«Spiegate come spendete i fondi dell'otto per mille» di Marco Tosatti

«Spiegate come spendete i fondi dell'otto per mille» Nuove regole per le diocesi dalla Cei «Spiegate come spendete i fondi dell'otto per mille» «Il vescovo si consulti prima di decidere» «Ma l'inchiesta su Giordano non c'entra» COLLEVALENZA (Todi) DAL NOSTRO INVIATO La Conferenza Episcopale detta nuove regole ai vescovi in materia di soldi, e soprattutto dell'8 per mille, che nel 1998 ha fruttato la cifra ragguardevole di quasi millequattrocento miliardi (1326 miliardi e 700 milioni). L'inchiesta sul cardinale Giordano, il vescovo di Napoli coinvolto in un'indagine sull'usura, non c'entra nulla, come spiega monsignor Attilio Nicora, Delegato della Presidenza Cei per le questioni giuridiche; ma comunque questa assemblea straordinaria dell'episcopato italiano ha discusso e oggi voterà una delibera molto particolare. I soldi dell'8 per mille vengono distribuiti per circa due terzi fra le diocesi. Nel 1997 erano 828 miliardi. Una bella cifra. I vescovi devono rendere conto alla Cei di come li hanno spesi. E cresce anche fra i fedeli il desiderio di essere informati. «Sta crescendo a livello locale dice monsignor Nicora - l'esigenza che si cammini verso forme di progressiva trasparenza. La gente vive in un contesto in cui le notizie corrono, la gente è abituata a dar conto a sua volta di tante cose e ad aver conto da altri, e quindi sarebbe sciocco immaginare che la Chiesa possa sottrarsi a tutto questo. E poi già a partire da esigenze ecclesiali questo dovrebbe essere doveroso». In questo campo la Conferenza Episcopale vuole muoversi in due direzioni. La prima riguarda l'8 per mille, perché «sull'8 per mille la Cei ha qualche potere preciso». Il Concordato la impegna a rendere conto allo Stato di come sono stati spesi quei soldi; e allora può chiederne ragione alle diocesi. Finora c'era una «circolare» che lo chiedeva; da oggi c'è una delibera formale che lo impone. «Ma il problema non è solo di dire come si sono spesi, quei soldi, ma di decidere la spesa in una maniera un po' più partecipata». La responsabilità è del vescovo, «però sarebbe meglio che il vescovo decidesse dopo aver sentito il consiglio diocesano per gli affari economici e il collegio dei consultori». Ma il caso Giordano proprio non c'entra per nulla? Monsignor Nicora nega: «Questo è un discorso che con gli incaricati diocesani, ho cominciato nel Il vescovoil cardinale MiNel '98 lha ricevu1400 m di Napoli, hele Giordano a Chiesa uto quasi miliardi mese di gennaio e di febbraio. E' maturato, oltre che da qualche esperienza mia, anche dalle voci degli incaricati diocesani. Perché qualche vescovo decideva le assegnazioni non attraverso consultazioni ma di sua iniziativa. C'è il rischio che il vescovo venga preso dalla mendicità di taluni e finisca a distribuire a pioggia, invece che fare dell'8 per mille un uso programmato, intelligente. Se invece cede al parroco che grida di più...». E in qualche caso - hanno segnalato a monsignor Nicora gli incaricati diocesani dell'Istituto per il Sostentamento del Clero - si sono trovati con il rendiconto annuale fatto e spedito alla Cei senza che loro ne fossero al corrente. D'ora in poi per assegnare i fondi dell'8 per mille il vescovo dovrà consultarsi con i due consigli. «E' una delibera che diventa vincolante, per i vescovi. E per dire che si cerca di fare anche un po' forza abbiamo scritto come ultimo capoverso che la Presidenza della CEI è abilitata a trattenere le somme dovute fino a che non giunge il rendiconto dell'anno prima». Vale a dire: se non arriva il rendiconto, la Cei non versa alla diocesi i soldi freschi. Sull'8 per mille la Conferenza Episcopale può usare un po'di voce dura; ma su tutto il resto no, perché in ogni diocesi l'unico assoluto responsabile (in teoria) è il vescovo. «Ma sul resto possiamo fare solo un'opera promozionale. E infatti il discorso fatto stamane e poi ripetuto nel pomeriggio nei gruppi di studio (ieri, ndr) va in questa direzione. Sarebbe un po' assurdo che si facesse chiarezza sull'8 per mille e non si facesse chiarezza sulla complessa realtà delle situazioni diocesane e parrocchiali». La Chiesa è però preoccupata. Per gli effetti negativi del «caso Giordano», ma forse anche di più per le conseguenze del nuovo sistema fiscale, che rende più laborioso per molte categorie di persone scegliere a chi dare l'8 per mille. Sono circa dodici milioni gli italiani che con la loro firma hanno reso la Chiesa ricca come forse non lo è stata mai, dalla fine del potere temporale. Ma i vescovi temono una possibile flessione. Marco Tosatti Nel '98 la Chiesa ha ricevuto quasi 1400 miliardi Il vescovo di Napoli, il cardinale Michele Giordano

Persone citate: Attilio Nicora, Michele Giordano, Nicora

Luoghi citati: Napoli, Todi