Campania, giunta in minoranza di Fulvio Milone

Campania, giunta in minoranza Campania, giunta in minoranza Ma il presidente Rastrelli: io non mollo L'ESEMPIO DI NAPOLI NAPOLI 1MISSIONI? «E' una parala bandita dal mio vocabolario; ne preferisco un'altra: elezioni». Nel giorno più lungo della sua pur lunga carriera politica, il presidente della Regione Antonio Rastrelli sfodera il piglio del combattente. Nella sala del consiglio tutta legni e moquette gli uomini di Clemente Mastella, per bocca del vicepresidente del consiglio regionale Federico Simoncelli, hanno sancito ufficialmente la fine della maggioranza di controdestra con lt; dimissioni dei cinque assessori dell'Udr, pronti a dare una nuova mano di vernice al governo della Regione. 1 giochi, però, sono tutt'altro ebe conclusi. Se fino a ieri l'ipotesi del ribaltone era la più accreditata, alcune dichiarazioni del presidente del consiglio D'Alema e un documento diffuso in serata dai deputali campani dei Ds a favore delle elezioni anticipate hanno rimescolato le carte, spiazzando chi all'interno dello stesso centrosinistra ha mosso finora i fili della crisi. Il vecchio presidente non si dà per vinto. Non ci sta a passare alla storia come l'agnello da sacrificare sull'altare del Ribaltone, non lascia la poltrona e promette guerra a oltranza: «Siamo maggioranza relativa, ma pur sempre maggioranza. Chi spera in un'operazione in bieco stile trasformista ha sbaglialo i conti, il mio successore potrà sceglierlo solo l'elettorato». Invoca l'autoscioglimento del consiglio e le elezioni anticipate al più presto, dunque. Nel frattempo bisogna ad ogni costo soffocare i tentativi di creare «ciisi al buio e maggioranze figlie del trasformismo». La parola d'ordine fra i superstiti del centro-destra è «ostruzionismo istituzionale o di governo». Il significato lo spiega Rastrelli: «Che la giunta sia sfiduciata è fuor di dubbio, ina è altrettanto vero che il numero degli assessori è in linea con la soglia minima prevista dallo statuto. Bisogna resistere con tutti i mezzi per rimanere in carica fino a quando in Parlamento non sarà approvata la legge antiribaltone. Dobbiamo aggrapparci a ogni norma, a ogni regolamento pur di prendere tempo e bloccare il tentativo di formare nuove maggioranze che non siano espressione della volontà dell'elettorato. In questo modo possiamo durare per mesi». Il ribaltone, tuona il presidente, è moralmente e polìticamente inaccettabile. «Solo De Mita e Mastella possono pensare che la morale possa essere disgiunta dalla politica», incalza Rastrelli, che parla di intrighi ed evoca il fantasma di Cesare Borgia. Una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne, insiste, equivarrebbe «al tradimento del prin¬ cipio del bipolarismo e al trionfo del trasformismo». Se il governo del centro-destra è finito, incalza, non c'è che una strada da imboccare, quella che porta alle elezioni: «31 firme in calce ad altrettan- te lettoni di dimissioni dalla carica di consigliere regionale determinerebbero lo scioglimento del consiglio e aprirebbero la strada alle elezioni anticipate». E' la stessa via indicata dai no¬ ve deputati campani dei Ds. «Oggi solo il ricorso alle urne può legittimare un nuovo governo e una nuova maggioranza, altre soluzioni pasticciate segnerebbero solo il ritorno a pratiche antiche scrivono i parlamentari -, Sosteniamo la proposta di legge "antiribaltone" fatta dal segretario nazionale dei Ds, che prevede procedure chiare per andare rapidaniente al voto in caso di crisi delle maggioranze regionali. Qualsiasi proposta di governo non è accettabile se non legata concretamente alla possibilità di ridare la parola ai cittadini». So prevalesse la disponibilità a rassegnare le dimissioni da parte dei consiglieri regionali si potrebbe andare subito al volo, suggeriscono i deputati dei Ds. Una posizione, la loro, ispirata anche dalle parole ilei presidente del consiglio D'Alema: «Credo che adesso le forze politiche debbano concordare tra loro una soluzione che consenta ai cittadini di arrivare regolarmente al voto. Se i governi falliscono è giusto che i cittadini possano votar* rapidamente». «Dimissioni? Certo, ma comin¬ cino i signori del Polo», conimeli ta Guglielmo Allodi, consigliere e segretario regionale ilei Ds. In mattinata, prima della levata di scudi contro il ribaltone da parte dei deputati Ds, ha ipotizzato un governo di salute pubblica, anche di minoranza e con l'appoggio esterno delle forze moderate, in attesa di andare alle urne. Nel frattempo lui e i suoi presentano una mozione ili sfiducia alla giunta, che dovrà essere discussa entro venti giorni. Un altro regista della crisi, Ciriaco De Mita, che Rastrelli definisce «immorale stregone del ribaltone», replica con durezza: «lo non sollecito al cun ribaltone. Penso chi! la strada migliore sia quella di nuove eie zioni, ma perchè ciò avvenga è necessario dimettersi e i primi a farlo devono essere i veni isei consiglieri del Polo». E se il centrosinistra e l'Udì' l'ormassero una nuova maggioranza':' «Non sarei) he immorale un governo che pie sentasse alcune priorità programmatiche da affrontale e avesse come capolinea le elezioni». Fulvio Milone «Dimettermi? Mai. Invece farò ostruzionismo istituzionale pur di non far vincere i soliti trasformisti» Clemcnte Mastella A sinistra il presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli

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