Banane-whisky: è guerra di Francesco Manacorda

Banane-whisky: è guerra Lite Usa-Europa: frutta esotica contro liquori, vini, abiti e formaggi Banane-whisky: è guerra ABRUXELLES New York o in Florida sarà come un incubo: dall'oggi al domani raddoppieranno di prezzo vini e formaggi francesi, abiti e borse italiane, profumi inglesi e liquori irlandesi. E poi - citando in ordine sparso - cartoline e succhi di frutta, penne stilografiche e decorazioni natalizie, bambole e lampade. Un'Arca di Noè di prodotti «made in Europe» a cui l'americano medio dovrà presto rinunciare se l'amministrazione Clinton andrà avanti nell'offensiva commerciale che ha annunciato ieri contro l'Unione europea. Tutto per una banana, anzi per i 4 milioni di tonnellate di banane che gli europei sbucciano ogni anno. I Quindici - che di questi frutti ne producono ben pochi ma ne mangiano tantissimi - hanno infatti da decenni accordato un trattamento di favore alle importazioni dai Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Washington, che banane non produce né esporta, reclama invece condizioni migliori per i prodotti dei suoi vicini: la Colombia, il Costa Rica, Panama, l'Ecuador. L'Europa, convinta anche da un giudizio dell'Organizzazione mondiale del commercio, ha accettato di garantire dall'anno prossimo condizioni più equilibrate a tutti gli esportatori. Ma per l'amministrazione Clinton quel che Bruxelles ha fatto non è abbastanza e questo spiega la minaccia: se il Vecchio Continente non garantirà la «libertà di banana», dal 1° febbraio gli Stati Uniti imporranno un dazio pari al 100% del loro valore su una serie di prodotti europei che verranno scelti da una lunghissima lista pubblicata ieri, che non trascura nemmeno gli stuzzicadenti (velata minaccia alla Svezia?) e include perfino il Marsala. La guerra delle banane, insomma, rischia di diventare uno scontro globale, e il Commissario europeo Brittan, che conduce la battaglia contro Washington, commenta con una punta di perfidia: «Gli Stati Uniti vogliono tornare alla legge della giungla». Francesco Manacorda

Persone citate: Brittan, Clinton, Noè