Più veloci della luce di Lietta Tornabuoni

Più veloci della luce F PERSONE =1 Più veloci della luce ONO arrivate più veloci della luce le proteste per la ti aomissione televisiva di «Pulp Fiction» di Quentin Tarantino, da parte di certe associazioni filobambini decise a non sentire ragioni: il film ha subito per la tv ulteriori tagli? Fa lo stesso. Il suo orario era fissato alle undici di sera? Non importa, a un bambino può sempre capitare di vederlo. La storia è ironica, grottesca, non si prende né vuol essere presa sul serio? E' uguale. E' davvero uno strano sentimento quello che anima non soltanto queste proteste specifiche ma anche quelle richieste di divieti, proibizioni e limiti che diventano sempre più numerose e vibrate. Che si vogliano salvaguardare i bambini da rappresentazioni impressionanti, pedagogicamente è discutibile e discusso, ma insomma si capisce: però la protezione dei bambini non può ridurre la libertà degli adulti, né trasformare il Paese e i suoi media in un asilo infantile, né circondare tutto di eufemismi, accorgimenti, ipocrisie, melensaggini. E poi, chi dovrebbe pensarci? La televisione? Lo Stato? Le autorità? 1 carabinieri? Una volta fissate certe regole di prudenza, è insensato pretendere interventi censori pubblici, pensare di delegare a istituzioni o para-istituzioni la cura morale o moralistica dei piccoli: ciascuno assolva al proprio compito, anche i genitori. Il fatto è che in faccende del genere i genitori hanno spesso maggior buon senso di chiunque e non c'entrano molto: è più frequente che le proteste vengano da associazioni impossibilitate a intervenire sulle realtà anche terribili che coinvolgono i bambini; per dar prova della propria esistenza, del proprio attivismo, a volte della propria legittimazione a ricevere finanziamenti pubblici, ad alcune di simili associazioni non resta che esercitarsi su spettacoli, giornali, pubblicità, rappresentazioni. Più veloci della luce, i telegiornali stanno invece di- I Pl i legi< ventando del tutto incomprensibili: vengono letti con una rapidità fantastica, con una precipitazione irragionevole, come se una fretta frenetica fosse imposta da chissà quale prezioso programma seguente, come per una scommessa a inzeppare mille parole senza lasciarne capire due. Per di più, il modo di accentare o ritmare i periodi segue le esigenze dei fiati nell'esposizione, anziché seguire la logica del discorso: il che trasforma le notizie in una sfrenata sarabanda, in una rincorsa impossibile. Magari è meglio così. RITORNO Può essere persino divertente riconoscere sotto la dizione «carbon tax, la tassa ecologica» il solito aumento del prezzo della benzina che nei decenni s'è sempre accompagnato a stangate o leggi finanziarie. Ma ascoltare altre espressioni dà il senso d'un ritorno: crostata, ribaltone e antiribaltone e ribaltino, Bolognina, pianista, Gargonza delle donne o Gargonza rosa, noi picconatori siamo topolini... Per qualche tempo, dopo Tangentopoli e dopo il disfarsi nominale e organizzativo dei vecchi partiti della storia della Repubblica, il gergo professionale dei politici era sparito: lasciando il posto (anche a causa dell'approdo alla politica di persone inesperte) a modi d'esprimersi popolareschi, infarciti di proverbi e termini dialettali antiquati, di pessime battute, di scherzi o insolenze penosi. Impossibile rimpiangerli. Ma adesso eccolo, il linguaggio dei politici settario e misterioso è tornato: un'altra restaurazione. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Quentin Tarantino