Il «Cuore»? Non è solo di De Amicis

Il «Cuore»? Non è solo di De Amicis Scoperta la fonte Il «Cuore»? Non è solo di De Amicis TORINO. «Cuore» non è tutta farina del sacco di Edmondo De Amicis. Per scrivere il romanzo che gli avrebbe dato il successo internazionale, si avvalse di un libro scritto quindici anni prima da un insegnante torinese, che raccontava le vicende di una classe scolastica dell'ex capitale sabauda, da cui prese molti spunti per la sua opera che vide la luce nell'ottobre 1886 dall'editore Treves. Si trattava di Enrichetto ossia il Galateo del Fanciullo del professor Costantino Rodella, «operetta premiata con medaglia d'oro dal Municipio di Torino», edito nel 1870 da Paravia e ristampato - in edizione riveduta e ampliata - quattro anni dopo. Di questa fonte ispiratrice, in rapporto a Cuore, finora non si sospettava l'esistenza: ad ipotizzare un collegamento tra i due testi è stato Luciano Tamburini, uno dei maggiori conoscitori dell'opera di De Amicis, ex direttore delle Biblioteche Civiche di Torino, il quale ha rintracciato di recente una copia di Enrichetto presso un antiquario del capoluogo torinese. «Il travaso delle idee di Rodella non è comunque ricalco da parte di De Amicis», spiega Tamburini, precisando che le somiglianze tra le opere dei due sono tuttavia impressionanti. Anche il nome di uno dei protagonisti del romanzo deamicisiano si chiama Enrico (Bottini) preso in prestito quasi sicuramente daU'Enrichetto del «galateo» di Rodella. Ma, avverte Giorgio De Rienzo, altro specialista deamicisiamo, «non parliamo di plagio». De Amicis attingeva a molti, «come fanno gli scrittori, ma in questo caso, di sicuro, non copiava». Le ricerche di Tamburini hanno portato alla luce alla Biblioteca nazionale di Firenze anche un gruppo di lettere inedite del periodo in cui De Amicis era impegnato nella stesura di Cuore. Il capolavoro fu scritto in soli sette mesi e lo si apprende da una missiva (1 giugno 1886) a Emilia Perazzi: «Questa notte, al tocco, dopo sette mesi di lavoro continuo, ho scritto l'ultima parola d'un libro per ragazzini intitolato Cuore». [s. e]

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