« Saddam ha 48 ore per evitare il blitz»

« Saddam ha 48 ore per evitare il blitz» Due scenari se l'Iraq non cederà: bombardamento limitato o una seconda Tempesta « Saddam ha 48 ore per evitare il blitz» Clinton rinvia la partenza del viaggio in Asia WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 0 Saddam Hussein farà marcia indietro nelle prossime 48 ore e riprenderà a collaborare con gli ispettori delle Nazioni Unite o gli americani attaccheranno. Questa volta, dicono alla Casa Bianca, non c'è più spazio per una mediazione come quella che Kofi Annali fece l'inverno scorso. «Saddam sa cosa deve fare», dice David Leavy, un portavoce della Casa Bianca. Il presidente Clinton doveva partire venerdì per un viaggio di dieci giorni in Asia, ma ha deciso di ritardare la partenza di almeno un giorno per dare un'ultimissima chance al dittatore iracheno. «Alcuni Paesi stanno ancora premendo su Saddam perché torni sui suoi passi e la diplomazia ha il diritto di ballare fino all'ultimo», spiega il segretario alla Difesa William Cohen. «Ma ogni danza ha un inizio e una fine. E il tempo sta per scadere». La Casa Bianca sta valutando l'ipotesi di accorciare o addirittura annullare il viaggio di Clinton in Asia se Saddam Hussein non cederà alle ultime pressioni della Bussia, dell'Egitto e di altri Paesi arabi nei prossimi due giorni. Clinton ha due ipotesi militari di fronte a sé - un attacco missilistico breve e mirato, un attacco massiccio e prolungato - e fonti della Casa Bianca assicurano che egli non ha ancora deciso quale direzione prendere. Ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori di fornirgli entro due giorni un rapporto più dettagliato sulle due opzioni e soprattutto sulle conseguenze che potrebbero avere sul terre ■ no e nell'arena diplomatica. Il Pentagono assicura che le forze americane nel Golfo sono sufficienti per portare a compimento sia l'una che l'altra ipotesi. La portaerei Eisenhower già incrocia quella zona e il segretario alla Difesa Cohen ha ordinato che una seconda portaerei, la Enterprise, «si affretti» a raggiungerla. Gli americani dispongono anche di otto incrociatori dotati di un totale di trecento missili Cruise. Nel primo scenario, gli americani scagnerebbero un blitz contro strutture militari e installazioni «sospette» usando prevalentemente i missili Cruise. Obiettivo; convincere Saddam Hussein che gli Stati Uniti fanno sul serio e che l'unico modo di veder revocate un giorno le sa azioni contro l'Iraq e quello di riprendere a collaborare con le Nazioni Unite. Il ragionamento dietro questa ipotesi è che il lavoro degli ispettori sia comunque utile per tenere sotto controllo lo sviluppo di armi chimiche e biologiche in Iraq. Ma c'è una seconda opzione che sembra aver guadagnato terreno nelle ultime settimane, ed è quella di un intervento militare molto più lungo e massiccio, che richiederebbe l'uso non solo di missili ma anche di oltre cento caccia-bom- bardieri. L'obiettivo, in questo caso, sarebbe quello di assestare un colpo durissimo al regime di Saddam. Tra i bersagli possibili: alcuni edifici a Tikrit, la città natale del raiss, le basi della Guardia Bepubblicana, le sedi del ministero degli Interni e dei servizi segreti (il «Mu- khabarat»), i palazzi presidenziali, i depositi di armi e i centri di comando e controllo. Questa strada porterebbe quasi certamente alla fine del programma Unscom, il complesso regime di ispezioni messo in piedi sette anni fa dalle Nazioni Unite e gestito dall'australiano Bichard Bu- tler. Ma nell'entourage del Presidente molti si sono ormai convinti che è inutile continuare a giocare a mosca cieca con Saddam Hussein, che pare deciso a proteggere la sua capacità-di dotarsi in tempi rapidi di arsenali di distruzione di massa. In alternativa all'Unscom, gli Stati Uniti cercherebbero di contenere l'Iraq con metodi di deterrenza militare più tradizionali. «Se il raiss si preparasse ad usare armi chimiche o biologiche - ha spiegato una fonte della Casa Bianca - l'Iraq verrebbe cancellato». Andrea di Robilant La portaerei Eisenhower (e 300 missili Cruise) nel Golfo Persico La città natale di Saddam, Tlkrit. Le basi della Guardia Repubblicana. 1"FASE 1 portaerei «USS Dwight Eisenhower» 1 piccola mo micidiale flotta di 20 unità, sette delle quali dotate di missili da crociera «Tomahawk»; Gruppo di Intervento Anfibio «Sussex»; 70 aerei da combattimento della «Eisenhower»; Cacciabombardieri invisibili «Stealth»; Unito delle «U.S. Navy» dotate di nuovi missili da crociera Jsow («Joint Stand Off Weapon»); Forza d'Intervento rapida dei marines con base nell'Isola di Garda, nell'Oceano Indiano. Emergenza Iraq: Clinton rinvia di un giorno la partenza per il lungo tour in Asia