«Madri, la legge vi aiuta» di D. Dan.
«Madri, la legge vi aiuta» «Madri, la legge vi aiuta» Caffo: «Così si può partorire e non riconoscere il bambino» ROMA. Perché trattare un figlio come un rifiuto? Perché non dargli una possibilità di vivere e di essere, chissà, più felice di chi l'ha partorito? Ma soprattutto, è proprio vero che una donna, in certe condizioni, non ha altra scelta che disfarsi di un fardello vissuto come insostenibile? «Le strade che portano lontano dalla scelta del cassonetto sono tante», spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. E continua: «Il primo passo da fare è convincere la donna che si sente senza via d'uscita che non è sola. Ma per far questo, bisogna che lei stessa riesca ad avere un momento, soltanto un momento, per pensare». Il primo passo, però, è sempre quello più difficile: trovare uno spazio, in mezzo alla propria disperazione, per far brillare una scintilla di raziocinio. Poi, tutto il resto, viene da sé. La donna che si trovi alle prese con una gravidanza indesiderata, e che per mille e una ragione non abbia deciso di interromperla nei termini di legge, può rivolgersi a qualsiasi ospedale e dichiarare di voler partorire senza riconoscere il bambino. Avrà diritto a tutta l'assistenza sanitaria del caso (e non rischierà complicazioni legate al parto), sarà aiutata dall'assistente sociale e avrà diritto all'anonimato. In alcuni ospedali, anche all'assistenza psicologica. Se non vuole rivolgersi all'ospedale, può ricorrere ai consultori sul territorio oppure alle istituzioni di volontariato. Sono cose ripetute molte volte. Perché, dunque, i neonati continuano a finire tra i rifiuti? E' per ignoranza della legge, oppure per il bisogno di rimuovere un evento, un bisogno così forte da spingere all'infanticidio? Chiunque conosca ima donna in una situazione così difficile, invita Ernesto Caffo, la spinga a servirsi della legge. Il bambino non riconosciuto potrà esser dato in adozione, oppure in affidamento temporaneo, se la madre non è sicura della scelta che vuol fare. [d. dan.]
Persone citate: Ernesto Caffo
Luoghi citati: Roma
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