«Tedeschi, vinceremo lq disoccupazione»

«Tedeschi, vinceremo lq disoccupazione» Appello alla «mobilitazione collettiva» nella prima dichiarazione di governo al Bundestag «Tedeschi, vinceremo lq disoccupazione» Schroeder attacca Kohl: ci ha lasciato conti disastrosi BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gerhard Schroeder chiede al Paese una «mobilitazione collettiva» per combattere con efficacia una disoccupazione in lieve calo ma ancora a livelli record. C'è bisogno di una «grande coalizione fra tutte le forze sociali capace di superare i confini di partito», ha invocato ieri il Cancelliere nella sua prima dichiarazione di governo al Bundestag, a sei settimane dalle elezioni che hanno riportato i socialdemocratici al governo dopo 16 anni. C'è bisogno di «ima mobilitazione capace di riaccendere il coraggio di essere ottimisti» e appoggiata a due pilastri: una riforma fiscale in grado di liberare risorse «soprattutto a vantaggio delle famiglie», e una «tassa ecologica» che aumenti il costo dell'energia per diminuire il costo del lavoro. Di fronte a Helmut Kohl - che dalla seconda fila dei banchi Cdu cadenzava mentine e sorrisi scettici - Schroeder ha sollevato il sipario su quella che egli stesso ha definito «la Repubblica del Nuovo Centro», guidata da «una nuova generazione nata nel dopoguerra» e destinata a svilupparsi a Berlino: una città, ha notato il Cancelliere, che non va ricordata soltanto per le pagine più fosche della sua storia ma per lo slancio vitale e innovativo che ha in sé. «A qualcuno Berli- no pare troppo prussiana, troppo autoritaria, troppo centralizzata. Ma la nostra visione della nuova Repubblica del centro è esattamente il contrario». Questa Repubblica non sarà neanche «rivoluzionaria», ma «si muoverà piuttosto nel miglioramento e nella continuità», ha garantito Schroeder: esponendo un catalogo di intenti che non rivelano certo ambizioni eversive ma l'intenzione di aggregare consenso, di stimolare la partecipazione. Di muoversi per piccoli passi piuttosto che per visioni: a metà strada fra vVilly Brandt ed Helmut Schmidt. L'elenco di iniziative raccolte sotto lo slogan «innovazione economica e giustizia sociale» dalla ricostruzione delle regioni orientali all'abbandono dell'energia nucleare - autorizza piuttosto l'impressione che il nuovo Cancelliere, consapevole delle difficoltà che attendono il governo, abbia scelto la strada dell'appello al «coraggio» e al «futuro» per indicare che la svolta non è dietro l'angolo ma richiederà tempo. E che sarà difficile raggiungere soprattutto un obiettivo, il drastico calo della disoccupazione sul quale Gerhard Schroeder verrà giudicato fin dai prossimi mesi. Basterà il «Patto per il lavoro» fra governo, sindacati e imprenditori, considerato dal nuovo Cancelliere «strumento fondamentale per aggredire la disoccupazione», e avviato ai primi di dicembre? Basteranno i maggiori fondi a disposizione della formazione professionale? Basterà un riordino del sistema fiscale che nei piani del governo sgraverà le imprese e favorirà i consumi, ma che il mondo dell'industria considera controproducente e «un rischio per la ripresa dell'economia e dell'occupazione»? Mentre invitava alla «mobilitazione» e al «coraggio», Schroeder ha anticipato il rischio: «Le casse dello Stato - ha denunciato - sono in condizioni molto peggiori di quanto pensassimo», «il governo precedente ci ha consegnato conti disastrosi con un buco di bilancio superiore di 22 miliardi al previsto». «Non promettiamo riforme impossibili, ma dovremo fare i conti con questa eredità», ha insistito. Provocando l'aspra reazione del nuovo leader della Cdu, Wolfgang Schaeuble: «I nostri conti sono disoccupazione in calo, inflazione ai minimi storici, stabilità dei cambi: anche voi sarete misurati su questa base, e dovrete sforzarvi di non far peggio». Se Schaeuble definisce «vuoto» il programma del neo Cancelliere, ancora più roventi sono le critiche del mondo industriale, che rimprovera a Schroeder di non avere avuto il coraggio di avviare una vera svolta, di avere scelto una politica incapace di creare nuovi posti di lavoro, di avere «dato spazio allo Stato invece che al mercato», di «avere fatto marcia indietro nel campo delle riforme sociali, abolendo le uniche approvate del governo Kohl». Anche alle associazioni ambientaliste l'avvio di Schroeder non è piaciuto: lo rimproverano di «avere svuotato la tassa ecologica» fino a renderla irrisconoscibile e «inutile». Un difficile inizio. Emanuele Novazio Il Cancelliere disegna una «Repubblica del Nuovo Centro» destinata a svilupparsi a Berlino «Una grande coalizione tra tutte le forze sociali capace di superare i confini di partito» Spuntino di Kohl ieri al Bundestag durante il discorso di Schroeder Stretta di mano tra il ministro degli Esteri joschka Fischer e il Cancelliere Schroeder dopo l'intervento

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