«E' finita Pera delle lobby» di Francesco Grignetti

«E' finita Pera delle lobby» «E' finita Pera delle lobby» Tocci: abbiamo fatto l'interesse della città ILVICESINDACO Di ROMA WROMA ALTER Tocci, vicesindaco capitolino e assessore al Traffico, lei da un mese è diventato la bestia nera dei tassisti romani. Ne valeva la pena? «Guardi, quella dei taxi è una situazione d'incrostazioni antiche che non scopriamo oggi. Nel 1995 sollecitammo noi l'Antitrust a occuparsene. Ne venne fuori una segnalazione al Parlamento che indica la via della liberalizzazione di turni e tariffe. Non scopriamo niente, ripeto. Qui in Campidoglio siamo anzi orgogliosi di essere i primi a occuparci di questo problema. E penso che anche il Parlamento se ne dovrebbe occupare modificando una legge ormai vecchia». Vuole dire che è ora di sbaraccare l'assetto attuale dei taxi? «Dico che la situazione ormai è superata. Ma vi pare giusto che la licenza taxi sia concedibile solo a una persona fisica e non a una società, che sia una spa o una cooperativa? E' una restrizione enorme. Noi, per parte nostra, stiamo cercando di rimuovere alcuni vincoli. Proponiamo la facoltà, badi bene che non è un obbligo, di allungare l'orario di servizio. Poi sta ai tassisti decidere che cosa fare. Se è meglio stare fermi ai parcheggi quando la domanda non c'è oppure presentarsi in strada quando c'è grande richiesta». Guardi che i tassisti le rimproverano proprio questo: di voler rivoluzionare silenziosamente il settore e così spingerli alla fame. «Mah... Il settore è talmente chiuso che queste vecchie logiche sono ormai diventate dannose per gli stessi tassisti. E loro lo sanno, tanto che ricorrono all'abusivismo. Non parliamo poi degli utenti. Q dell'interesse generale della città. Perché io di questo mi preoccupo. Io sono qui a cercare di regolare il traffico, diminuire l'inquinamento, convincere i romani a usare di più i mezzi pubblici. Che cosa devo fare se non portare più taxi in strada nelle ore di punta? E magari far pagare meno?». Questa sua modesta propo- sta, però, ha scatenato un inferno. Perché i tassisti l'accusano di volerli proletarizzare. Sono padroncini e tali vogliono restare. Temono di finire dipendenti di qualche grande società. Un tassista ieri diceva: altro che sinistra, il Campidoglio è finito in mano alla destra più retriva che ci vuole imporre una libera- lizzazione selvaggia. «Io continuo a sentirmi di sinistra. Tanto più oggi che alla presidenza del Consiglio c'è Massimo D'Alema. E ai primi punti del suo governo sa che cosa c'è? La liberalizzazione. E' vero: vogliamo introdurre nel settore dei taxi un po' di concorrenza. E' dai tempi di Adamo Smith che si conoscono i pregi della concorrenza...». Mi perdoni. Proprio lei, ex comunista, anima rossa della giunta capitolina, viene a citare Adamo Smith? «Embè? Siamo cambiati o no? Non ci vedo nessuna contraddizione: strumenti liberali per obiettivi di sinistra, quali servizi migliori, più occupazione e meno inquinamento. La contraddizione semmai è esplosa nel Polo. C'è un assordante silenzio dalle parti di Forza Italia, che di fronte a una battaglia liberale non riesce a proferire parola. E' una settimana che stanno ermeticamente zitti. Quanto a An, come dice Rutelli, è venuta fuori la loro anima missina. Fini è francamente una delusione». La vertenza dei tassisti, però, anche grazie alla politica, è diventata una questione nazionale. Se ne occupano Fini e D'Alema, Cofferati e la Confindustria. ((Appunto. I taxi di Roma sono diventati un caso emblematico di quanto sia difficile diventare europei, di modernizzarci, di accettare la concorrenza». Altro che Europa, i tassisti riscoprono Masaniello. «Già. Ma su questo punto siamo inflessibili: non si accettano intimidazioni. Il sindaco e la giunta hanno la fiducia dai cittadini. Noi siamo disponibili a dialogare con tutte le categorie, ma quelle devono accettare l'idea che è finita l'epoca dei veti, dei consiglieri eletti con le loro preferenze, delle lobby intoccabili. Detto questo, sappiamo anche che il servizic lo fanno i tassisti. E che devono essere convinti perché sia un buon servizio... Speriamo che si convincano». Francesco Grignetti «Siamo stati i primi a occuparcene, ora tocca al Parlamento» «Ecco la prova di quanto è difficile diventare europei»

Persone citate: Adamo Smith, Cofferati, D'alema, Massimo D'alema, Rutelli

Luoghi citati: Europa, Roma