«Seppellire le quote latte la nostra parola d'ordine»
«Seppellire le quote latte la nostra parola d'ordine» «Seppellire le quote latte la nostra parola d'ordine» IL LEADER DELLA PROTESTA Ri MILANO AGAZZI, la nostra parola d'ordine è: seppellire le quote latte». Megafono appollaiato su un Caterpillar che giganteggia minaccioso sulla statale Rivoltana: Giovarmi Robusti, il leader riconosciuto dei contadini-produttori, spiega quale sarà la «strategia di lotta» dei prossimi mesi. Ma non vi siete stancati di tornar sulle strade anche questo autunno? «Macché. Mi sa che si stancherà prima qualcun altro. Siamo tornati in strada per dimostrare che non siamo scomparsi ma che siamo migliaia, arrabbiati e tutti compatti e per chiedere al presidente del Consiglio D'Alema una soluzione politica al problema delle quote latte». Niente guerra a colpi di liquame? «No, gli animi per ora sono tran- quilli. Ma questa è l'annata decisiva, sia per la chiusura della vertenza che da tre anni ci impedisce la compensazione e quindi la restituzione dei quattrini, sia per...Scusi, ha capito com'è la storia della compensazione?» Spieghi lei. «In pratica succede cosi: ci sono alcune aziende che producono più latte del dovuto, questo latte in eccedenza non viene pagato ma conteggiato e messo lì. Va a compensare le aziende che ne producono me- no della quota loro assegnata. Alla fine il caseificio dovrebbe fare i calcoli e distribuire i soldi a seconda del prodotto consegnato. Solo che con tutto questo casino sulle quote, gli acquirenti stanno tirando in lungo perchè aspettano di sapere come andranno fatte le compensazioni e i produttori iniziano ad essere strangolati, perchè per noi ritardi di 6-7 mesi, sono letali». Robusti, scusi, ma D'Alema cosa dovrebbe fare? «A D'Alema chiediamo di assumere in modo definitivo il problema, di ignorare i pesanti condizionamenti che la parte democristiana del suo governo tenterà di frapporre a un'equa soluzione e di chiudere la partita con la restituzione dei soldi, ancora oggi nelle tasche delle imprese di trasformazione. E, dopo la sanatoria, la definitiva sepoltura del regime delle quote latte». E' sicuro che da parte vostra non ci siano responsabilità? La Ue vi accusa di non aver mai tenuto conto delle quote che vi spettavano. «Non è così. La malsana gestione delle quote non è dipesa da noi ed è stata molto più di una calamità naturale. Bisogna prendere atto che ormai la Corte dei Conti, la commissione Lecca, i dati portati a Bruxelles, certificano che in Italia non c'era e non c'è più latte di quello della quota. La verità è che alla fine i cittadini hanno pagato, con la finanziaria, per del latte inesistente». Ora che farete? «Per il momento, dopo questa giornata, torniamo a casa e nei campi. Aspettiamo solo delle risposte. A gennaio, se non saranno arrivate, daremo battaglia». Anche se già siete sotto inchiesta? «Dalle edicole abbiamo ricevuto 500 avvisi di garanzia. Io dubito che ci arriveranno davvero». lp. col.] «Sono da tre anni che aspettiamo di chiudere la vertenza e di avere indietro i quattrini Poi diremo addio a questo regime di pagamento» Giovanni Robusti
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