Ore di coda per un sorriso

Ore di coda per un sorriso Ore di coda per un sorriso «Nelle loro canzoni c'è la nostra vita» IL POPOLO DEI GIOVANISSIMI MILANO ANNO chiesto il permesso in famiglia, dato per un giorno l'addio alla scuola, e adesso sono qui, dietro alla tripla transenna davanti all'hotel Principe di Savoia. Sono spettinati, colorati, con il piercing o lo zainetto, vanno dai tredici ai vent'anni e in comune hanno una passione e il fiato in gola, che li fa urlare per ore. «Madonnaaaa...», gridano ogni due minuti. Sperando nell'apparizione della signora Ciccone, blindata nella suite insieme a due parrucchieri, due truccatori, un personal trainer e un istruttore di yoga. «Perché sono qui, perché la amo. Perché nelle sue canzoni mette le mie idee, anche quelle che non riesco ad esprimere», assicura Andrea Vitale, 17 anni da Guidonia, occhi verdi e maglione in tinta, una notte in treno da Roma, un giorno davanti a queste transenne e poi ieri notte davanti al Filaforum, alla disperata ricerca di un biglietto per l'Mtv Awards. «Ho in tasca trecentomila lire, duecentocinquanta sono per il bagarino se mi trova il posto. Per mangiare mi basta il resto. E poi anche Madonna aveva 37 dollari in tasca, quando è sbarcata a New York e non era nessuno...», azzarda il paragone, lui che sogna di fare il ballerino ma per adesso si accontenterebbe anche di un sorriso da parte di Madorma. «L'ho già vista una volta, a Roma quando è venuta a presentare Evita. E poi ho visto la sua villa a Miami, accanto a quella di Silvester Stallone», fa l'elenco, insaziabile del suo mito. «Ho visto gli Aqua, ho fotografato Busta Rhymes, ho salutato Alanis Morissette quando è apparsa alla finestra, ma non ho ancora visto lui, non ho visto Scott», si morde le unghie laccate di blu Lisa, quindici anni giusto domani, capelli neri, occhiali e giubbotto scuro. Uuello Scott di cui parla, sarebbe uno dei Five, gli ultimi cinque inglesi che fanno impazzire le ragazzine, surriscaldare le piastre ed e velare di lacrime il volto di chi riesce a vederli, anche per un secondo, a meno di dieci metri. «Ci piacciono perché sono belli, perché hanno ritmo e fanno venir voglia di parlare. I testi delle canzoni? Boh, forse parlano d'amore...», non ci giura Milena, quindici anni, la pelle scura e in testa una classifica ideale. Prima Scott, poi i Five tutti insieme, a seguire i Backstreet Boys. «Madonna? No, è più roba da grandi...», assicura. Mentre intona «When the lights goes out». E parte il coro. La cantante degli Aqua, capelli rossi e faccia da Barbie come da regolare canzone, appare per un attimo davanti all'ingresso dell'hotel, tra la fila di taxisti che imprecano, i poliziotti che son qui dalle quattro del mattino e quelli del servizio d'ordine che fanno quello che possono. «Ciaoooo», la chiamano durante la passerella. Ma è solo alle 16 e 20, quando la Mercedes nera scortata da un altra Mercedes nera, scivola lungo la discesa dell'hotel, inizia il delirio. «E' Madonna!», dice uno. E sono in duecento che partono all'inseguimento, manate sui vetri e fa niente se dentro c'è solo la piccola Lourdes Maria Ciccone, un fagotto di due anni in braccio alla tata. «Giura, giura che non era Madonna», implorano per dieci minuti. Fino all'arrivo del taxi, farcito di vestiti di Dolce & Gabbana, il preferito dalla star. «Allora è ancora dentro», si calmano. Mentre arriva un altro carico griffato Versace, portato da due gorilla che spariscono dietro alla porta girevole dell'ho¬ tel, la porta del Paradiso per chi non può attraversarla. «A me piacerebbe vedere i Savage Garden. O Ricky Martin. Forse sono qui», si aggrappa alla speranza Laura, 17 anni di Cesano Maderno, anellino al naso, cappottone scuro e quaderno in mano. «No, non è per gli autografi... Domani ho il compito di diritto», quasi arrossisce, divisa tra il dovere e la voglia di non perdere nemmeno un secondo di questa sfilata. «Ma George Michael dov'è?», si informa comunque mentre a un metro parte il coretto di «Ray of light», l'ultimo successo di Madonna, cantato strofa per strofa, parola per parola. «Questa canzone mi ha insegnato che ognuno di noi ha un suo raggio di luce speciale e che bisogna tenerlo acceso», filosofeggia Paola di Senago, 23 anni, rossetto viola, occhi bistrati, in attesa dalle 10 del mattino. Fino alle 19 e 50, quando Madonna appare che sembra un angelo. Circondata dalla scorta, vola nella Mercedes nera preceduta da un'auto della polizia. «E' lei...», riparte il grido di battaglia, dopo questa giornata di urla, canti, preghiere e speranze. E lei alza appena la mano, più una benedizione che un saluto. Ai fotografi prima, ai trecento scalmanati che la rincorrono per un pò e poi tornano qui, inossidabili dietro alla tripla transenna. Fino a sera, fino a notte, sventolando il cartello che assicura Scott, quello dei Five, che per questa ragazzina lui è «my only love». Amore, la parola più ricorrente. Amore che non tradisce e fa niente se si tratta di un poster, di una voce in una canzone o di un'apparizione che sotto ai flash, dura meno di un attimo. «Se potessi parlare a Madonna, le direi solo: "Grazie di esistere. Non lasciarci mai"», spiega Claudio, giubbotto nero, sciarpa bianca e quel solo pensiero in mente. Lo stesso dei trecento qui davanti, del migliaio che andranno al Filaforum e dei due miliardi di spettatori, questa sera incollati davanti a Mtv. Fabio Potetti Tra cori, spintoni e transenne parte la caccia al biglietto dai bagarini A sinistra: la folla in attesa delle star agli European MTV Awards di Milano

Luoghi citati: Cesano Maderno, Miami, Milano, New York, Roma, Senago