Beffato il putto anti-clandestini di Maurizio Molinari

Beffato il putto anti-clandestini Roma: incontro tra D'Alema e il premier Majko per aumentare il contingente italiano e creare centri di controllo Beffato il putto anti-clandestini Gli scafisti albanesi spostano le basi a Nord ROMA. Italia e Albania hanno firmato il rinnovo dell'accordo anti-clandestini che prevede il consistente rafforzamento della nostra presenza militare e, in particolare, l'invio di 300 uomini per impedire le partenze illegali dalle acque di Valona. Ma la criminalità organizzata ha reagito subito, trasferendo le basi degli scafisti più a Nord. Il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, ed il collega schipetaro, Pandeli Majko, hanno siglato ieri mattina a Palazzo Chigi l'intesa anti-criminalità in 10 punti che raddoppia il contingente militare italiano - finora limitato a 200 uomini fra Dimazzo e Tirana creando un nucleo operativo interforze sull'isolotto di Saseno e rafforzando la presenza della Marina a Valona, nel Sud. L'Italia inoltre addestrerà la polizia albanese, collaborerà con pattuglie miste e 007 sul territorio alla caccia agli scafisti, fornirà gratuitamente sistemi informatici ed apparati di comunicazione e realizzerà due nuovi centri di controllo del territorio a Valona e Scutari. «Non dobbiamo dare tregua ai trafficanti che ci sfidano e dispongono di tecnologie più sofisticate dei nostri stessi Paesi», ha detto Majko. «La criminalità opera su entrambe le sponde dell'Adriatico», ha aggiunto D'Alema. La dichiarazione di guerra è arrivata subito a desti¬ nazione e i trafficanti hanno giocato la contromossa: poche ore dopo la stretta di mano a Palazzo Chigi il ministero degli Interni di Tirana rivelava che gli scafisti stavano «spostando le loro basi da Valona verso Nord, a Shengjin». Consapevole delle difficoltà che l'applicazione dell'intesa potrebbe comportare per Majko, D'Alema ha sottolineato che «bisogna colpire i trafficanti e non i rifugiati» e che «è un errore guardare all'Albania come ad un pericolo e criminalizzare le sue autorità, perché l'immigrazione clandestina è promossa in parte notevole anche dall'Italia». Il capo del nuovo governo italiano ha quindi rinnovato l'impegno del precedente esecutivo per il «consolidamento della democrazia» e «l'avvicinamento all'Unione Europea e alla Nato» del Paese vicino. Il premier albanese Majko durante l'incontro a Palazzo Chigi - allargato alle rispettive delegazioni inter-ministeriali aveva infatti tenuto a non limitare all'emergenza-clandestini le relazioni bilaterali. «Siamo un popolo antico, ricco di storia e di cultura e non solo di rifugiati - ha detto -. Non sono venuto qui per fare delle carezze, ma per chiedere maggiore collaborazione fra i nostri Paesi, perché amo la mia nazione anche se non sono nazionalista». Più tardi Majko ha spiegato a «La Stampa» le principali richieste all'Italia di D'Alema: «Sblocco degli aiuti economici già stanziati negli Anni 90; investimenti privati per contribuire alla privatizzazione dei settori energetico, minerario e telecomunicazioni; abbattimento di muri e barriere all'immigrazione legale, vera risposta a quella clandestina». «Ma soprattutto - aggiunge - per far compiere un salto di qualità ai nostri rapporti i politici italiani e quelli albanesi devono smetterla di importare ed esportare le reciproche crisi politiche nei due Paesi». Anche di questo Majko - solo trentunenne - ha parlato negli incontri con Walter Veltroni (Ds), Franco Marini (Ppi) e Maurizio Gasparri (An). E' stato infine siglato l'annunciato contratto per l'assistenza Enel che consentirà agli albanesi di affrontare l'emergenza inverno. Terminata la sua prima mis¬ sione all'estero, Majko è atteso nei prossimi giorni in Grecia, dove discuterà anche i risultati dei colloqui romani. All'inizio di dicembre tornerà invece in Italia per una visita nelle zone calde dell'emergenza clandestini in Puglia assieme al presidente del Consiglio. «Mi recherò in visita nella zona elettorale di D'Alema», ha tenuto a specificare Majko. Maurizio Molinari Il gruppo di profughi soccorso ieri mattina sulla piattaforma Agip al largo di Ancona