Pronta a scattare la grande rivoluzione elettrica di Roberto Ippolito

Pronta a scattare la grande rivoluzione elettrica ENERGÌA E MERCATO Ieri vertice fra i ministri che ammettono: «Siamo in grado di decidere». In vista bollette meno salate Pronta a scattare la grande rivoluzione elettrica A Bersani il via libera del governo: separazione fra Enel e rete ROMA. Lampadine accese. Lavatrice in moto. Forno in funzione. E il contatore della luce gira. Gli italiani sognano una bolletta dell'energia elettrica meno salata. E sperano che l'arrivo della concorrenza, al posto del monopolio dell'Enel, porti tariffe più basse come accaduto con i telefonini con la competizione Tim-Omnitr.l allargata presto alla Wind (per ironia della sorte legata all'Enel). A far intravedere che la bolletta scenderà è anche il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, nella sua prima conferenza stampa settimanale: «In generale quando si introduce la concorrenza il vantaggio per l'utente finale è avere un servizio di qualità migliore e a un costo inferiore». D'Alema lo spiega parlando degli effetti attesi dal decreto delegato che il Consiglio dei ministri varerà presto, se non addirittura oggi, per liberalizzare l'energia elettrica, appunto la concorrenza. «Si è in condizioni di prendere una decisione», giurano al ministero dell'Industria dopo un vertice di oltre tre ore a Pa¬ lazzo Chigi. Arriva la concorrenza, dunque, per l'Enel in cammino verso la privatizzazione. Ma in realtà per il cliente comune, la famiglia, non ci sarà un bis dei telefonini: dal 19 febbraio (e non si sa per quanto) il mercato sarà aperto per i grandi consumatori (l'utenza affari), non i clienti «qualsiasi». Non ci sarà ancora la possibilità per le abitazioni di scegliere se rifornirsi di energia dall'Enel o da un'altra azienda. Del resto la direttiva europea applicata dall'Italia non lo prevede per ora. Ma, se le cose stanno così, perché intorno all'assetto del settore elettrico si sono scaldati gli animi? Perché l'affare è comunque colossale: il mercato vale 50 mila miliardi. Perché l'utenza affari compra circa i tre quarti dell'energia. E, come è successo con le telecomunicazioni, l'utenza affari spiana la strada alia concorrenza per i clienti individuali. Con il vertice di ieri prende corpo la nuova configurazione del sistema. L'Enel (che copre il 74,4% della pro¬ duzione italiana accanto alle municipalizzate e a privati come l'Edison e la Sondel della Falck) subirà un graduale ridimensionamento: vendendo centrali, abbasserà la produzione (prima del 2003 previsto inizialmente) anche sotto il 50% dell'elettricità consumata (per effetto dell'ulteriore taglio all'ipotesi base decisa nel vertice di ieri). Persa una fetta della produzione, l'Enel ovviamente rinuncerà a una quota della distribuzione, cioè la fornitura ai clienti. Restava però il problema della trasmissione (l'insieme di linee, tralicci e cabine di trasformazione per il trasporto di energia) considerata un monopolio naturale e non solo in Italia: che senso avrebbe e quali costi comporterebbe, per esempio, raddoppiare i tralicci? Dal vertice di ieri il ministro dell'Industria Pierlugi Bersani ha incassato l'okay dei colleghi di governo al suo piano: l'Enel scorpora in una società controllata la rete di trasmissione di cui resta proprietaria; la gestione del trasporto di energia, la funzione chiamata in gergo di dispacciamento, è affidata a un ente esterno di proprietà pubblica; la manutenzione compete all'Enel. Bersani è stato confortato dal parere dell'Antitrust, l'organo di garanzia della concorrenza presieduto da Giuseppe Tesauro. L'Authority per l'energia (l'organo di tutela del settore), i privati e la Confindustria hanno insistito per togliere all'Enel la proprietà della rete di trasmissione da frazionare, secondo l'Authority, in 14 società. Un groviglio di opinioni, con le posizioni degli organi di garanzia che «non sono coincidenti» come nota D'Alema. Osserva il presidente del Consiglio: «Stiamo delineando una strategia progressiva perché non possiano scardinare una struttura esistente con il rischio che, in attesa dei vantaggi, ci siano dei rilevanti danni». Per il presidente dell'Enel Chicco Testa «lo spezzatino della rete» provocherebbe differenze troppo forti di redditività delle aziende che nascerebbero, con il rischio di frenare gli investimenti al Sud: «La quota ■ Pi I di fatturato m Ha 9H dell'Enel nel §1 Wm IH Sud è del 26; Il W|ffl 27% ma gli in- 1| B| vestimenti soIHi BMHI no il 40%». Testa teme anche che, spezzettata la trasmissione, non ci sia più una tariffa unica nazionale. Tesi che fa infuriare l'Authority che in una nota contesta che «non corrisponde a verità» l'ipotizzata fine della tariffa unica, essendo allo studio dei rimedi. La trasmissione è quindi diventata l'ultima frontiera dello scontro: la sua neutralità è fondamentale. Tutti i produttori utilizzeranno gli stessi cavi e quindi devono trovarsi come in un autostrada: nessuno al casello può scegliere chi far entrare e chi no. Bersani è convinto che sia garanzia di neutralità collocare il dispacciamento all'esterno dell'Enel che, come gli altri produttori, pagherebbe al gestore il trasporto. Roberto Ippolito W | ■ Pi I m Ha 9H §1 Wm IH ; Il W|ffl1| B| IHi BMHI Il ministro dell'Industria Bersani

Persone citate: Bersani, Chicco Testa, D'alema, Giuseppe Tesauro

Luoghi citati: Italia, Roma