Piccoli clandestini abbandonali sulle spiagge

Piccoli clandestini abbandonali sulle spiagge Almeno trecento arrivi l'altra notte, intercettati nel Canale di Otranto 36 gommoni stracarichi Piccoli clandestini abbandonali sulle spiagge Tanti bambini negli ultimi sbarchi LECCE. Per capirla, l'emergenzaimmigrati, basta venire sulle coste del Salente- e guardare. Basta guardare i volti dei bambini, i loro occhi tristi dopo la traversata. Arrivano ogni giorno. Tre piccolo kosovari, arrivati da soli ieri, sono rimasti su una spiaggia a stringersi la mano. Invece la piccola Agi è arrivata sabato e ora è in ospedale: lotta per salvarsi. E' grave, ha il cuore malato e attende il trapianto. Sono storie di bambini e dentro queste storie c'è tutto il dramma dei popoli in fuga. Nelle ventiquattr'ore scorse, altri 300 immigrati sono arrivati in Puglia. Sono ospitati nei due centri di accoglienza. Anche i tre piccoli kosovari. Hanno viaggiato su un gommone insieme a gente che non conoscevano. La mamma, in Albania, era salita su un altro gommone. Le imbarcazioni sono poi approdate in punti diversi dalla costa pugliese. E i tre bambini, il più grande dei quali ha 6 anni, sono rimasti, su una spiaggia vicino ad Otranto, soli, lontani dalla mamma. Gli immigrati che avevano viaggiato con loro sono andati via lasciandoli sulla spiaggia. I piccoli si sono stretti la mano e hanno chiesto aiuto. Piangevano, avevano paura. I carabinieri li hanno confortati e, dopo tre ore, li hanno riconsegnati alla mamma che si disperava per averli perduti. Agi è una bambina curda di un anno, viene dall'Iraq. Ha il cuore malato. Le ci vorrà, per vivere, il trapianto. E' arrivata in Italia con la Zeynep, una motonave-rottame che ha scaricato sabato a Capo Santa Maria di Leuca, dopo dieci giorni di navigazione in condizioni disumane, 230 immigrati. Agi è nel reparto cardiologia dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, sottoposta a terapia intensiva. La mamma e il fratellino di 5 anni possono solo guardarla dal di là del vetro. Affetta da una malformazione cardiaca, la piccola respira a fatica. Ha la broncopolmonite. «La situazione infettiva è grave» dice D dottor Leonardo MUella, direttore del reparto, e il primario, il dottor Domenico Mele, aggiunge che il cuore va meglio, ma finché non sarà debellato il focolaio broncopolmonare la piccola Agi non potrà essere fuori pericolo. Solo dopo potrà essere messa in lista per il trapianto. La piccola Agi ha viaggiato nella stiva della nave e, per entrarci, ha attraversato, in altri dieci giorni, le montagne. Il papà non è con lei. E' rimasto in Iraq, è stato arrestato il giorno prima che la sua famiglia partisse e raggiungesse in autocarro Antalya, in Turchia, dove la Zeynep ha preso il mare. Agi, denutrita, è arriva in Italia stremata. Un militare della Guardia di Finanza l'ha presa in braccio e l'ha affidata ai medici. Ricoverata nell'ospedale di Tricase, è stata poi trasferita a Bari. La sua storia italiana è cominciata così. Nelle ultime ore, fra i 300 immigrati giunti in Puglia, di bambini ce n'erano moltissimi, soprattutto curdi e kosovari, con gli stessi sguardi e la stessa tristezza. Nei centri di accoglienza di Melendugno e Casalabate, trove¬ ranno un letto e qualcosa da mangiare, un po' di quiete e un medico. Poi, con un permesso di soggiorno in tasca, il viaggio proseguirà, verso la Francia, la Svizzera, la Germania. E sempre ieri i finanzieri sono riusciti ad arrestare, a Torre Sant'Andrea, due scafisti albanesi che, dopo avere scaricato i profughi, tornavano in Albania. In serata, dopo una serata di mare calmo, le acque dell'Adriatico erano agitate. Ma non è detto che questo freni gli sbarchi. «Qualcuno parte anche in queste condizioni» dice Pietro Spanò, tenente della Guardia di Finanza. Dopotutto è dal '91 che arrivano. E non sarà il mare grosso a fer¬ marli. Se in Puglia l'allarme resta rosso, il clima politico si raffredda a Roma. H principale intervento è stato del presidente del Consiglio D'Alema, impegnato nel Question time alla Camera. «Sempre meglio avere persone che vivono nella legalità, che pagano le tasse e hanno una famiglia, che non clandestini che fanno lavoro nero e vengono avviati alla prostituzione e ad altre attività criminose». In altre parole, meglio regolarizzati che clandestini. Ma Firn, presidente di An, lancia l'allarme razzismo: «In assenza di regole sull'immigrazione, in Italia è in agguato il rischio di xenofo¬ bia». [s. t.] D'Alema alla Camera: meglio regolarizzati che clandestini Ma Fini: senza regole c'è rischio xenofobia Sotto i bambini abbandonati sulla spiaggia. A destra un'immagine dei profughi sbarcati ieri

Persone citate: D'alema, Domenico Mele, Leonardo Muella, Pietro Spanò, Torre Sant'andrea