Malpensa, il calvario infinito

Malpensa, il calvario infinito Secondo la Sea la protesta è fallita, ma è bastato l'annuncio per allontanare i passeggeri. I dipendenti: qui è il caos Malpensa, il calvario infinito Nuovo sciopero: voli cancellati e scalo deserto MALPENSA (Varese) DAL NOSTRO INVIATO Alle 14 e un minuto Nadia Tortora, 27 anni di Paderno Dugnano, addetta alla pulizia aerei, contratto a termine e giubbotto arancione, incrocia le braccia. Alla stessa ora Silvia Gilardi, addetta di rampa, smette di lavorare. E in sciopero si mette pure Andrea Bottegoni, carico e scarico bagagli in pista, pure lui aderente al sindacato autonomo Sulta di Malpensa 2000, lo scalo al secondo giorno di sciopero in due giorni. «L'agitazione è fallita, l'adesione è stata irrilevante», fa muro la Sea, guardando ai 50 in assemblea. Ma sui cartelloni della zona partenze sono 40 i voli che vanno in fumo. E altrettanti, causa sciopero, sono quelli annullati. Svanisce il 14 e 30 della Lot, con destinazione Varsavia. Sparisce il 14 e 50 Lufthansa per Hannover. E si vola a singhiozzo pure verso Amburgo, Parigi, Stoccarda, Dusseldorf e Bologna. Così, per quattro ore, fino alle 18, quando riprendono i turni. «Lavoriamo 12 ore al giorno, l'organizzazione ha dell'incredibile. Hanno messo a repentaglio voli e passeggeri. Questo scalo non doveva aprire il 25 ottobre», dice d'un fiato Luciano Schielmann, portavoce del Sulta, l'altra organizzazione sindacale, che il giorno dopo Cgil-Cisl e Uil, colpisce Malpensa 2000. E pure Linate, sei voli cancellati in quattro ore. Alle 2 e un minuto c'è pochissima gente ai gate di partenza. Chi sapeva dello sciopero annunciato da giorni si è tenuto alla larga. Altri si vede che non lo amano ancora, questo scalo che dopo 15 giorni va avanti così e così, tra scioperi e disservizi, la città troppo lontana e i ritardi che non sono più nemmeno una notizia. «Abbiamo raggiunto l'obiettivo della piena operatività, ci sono in media 520 voli al giorno e 53 mila passeggeri. Con Linate abbiamo superato del 12% il numero dei passeggeri», sventolano statistiche quelli della Sea. Quasi una beffa per l'italoamericano in arrivo da New York, azzoppato dallo sciopero che gli impedisce fino a sera di arrivare a Napoli. Nello stesso tempo, Sea ha deciso di istituire una commissione d'indagine sul funzionamento dell'aeroporto. Il presidente del Consiglio Massimo D'Alcma parlerà oggi alla Camera, il ministro dei Trasporti Tiziano Treu manderà gli ispettori nei prossimi giorni. «Ma, tanto, a noi non ci ascolta nessuno», ci scommette Nadia Tortora, precaria dal luglio '97, contratto prima a Linate e dal 25 ottobre qui a Malpensa, rotella di un ingranaggio che per ora non vuole girare. «Cosa non va?», chiede mentre ondeggia i capelli biondi. «Non va che ci sono quelli delle cooperative, anche di extracomunitari, che si lanciano sugli aerei non appena arrivano. Più puliscono, più li pagano, tanto sono a cottimo», è l'esordio. «Non va che il mio contratto prevede quattro ore, ne faccio otto e le chiamano eccedenza. Mica straordinario, che se no dovrebbero pagarmi di più», aggiunge. «Non va che negli spogliatoi non ci sono le porte, che per fare la doccia dopo il turno si passa in mezzo agli uomini in accappatoio. Stiamo raccogliendo le firme, tra noi tutte», spiega arrabbiata. «Non va che quando sei in pista non sai dove andare, mancano le segnalazioni e le aree di parcheggio Alfa, Beta e Charlie te le devi tenere a memoria», fa l'elenco lungo così. Per non parlare del 747 che si è perso sulla pista, del sistema informatico che andava come andava e all'inizio han fatto tutti la trottola, dei pullman per ar¬ rivare sotto pancia ai jet che non ci sono e, se ci sono, li guida chi ha appena la patente, mentre a Linate ci volevano tre mesi di corso. Per non parlare dei chilometri, in quei sotterranei che portano a dove si timbra il cartellino, alla mensa, alla sala controllo e all'uscita, verso una navetta che non sempre c'è e che spesso parte lo stesso minuto in cui finisce il turno, tremila metri più in là. «Vede questo», fa così con la mano Silvia Gilardi, agente di rampa, indicando quello che sembra un telefono cellulare. «No, è un cordless. Serve per parlare con la centrale, per sapere cosa hanno caricato gli aerei, per avvisare il comandante che può decollare», spiega. Ma quel cordless non funziona in alcune zone dello scalo, manca il segnale. «E allora usiamo le radio, una frequenza per tutti», racconta di questa babele tecnologica. «Sa cos'è un bilanciamento di un aereo?», chiede sempre lei. «Serve per evitare che il carico sia troppo a prua. O troppo a poppa. Che gli Atr72 o gli Mdl 1 o qualsiasi altro aereo si sieda, se il carico non è distribuito», spiega. E ti racconta che la sala controlli bilanciamento è da un'altra parte, a Malpensa 2, il vecchio scalo, più o meno cinque chilometri da qui. «Sono costretti a fare tutto sulla carta, noi controfirmiamo in base alla nostra esperienza. Ma solo cinque minuti prima del decollo, siamo in grado di dare l'ok per la par¬ tenza», si lamenta. Altri raccontano di quella addetta che si è presa un carrello in fronte, ricovero e 13 punti. O della compagnia Usa che al primo volo in transito, quando si è vista avvicinare la cooperativa con gli extracomunitari, spazzoloni e spruzzini in mano, ha preferito soprassedere. Con la scusa del timore di attentati, che non si sa mai. «Siamo allo sbaraglio», fa l'apocalittico Andrea Bottegoni, carico e scarico bagagli. Ma l'ultima ,parola, la lascia a Luciano Schielmann, il sindacalista del Sulta: «Noi protestiamo, ma rimaniamo a terra. Quelli che volate siete voi...». Fabio Potetti è! Ancora disagi nello scalo di Malpensa per lo sciopero è! del personale di terra

Persone citate: Andrea Bottegoni, Fabio Potetti, Luciano Schielmann, Nadia Tortora, Silvia Gilardi, Tiziano Treu