al deputato, anche se non è certo che passi 4 A <ÉtIÉ Albert Makashov (a destra) parla durante un comizio del Pc a Mosca A destra l'articolo dell'Herald Tribune che ha ripreso la polemica provocata dalla sua intervista a «La Stampa»
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