Sul 513 duello magistrati-avvocati

Sul 513 duello magistrati-avvocati Sul 513 duello magistrati-avvocati L'Anm: sciopero sconcertante. «Basta intimidirci» ROMA. Si acuisce lo scontro magistrati-avvocati per la sentenza della Consulta sul 513. Il direttivo della Camera penale di Roma si autodenuncerà oggi alla Procura della Repubblica, in segno di solidarietà nei confronti dei colleghi che potrebbero finire sotto inchiesta per essersi astenuti dalle udienze. La loro protesta anti513, giunta al terzo giorno, ha suscitato infatti le reazioni di alcuni pm, che li hanno denunciati per interruzione di pubblico servizio. L'iniziativa di autodenuncia sarà illustrata oggi al summit del direttivo penalisti. In contemporanea si riunirà anche la giunta Anm, che boccia la protesta come «sconcertante e controproducente». Intanto il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto ha incontrato una delegazione del Consiglio Nazionale Forense, offrendo un tavolo di confronto sulla giustizia. «Non posso che ribadire la volontà di dialogo - ha detto -. La maretta non dipende dal Governo. Io ho incontrato non a caso gli avvocati, facendo proposte concrete per uscire da questo clima di rissa che non aiuta nessuno, neanche loro. Forse il confronto può svelenire il clima. Un clima che da circa 10 anni è così, non bastano 15 giorni per rasserenarlo». Ma, nonostante la disponibilità del Guardasigilli, gli avvocati restano sul piede di guerra. Il presidente della Camere Penali Giuseppe Frigo punta l'indice contro quella «minoranza forte ed oligarchica» di pm che ha reagito in maniera «indebita» a una «protesta legittima». «Se pensavano di intimidirci non si illudano. Passerà molto tempo prima che gli avvocati si rassegnino a restare imbavagliati e a trovarsi davanti un manichino piuttosto che un teste vero e proprio». Frigo chiede «rispetto». «Noi rispettiamo il loro dissenso sul 513, loro dovrebbero rispettare la nostra contrarietà alla sentenza della Consulta. Purtroppo il loro atteggiamento è di rifiuto, non lascia spazio al dialogo. Mi dispiace, soprattutto alla luce dell'invito del Guardasigilli. Noi stiamo calmi. I magistrati facciano altrettanto e smettano di minacciarci. Solo così potremo sederci civilmente a un tavolo». Ma dal fronte dei magistrati non tira aria molto positiva. «E' sconcertante e controproducente un prolungato sciopero degli avvocati - dice una nota dell'Anni - con grave danno per la giustizia, interesse fondamentale di tutti i cittadini. Speriamo che cessino gli atteggiamenti unilaterali di esasperata conflittualità, non utili alla difficile ricerca di soluzioni che richiedono un ripensamento più complessivo del nostro sistema processuale penale, che compete al Parlamento». Anche il Csm condanna la protesta dei penalisti, ma più cautamente. «Un'astensione comunque inopportuna - osserva il laico Giovanni Di Cagno (Ds) -, Certo le forzature non sono condivisibili, né su un versante né sull'altro. Bisogna recuperare un tavolo di trattativa comune». «Uno sciopero su una sentenza della Consulta rincara il togato Ippolisto Parziale (Mr) - è un fatto eccezionale, ma la legge sullo sciopero va applicata. Oggi è necessario un confronto per il normale funzionamento della giustizia», [r. i.l

Persone citate: Frigo, Giovanni Di Cagno, Giuseppe Frigo, Oliviero Diliberto

Luoghi citati: Roma