«Non tocca a noi proporre la legge elettorale» di Maria Grazia Bruzzone

«Non tocca a noi proporre la legge elettorale» L'annuncio nel primo briefing a Palazzo Chigi: ma il governo promuoverà il dibattito «Non tocca a noi proporre la legge elettorale» D'Aletna: si parte da zero ROMA. «Caduto l'impianto della Bicamerale, la discussione riparte da zero» e comunque «il Governo non ha il compito, né la volontà di presentare ima propria proposta in materia di legge elettorale». Nel primo dei briefing settimanali che inaugura il nuovo stile di comunicazione del governo D'Alcma, il presidente del Consiglio non può esimersi dal parlare anche di riforma elettorale. D'Alema da im lato ribadisce quel che il ministro per le Riforme Giuliano Amato ha già detto più volte: che il governo non presenterà una sua proposta di legge. Preferendo riservarsi il ruolo di raccordare le posizioni che emergeranno dai vari schieramenti politici. «Il governo - spiega - intende promuovere il dialogo fra le forze politiche per la ricerca di un'intesa». Dall'altro lato il presidente del Consiglio azzera il dibattito, mettendo sulla stessa linea di partenza tutte le proposte. E sgombra il campo da ipotesi che potevano sembrare privilegiate, in quanto frutto di un accordo raggiunto. D'Alema ricorda infatti che il progetto di sistema maggioritario di coalizione come quello siglato a casa Letta era legato a un certo impianto costituzionale, collegato a sua volta al disegno di riforma ipotizzato nella Bicamerale. «Caduto quello - puntualizza D'Alema - si riparte da zero». E tuttavia il premier qualche indicazione la fornisce. Ovviamente «non sa» cosa deciderà la Consulta, ma sottolinea: «In campo ci sono il referendum e una proposta di legge di iniziativa popolare. I partiti in qualche modo sono stimolati a cercare un'intesa tenendo conto di queste iniziative che hanno un rilievo da un punto di vista democratico». Come dire che il dibattito non può ignorare la volontà popolare che si è già espressa nella duplice raccolta di firme, quella a sostegno del referendum e l'altra, meno nota, che appoggia la proposta di legge di Antonio Di Pietro, un doppio turno in collegi uninominali, con quota proporzinnle al 10% (oggi è al 25%). Una strada, quella indicata dal premier, che non dispiacerà al neosegretario dei Ds Walter Veltroni, col quale il presidente del Consiglio sembra marciare di conserva. E, soprattutto, piacerà al leader dell'Italia dei Valori, che proprio il giorno della nomina di Veltroni a segretario dei Ds aveva rilasciato un'intervista in cui difendeva Silvio Berlusconi dagli attacchi di Francesco Cossiga sul conflitto di interessi e sembrava aver preso le distanze dallo stesso governo D'Alema. A proposito di riformo, il premier spezza una lancia anche a favore del federalismo. «Erava- rao arrivati a un punto di riforma avanzato» dice riferendosi alle correzioni fatte dal Parlamento allo schema della Bicamerale. E però aggiunge che, «con una riforma in senso federale avanzato, è inevitabile la riforma del Parlamento^), hi modo da mcardinare nell'assemblea parlamentare la rappresentanza della federazione. D'Alema ricorda che in Bicamerale si era registrato «un impegno convergente» a fare un'assemblea delle autonomie: «Sarebbe un buon punto di partenza se si ricominciasse da lì» conclude. Chissà se Bossi, al quale il doppio turno di collegio caro ai Ds e a Di Pietro, in fondo non dispiacerebbe, avrà orecchie per ascoltare. I più preoccupati di come si stanno mettendo le cose sono piuttosto i popolari. Proprio ieri Marini ha ribadito in un'intervista che il doppio turno di collegio «non passerà». Mentre il suo vice Dario Franceschini, nel ripetere la sua ostilità al referendum, ora guarda al Polo che, come il Ppi, è favorevole al doppio turno di coalizione: «La legge elettorale dice - non è un fatto interno della maggioranza, perché il problema è che si faccia con l'intesa fra maggioranza e opposizione». In mezzo a queste alleanze variabili, il ministro Amato ha incontrato il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, in vista dell'audizione di domani. E oggi vede i senatori della maggioranza del Senato, dove verrà sentito nella stessa giornata. Con molta carne al fuoco: oltre che alla riforma elettorale, si parlerà di conflitto di interessi e di Assemblea Costituente le cui proposte di legge giacciono a Palazzo Madama. Maria Grazia Bruzzone Agli uomini della Quercia non dispiacerebbe la proposta di Di Pietro con un doppio turno in collegi uninominali Il premier Massimo D'Alema ieri mattina durante il briefing a Palazzo Chigi 4*

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