Inverno da incubo per la Russia

Inverno da incubo per la Russia Freddo record e spettro della fame dopo il pessimo raccolto e il blocco dell'import causato dalla crisi Inverno da incubo per la Russia / meteorologi e ipolitici: sarà terribile Quello in arrivo sarà per la Russia un inverno di freddo e di fame. Il raccolto di questa estate è stato uno dei peggiori degli ultimi decenni, la crisi economica e la svalutazione del rublo rendono proibitive le importazioni di alimentari e, per giunta, ieri i meteorologi russi hanno annunciato l'arrivo di uno degli inverni più gelidi della storia del Paese. Il freddo si fa già sentire in tutta la Russia. A Mosca ieri notte il termometro è sceso a 19 gradi sotto zero. E in Jakuzia venivano registrati 42 gradi sotto zero, un record per la stagione. Un gelo insolito per metà novembre: Alexandr Vassiliev, specialista del Centro di meteorologia, ha raccontato che temperature così basse in questa stagione si erano registrate l'ultima volta 20 anni fa. E, secondo i pronostici dei meteorologi, l'inverno che incombe sarà il più freddo degli ultimi 30 anni. Nove persone sono già morte di congelamento nei giorni scorsi solo nella capitale. E se a Mosca si trattava per lo più di senzatetto e ubriachi che dormivano in strada, nell'Estremo Oriente russo la gente rischia di rimanere congelata nei propri letti. Fuori ci sono meno 15 gradi, dentro meno dieci. Non ci sono soldi per comprare il carburante e pagare l'energia elettrica. Nella penisola della Kamciatka le autorità sono state costrette a utilizzare, per produrre elettricità e dare luce e calore alla città di Viljutchinsk, i motori di tre sottomarini nucleari. Ma la situazione più drammatica si è creata in Ciukotka, sul Mare di Bering. In un angolo lontanissimo del mondo che si chiama Mys Schmidta 4000 persone stanno aspettando che venga deciso il loro destino. In questa e molte altre zone dell'Artico russo le provviste e il carburante arrivano una volta all'anno, in estate, quando il ghiaccio sul mare si scioglie. L'estate '98 è stata però turbata dalla crisi economica, e i rifornimenti non sono arrivati. Ora alla petroliera che dovrebbe portare le 8 mila tonnellate di gasolio necessarie alla sopravvivenza di Mys Schmidta rimane solo una settimana prima che le acque ghiaccino, fino alla primavera prossima. Se non arriverà entro otto, al massimo dieci giorni, tutta la popolazione dovrà essere sgomberata. Ma l'allarme suona anche per zone meno remote, come la regione di Murmansk, al confine con la Norvegia, dove le autorità, nella disperazione, non hanno esitato a chiedere soccorso ai vicini scandinavi. Sull'aiuto di Mosca non si conta più. Perfino regioni fino a ieri ricche temono oggi la penuria. Come quella di Kaliningrad - l'enclave russa nel Baltico - che non teme il freddo, ni a da anni ormai comprava il 90 per cento dei prodotti alimentari all'estero e ora vive di aiuti umanitari dalla Polonia. Oltre al «generale inverno», l'altro pericolo è la carenza di prodotti alimentari. La Russia non ha mai prodotto abbastanza grano e carne per soddisfare i propri bisogni. Il rac- colto agricolo di quest'anno poi è stato catastrofico. E ora Mosca non nasconde di sperare sugli aiuti dell'Occidente, in primo luogo dell'Unione Europea. Il premier Evghenij Primakov ha dichiarato ieri che la Russia non ha chiesto aiuti umanitari, ma - se arriveranno - «non li rifiuterà». A solle¬ citare soccorso dall'estero è stato ieri anche Alexandr Lebed, eletto da sei mesi governatore della regione di Krasnojarsk. Secondo il generale, quest'inverno le regioni più povere della Russia possono andare incontro a una vera e propria fame. Anna Zafesova La regione di Murmansk chiede aiuto ai vicini scandinavi. In Estremo Oriente si prepara lo sgombero Fosche previsioni del generale Lebed «La carestia farà strage tra i poveri» L'inverno russo è già arrivato I generale Lebed (a destra) teme il peggio MOSCA NOSTRO SERVIZIO

Persone citate: Alexandr Lebed, Alexandr Vassiliev, Anna Zafesova, Evghenij Primakov, Lebed