TELE JOSPIN lo Stato si riprende l'etere

TELE JOSPIN lo Stato si riprende l'etere In Francia arriva in Parlamento la riforma tv ma destra e sinistra affilano i coltelli TELE JOSPIN lo Stato si riprende l'etere PARIGI DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Mai riforma televisiva Fu più lunga, dolorosa e criticabile. Dopo 18 mesi di sofferta gestazione, la «cosa» catodica approdava ieri in Consiglio dei ministri. Ricevutone l'imprimatur, LI progetto affronterà il mese prossimo l'Assemblée Nationale. Dove - si mormora - non mancheranno i colpi di scena. La Gauche lo sa. Ed ò conscia che le congiure più insidiose arriveranno proprio da una Sinistra che, in materia, già pratica la fronda con insolenza. «Abbiamo un solo obiettivo: servire il pubblico», dichiara Lionel Jospin, Ma, nell'attesa del servizio, à la perplessità a regnare. Ovunque, Alla futura legge si rimproverano, in simultanea, due difetti antitetici: dirigismo statalista ed eccessiva deregulation. Il primofa denunciare il pericolo d'una ricaduta nell'informazione monopolistica proprio quando l'Europa rosu ne celebra l'irreversibile declino. Imperdonabile, scandisce la Droite. La seconda, cioè la deregulation, pur apprezzando le migliorie, lamenta che s'indebolisca troppo l'autonomia economica per i network pubblici. Donde il rischio di privatizzazioni forzose a medio termino. In altre parole, il governo si ritrova nell'imbarazzo. Ed e quasi un'abitudine, ormai: dopo lo schiaffo ricevuto dalla minoranza parlamentare sul «contratto di unione civile» - un «paramatrimonio gay», come lo definisce la Destra - e le polemiche Chirac-Jospin sulla Grande Guerra, ecco esordire la querelle televisiva. Due le misure chiave di (niella che Le Monde definisce una «mezza riforma». Nasce, anzitutto, «Franca Televisioni». La nviova holding statale accorperà «Franco 2», «France 3», «La Cin- quieme», «La Sept-Arte» ed «Rfo». Ovvero l'insieme dei network televisivi a carattere pubblico. Lionel Jospin vuole centralizzarne amministrazione, strategia, sviluppo. Se per Viale Mazzini, che prepara una pere strojka solo in apparenza analoga (dovrebbe prevalore il decentramentro), la disunione fa la forza, Parigi ò persuasa che i! buon vecchio centralismo blindi meglio un insieme eterogeneo cinque tv - che un'overdose di autonomia. Il super-amministratore delegato diviene quindi il massimo responsabile anche per ciascuna rete. 11 secondo choc è pubbliciario. Finora gli spot occupavano mediamente 12' sulla programmazione oraria. Troppi, secondo l'esecutivo. Li si ridurrà, ope legis, a 5. Decisione virtuosa, ma che lascia l'amaro in bocca seminando vaghe inquietudini sull'avvenire. Giacché il testo si guarda ben»; dall'indicare dove i rispettivi bilanci aziendali pescheranno le risorse che finora garantiva la reclame. Su «France 2» la pubblicità assicura per esempio il 48,4 dei ricavi. Come dimezzarla senza gravare sul canone? La maggioranza sorvola. Con 744 franchi di tassa annuale per ogni apparecchio tv a colori (con esenzione sui miniredditi), Parigi non torchia i telespettatori. Perlomeno in base; alle statistiche europee. Un aumento sareb be però impopolare. Si ipotizza allora il ricorso a una percentuale sugli incassi di lotterie e giochi. Risolverà il problema? Con un budget globale che sfiora i 4500 miliardi, la macchina televisiva di Stato è ingorda. Placarne la faine con palliativi non pare semplice. Anomala ministro della Cultura - laurea in teologia protestante, un debole per le battaglie anti-Le Pen, e infelici esperienze come portavoce governativa (non lo è più) - nell'ormai prossima discussione alla Camera, madame Catherine Trautmann si gioca la poltrona. Appare sin d'ora, comunque, in posizione scomoda. Era partita dicendo che riformare; la tv 6 doveroso. Cosa indubbia. Ma senza domandarsi se, dovere a parte, fossi; possibi le. L'anno e. mezzo di travagli dimostrerebbero semmai il contrario. Giacché per strada la «ministra» ha perso, con l'ottimismo e la fiducia in uno Stato che non soccomba alle lobbies, il 50% della mercanzia. Cioè la novella regolamentazione per le tv non pubbliche. Rimandata sine die. «Tfl», «Mlì» & le altre temevano lacci e lacciuoli nocivi per il business. Moltiplicando incontri, ostacoli, mosse dilatorie... l'imprenditoria televisiva privata riesce a farsi esonerare dalla manovra. E adesso se la ride. Non fosse altro che pei- il masochismo pubblicitario statale, tra i cui perversi effetti collaterali figura lo storno di commesse sulla concorrenza. Catherine Trautmann «regala» a «Tfl», dirottandoli verso le sue casse, 600 miliardi secchi. Vero miracolo per i forzieri di Bouygues, il magnate cementiero con un debole per l'audience. Come ha fatto a spuntarla? Chi ne è davvero a conoscenza, tace. Ma non fa mistero che «Lei» - una tivù via cavo del gruppo - inviti con larghezza alle sue tavole rotonde i politici, peones inclusi, sperando che gratitudine rimi con affari. Quello prima, indecorosa ri nuncia faceva male. Catherine Trautmann provò a consolarsi: mollando la zavorra, in genere si premio quota. Invece no. Cominciarono le interferenze a 360 gradi. La Destra feci; il suo mestiere, lanciando un attacco frontale. Critica un «accorpa mento antistorico», deplorando che Jospin risvegli lo statalismo d'antan. Sarebbe In prova, in flagranza, che il premier non abiu ra gli errori giovanili. Alle accusi; di essere «arcaico» (l'insulto per eccellenza nella Francia attuale) che la Gauche gli rivolge quotidianamente, il gollismo replica negli stessi termini. K a ragione. La «blindatura» di France Télóvision, con le redini in mani) a un direttorio così voleva la stesura iniziale violerebbe la Costituzione. Finché lo dice il leader Rpr Philippe Seguili, la Gauche può far spallucce. Ma il Consiglio ili Stato ne condivide la diagnosi, F. in fondo anche il Csa, lauthority televisiva tran salpina. Morale: la signora Trautmann si dovrà accontentare d'un classico - e forse litigioso eda, (irida vittoria, la Droite. E accarezza l'idea di far capottare la logge o, perlomeno, stravolgerla con emendamenti non stop. Fra i suoi complica involontari, Jack Lane,. Il «nionsieur Culture» di Francois Mitterrand, la cui in fluenza sull'intera ('.anche rima ih; considerevole, pone un dupli ce aut aut. Per farmi votare «sì», spiega, esigo chiarezza sulle ga ranzie di gestione economica. Ovvero: dovi; trovare i solili. Auspica inoltre che il governi) s'ini pegni in maniera circostanziala a riformare le televisioni coni mcrciali. Anche Laurent Fabius, il principale sostegno di Lionel Jospin in seno alla nebulosa cor rentizia Ps, rema contro. Come, a titolo individuale, non pochi socialisti. Lionel Jospin bissa, diremmo, lo scivolone delle unioni civili Voleva una legge che acconten t.tsse tutti senza inimicargli nes Simo? Ebbene, accade il contro rio. Lo stesso Bernard Pivot, l'anchoi' man letterario più cele bri; al mondo che rifiuta da seni pie le avances di «Tfl», chiosa: «Non vorrei creassero un nuovo mostro. La tv statale già brilla per lentezza di ritiessi». Accen (rare le decisioni chiave è talora utile in un'azienda. Ma a livello di ìneganiinistero televisivo, ne scapiteranno rapidità ed e ffica eia, osserva Pivot. Ambiguo an che l'incarico quinquennale elusi vede attribuire fa dirigenza. Prolungare il mandato paraliz zero la dinamica ~^r"y interna, sottolinea \^\. no i critici. Non sa rebbe meglio favotue il ricambio? Ben venga, poi, il «finanzia mento pluriennale», purché non impli chi un «assegno in bianco» per ranci- Tolovision. lutine, per dirla con il produttore Georges Perooud, c'e il rischio che «i ge aerali superino i militari sciupìi ci». Tra sussurri e grida, la legge Trautmann annaspa ancor pri ma che il nemico apra il fuoco a Palais Bourbon. F' l'ottava rifui ma senza dubbio la più ardua dal '72, quando il servizio pub blico venne scisso in due, gli an tonati ili «France 2» e «France 3». La ripartizione e tuttora valida:' ci si domanda. Separare mini inazione nazionale e ti; locali (sulla Terza Rete) poteva andare bene all'epoca. Ma nel '98 sarei) be più opportuno giocare sulle sinergie riunificando il riunifiea bile, sostiene la vox popoli Si mormora che l'Esecutivo ci avesse pensato Capitolando, tuttavia, dinnanzi al boicoltag gio sindacale, Con una forza la voro di 5300 dipendenti, Frutice 'l'elevision non può concedersi un esordio nella conflittualità Benché «La Cinquième» abbia vocazione pedagogica diurna, «La Sepl. Arte» culturale ed «Rfo» serva la Francia d'oltre mare, i francesi si vedono pio porre un ecumenico «abbraccili a !>». Il trust avrà insomma due sole forze trainanti. K libere, gin nino i suoi promotori Malgrado siano passati quasi Ire decenni il fantasma dell'iiOrtf» e ancora vivo. La chiamavano Telede gallile, Ci si augura che Jospin non voglia ritentare il colpii in salsa gauchiste. Enrico Benedetto Nasce France Téle vision, holding pubblica che riunisce i cinque principali network le critiche: statalismo e deregulat ioti eccessii i Ma il nuovo colosso sarà in grado di finanziarsi? —, 1 LA CINQUI EMI LA SEPT-ARTE UFO 0.0.0,0 INFORMAZIONE INFORMAZIONE CULTURALE D'OLTREMARE PUBBLICITÀ: PASSA DA 12 A 5 MINUTI L'ORA; CANONE: 744 FRANCHI [223.000 LIRE], BILANCIO: 4Ò00 MILIARDI DI LIRE DIRIGENTI: UN MANDATO DI CINQUE ANNI, STANZIAMENTI: PLURIENNALI ^y^^^^^ff^^i u r c 0 i. i: i) i ■ itLA CINQUI EMI LA0.0.0INPUBBLICITÀ: PASSA DA 12 A 5 MINUTI L'CANONE: 744 FRANCHI [223.000 LIRE], BDIRIGENTI: UN MANDATO DI CINQUE ASTANZIAMENTI: PLURIENNALI tv ma destra e sina macchina o è ingorda. con palliamplice. istro della in teologia ebole per le Pen, e infeome portaa (non lo è ai prossima a Camera, si a. Nascholdche rprinle cdereMa iin gr

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