Sentenza sul 513, processi bloccati

Sentenza sul 513, processi bloccati Ieri adesione altissima al primo dei sei giorni di sciopero dei penalisti Sentenza sul 513, processi bloccati E i magistrati dichiarano guerra agli avvocati ROMA. Ormai è guerra aperta tra avvocati e magistratura sull'articolo 513. Ieri il braccio di ferro ha provocato processi a «singhiozzo» in tutta Italia e aule deserte in molti sedi giudiziarie. Come risposta, i procuratori di Roma e Palermo hanno stilato una circolare in cui invitano i magistrati a considerare illegittima l'azione di protesta degli avvocati. E' questo il bilancio del primo dei sei giorni previsti di astensione dalle udienze dei penalisti italiani per protesta contro la sentenza della Corte Costituzionale. Il Guardasigilli ha incontrato ieri mattina il presidente dell' Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana, Antonio Leonardi, e nel pomeriggio il presidente dei penalisti, Giuseppe Frigo. Il ministro, pur chiamandosi fuori dalla vicenda («11 governo non ha nessun ruolo dal punto di vista costituzionale per sindacare le sentenze della Corte») ha comunque proposto un tavolo di confronto governo-avvocatura sui problemi della giustizia. Ieri l'astensione dalle udienze ha riscosso una forte adesione da parte dei penalisti, a Milano come a Palermo, a Genova come a Torino, ma lo scontro più aspro si è registrato a Roma e nel capoluogo siciliano. Il procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli, ha avviato una circolare ai suoi sostituti dettando la linea da tenere al processo: opposizione in aula all'astensione dei legali, e richiesta di trasmissione all'ufficio del pm dei verbali di udienza per procedere eventualmente per interruzione di pubblico servizio. Gli avvocati della camera penale di Palermo si sono quindi riuniti immediatamemnte in assemblea, al termuie della quale il loro presidente, Nmo Mormino, ha definito «oppressiva» l'ipotesi di una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Anche Salvatore Vecclùone, procuratore di Roma, ha inviato una circolare ai suoi sostituti nella quale si definisce «irrituale» l'astensione dalle udienze degli avvocati perché sarebbe stata proclama- la senza il preavviso dei 10 giorni. Gli avvocati penalisti di Roma si sono ritmiti in serata per decidere la linea di condotta, e per valutare la possibilità di autodenunciarsi all'autorità giudiziaria in segno di solidarietà ai due colleghi che potrebbero finire sotto inchiesta per esseresi astenuti ieri dalle udienze. A Milano l'attività giudiziaria si e svolta a singhiozzo, con molti avvocati die hanno inviato fax agli uffici del tribunale penale per comunicare la loro astensione dalle udienze. Anche gli avvocati penalisti di Torino hanno risposto con durezza alla Corte Costituzionale che ha modificato l'art. 513 del Codice di procedura penale. Nel primo giorno di sciopero l'80% di loro ha deciso di astenersi dalle udienze. Le aule della Pretura erano deserte e solo il Tribunale ha lavorato, perché ieri in calendario c'erano molti processi con detenuti. A Genova l'adesione allo sciopero ha fatto registrare una percentuale «bulgara» molto vicùia al cento per cento. (r. i.] Le procure di Roma e di Palermo «Azione illegittima» Il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto

Persone citate: Antonio Leonardi, Gian Carlo Caselli, Giuseppe Frigo, Mormino, Oliviero Diliberto, Salvatore Vecclùone