Commercio, Europa e Usa pronte allo scontro

Commercio, Europa e Usa pronte allo scontro Washington prepara un piano di sanzioni per penalizzare l'export. Bruxelles ricorrerà a Ginevra Commercio, Europa e Usa pronte allo scontro Santer replica agli americani nella «guerra delle banane» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Washington ha due settimane di tempo per ritirare la sua minaccia di un dazio del 100% su decine e decine di prodotti europei; trascorso questo termine Bruxelles passerà all'azione, portando la disputa di fronte alla Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio. E' questo il senso di una lettera spedita martedì dal presidente della Commissione europea Jacques Santer a Bill Clinton: un messaggio che porta la «guerra delle banane» ai massimi livelli istituzionali e rischia di trasformarla in un conflitto ad alta intensità. Lo scontro sulle importazioni di banane - il trattamento preferenziale accordato dall'Ue ai Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico a discapito di quelli latinoamericani è stato contestato dagli Usa e condannato dalla Wto, ma nemmeno il nuovo regime deciso da Bruxelles soddisfa Washington, che per questo ha annunciato le sanzioni si è allargato infatti martedì a una lista di prodotti che spazia dal pecorino alle macchine per cucire, e potrebbe adesso creare danni all'economia europea - in particolare a quella italiana - e aprire forti tensioni tra i due continenti. Santer chiede infatti al Presidente statunitense di «considerare personalmente e con urgenza» la disputa in coreo per arrivare a una risoluzione pacifica, ma avverte anche che i Quindici considerano inaccettabili le «azioni unilaterali» annunciate da Washington, che «rappresenterebbero una chiara rottura degli obblighi degli Stati Uniti in sede Wto» e «danneggerebbero i programmi di una positiva cooperazione tra l'Ue e gli Usa». E il presidente della Commissione mette in guardia Clinton, affermando che la mossa statunitense non solo rischia di «minare la fiducia nella Wto da parte dei suoi membri», ma potrebbe anche avere conseguenze più gravi. «Credo che perseguire un'azione di questo genere contro l'Unione europea, che è il maggiore e il più aperto dei partner commercia¬ li degli Stati Uniti, sarebbe un grave errore di giudizio politico scrive Santer - in un momento in cui dovremo lavorare insieme, condividendo la responsabilità, per alleviare le difficoltà economiche del mondo. Ci sono argomenti molto più importanti delle nostre differenze sul regime delle banane». Il messaggio che arriva dall'Europa è chiaro: le nuove regole sulle banane che non soddisfano gli Stati Uniti potranno essere ridiscusse, ma solo utilizzando le procedura di arbitrato prevista dalla Wto, visto che «nessun membro della Wto ha il diritto di determi¬ nare unilateralmente, senza ricorso a questa procedura, se un altro membro osserva le regole». Se invece gli Usa andranno dritti per la loro strada, la Commissione «dovrà sollevare l'argomento» già il 25 novembre prossimo davanti all'Organizzazione. La posta in gioco - del resto - è alta, sebbene non sia per ora possibile calcolare esattamente quale potrà essere l'effetto dei dazi del 100% - dazi «proibitivi» li definisce lo stesso dipartimento del Commercio - sui beni europei. Questo perché Washington si è data tempo fino al 15 dicembre per selezionare una serie di prodotti compresi nella lista, e fino all'I febbraio (con una possibile proroga al 3 marzo) per applicare le sanzioni. Ma già ieri il portavoce del commissario europeo al Commercio Leon Brittan ha avvertito che «la Usta arbitraria messa a punto dalle autorità americane» rischia di avere «effetti importanti sull'economia europea». Bruxelles calcola infatti che se le sanzioni dovessero essere imposte a tutte le voci dell'elenco pubblicato dagli Usa, il valore dei beni colpiti ammonterebbe a 1,38 miliardi di Ecu, poco meno di 2700 miliardi di lire. E per l'Italia il conto potrebbe essere particolarmente pesante: nelle proiezioni diffuse ieri a Bruxelles il nostro Paese figura al secondo posto, dopo la Germania, per il valore delle esportazioni che verrebbero colpite dai dazi: in tutto si tratta di 331,7 milioni di Ecu, più di un quinto del totale, pari a circa 640 miliardi di lire. Francesco Manacorda I QUINDICI A RISCHIO Ammontare dèlie esportazioni europee che potrebbero essere colpite da dazio in Usa, in migliaia di Ecu ^Q|l9.S33 GRECIA | j 59.102 | |47J52 L. I«* BELGIO E LUSSEMBURGO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA IRLANDA ITALIA m 0UNM .043 GERMANIA GRAN BRETAGNA ~\ 331.891 | PORTOGALLO SPAGNA SVEZIA 166.866 311.7161 44.787 | 171.814 1 |ff.47l Jj 41.279 TOTALE U.E. 1.387J24 Renato Ruggiero segretario dell'Omo. Organizzazione mondiale del commercio

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Francesco Manacorda, Jacques Santer, Leon Brittan, Renato Ruggiero, Santer