«Su Pinochet Pomario vuole l'archiviazione»

«Su Pinochet Pomario vuole l'archiviazione» ROMA Manconi rivela la richiesta del giudice «Su Pinochet Pomario vuole l'archiviazione» ROMA. Luigi Manconi, portavoce del gruppo parlamentare dei Verdi, ha rivelato ieri che, secondo informazioni definite «attendibili» e provenienti «da fonte autorevole», il procuratore aggiunto, Ferdinando Pomarici, «ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di disporre l'archiviazione del procedimento nei confronti di Augusto Pinochet». Manconi ricorda che il procedimento nasceva dalla denuncia presentata alla procura di Milano da Vicente Tarquias Vergaras, fratello di una vittima della polizia del regime di Pinochet e, a sua volta, oggetto di persecuzione. «Nel chiedere l'archiviazione, Pomarici rifiuta - aggiunge Manconi - la qualificazione di "strage" con la quale il ministro di Grazia e Giustizia aveva chiesto l'apertura del procedimento, sostenendo che non di strage si tratterebbe, bensì di omicidio e tentato omicidio plurimo. Sembra incredibile e giuridicamente bizzarro che Pomarici non abbia ritenuto che la pubblica incolumità sia stata messa in pericolo da una sparatoria aperta Il ministro Dilib to dai carabineros contro un gruppo di persone e che ha prodotto un morto e alcuni feriti». Manconi annuncia che i Verdi chiederanno al ministro di Grazia e Giustizia, Oliviero Diliberto, di rinnovare la richiesta di apertura di un procedimento contro Pinochet per tutti i reati denunciati in Italia. Da parte sua Diliberto proprio ieri aveva garantito, nel corso di un convegno a Roma promosso dai Verdi, il massimo impegno sul «caso Pinochet». Il ministro ha spiegato di comprendere «le difficoltà dei magistrati di Milano» e che il segnale politico che come ministro ha mandato «è in sé molto forte». Concludendo: «Tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto. Mi sono preso una grande responsabilità, perché si trattava di fare una scelta, e l'ho fatta. E' forse la prima volta che si utilizza l'art. 8 del codice di procedura penale per i delitti politici, una norma concepita dal regime fascista per perseguire in tutto il mondo i nemici del regime, e che invece oggi è servita per colpire un dittatore». [Agi-Ansa] Il ministro Diliberto

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