In Italia si tiene a bada il privato
In Italia si tiene a bada il privato In Italia si tiene a bada il privato Tetti alla pubblicità, no agli intrecci con igiornali T< ROMA I N Francia si pensa di rafI forzare il pubblico, in Italia, I dove la Rai ha ben 3 reti, di JJ diversificare il privato, Varato un paio di settimane fa l'atteso piano delle frequenze, a gennaio verramio assegnate nuove concessioni. Ci sarà spazio per nuovi imprenditori dell'etere? Sicuramente sì, si augurano al ministero delle Comunicazioni. Anche se resta, pur giuridicamente controverso, lo scoglio degli incroci di proprietà che impedirebbe a editori della carta stampata con oltre il 16% della tiratura globale di possedere anche solo una rete tv. La questione era emersa a proposito di un evontuale ingresso di imprenditori ed editori privati di giornali, tra cui la RCS presieduta du Cesure Romiti, nel mondo dell'etere. Il presidente dell'Autorità Enzo elicli ha sostenuto che la nuova legge 249 supera In precedente legge Mommi che conteneva quel divieto. Ma ha poi precisato di over parlato «o titolo personale», in quanto giurista. Di diversa opinione il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita e altri giuristi. Quanto al neoministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale, le sue prime dichiarazioni sembrano improntate a una grande cautela. In una recente intervista, rispondendo a mia domanda sull'interesse di Romiti o di Letizia Moratti ud acquistare una rete Rai, se venisse priva¬ tizzata, ha risposto che se il processo andasse in porto «l'aspirazione di Romiti o Moratti e del tutto legittima». «Purché sia conforme alle leggi», aggiunge ora, senza sbilanciarsi. Ma la privatizzazione ci sarà? In passato se ne era parlato, sia pure mai in modo ufficiale. Cardinale «da liberoldemocratico» non vorrebbe essere scavalcato da Massimo D'Aleniu (che da segretario della Quercia si era detto favorevole) ma uggiungo prudente: «Ho paura titillo privatizzazioni frettolose, perchè si rischia di ritrovarsi coi libri contabili in tribunale». Lo spazio per allargare In presenza dei privati, riequilibrando il duopolio dovrebbe venire anche dalla riduzione dcll'ulTollumento pubbli¬ citario sui canali privati e pubblici. Un'idea imposta da una direttiva Ue che verrà realizzata anche in Italia. «E' il contenuto più forte del disegno ili legge 1138 che si comincerà a discutere dopo la Finanziaria» spiega Vita. E Cardinale si e già detto intenzionato a una politica ili «continuità» con il suo predecessore Antonio Meccanico. Il programma dell'Ulivo in materia di tv e già stalo in buona patte realizzato da un'altra legge (la 249) che ha fatto nascere l'Autorità per la tv e le telecomunicazioni. E sarà l'Autorità a decidere quando Rete 4 dovrà smettere del tutto di trasmettere via terra per trasferirsi sul satellite, parallelalente alla rinuncia della Rai u trasmettere pubblicità su Rai 3 e comunque, quando le parabole saranno sufficientemente diffuse fra il pubblico. 11 programma ulivista prevedeva con nettezza che nessun soggetto privato potesse avere più di due reti t; che quello pubblico - cioè la Rai - non potesse averne più di due con la pubblicità. La prossima tappa sarà la riduzione della pubblicità. La proposta attua le del governo parla del 18% orario (15% giornaliero) per le reti private, il 12% orario (f>% giornaliero) per quelle pubbliche. Un «tetto» che per i privati è un po' inferiore a quello massimo del 20% previsto dalla direttiva Ue. «Ma abbiamo dovuto tener conto del duopolio e dell'alto numero di reti esistenti in Italia» spiega anioni Vita. [m.g.b.] Le prime dichiarazioni del neoministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale (foto) sembrano improntate a una grande cautela
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