Anti-ribaltone, il Polo sfida D'Alema

Anti-ribaltone, il Polo sfida D'Alema Oggi la proposta dei Ds, verso le dimissioni dei consiglieri di centrodestra e centrosinistra? Anti-ribaltone, il Polo sfida D'Alema «Il Sud torni alle urne» ROMA. Ribaltone, ovvero «improvviso, radicale rovesciamento delle alleanze, e quindi del quadro politico, in grado di provocare un cambiamento di governo». Proprio ieri, il famigerato neologismo e passato dalla semi-clandestinità del politichese all'ufficialità della lingua: è stato inserito nella Treccani. Peccato però che l'augusta pietra angolare del purismo accademico non specifichi di quale tipo di «governo» si tratti. Perché mentre il professor Aldo Duro consacrava la nuova parola, il «ribaltone» straripava da Roma giù giù per la Penisola. Fino in Campania, in Sicilia, ed essendo già stato attuato in Molise. La polemica è forte, quasi una sfida tra maggioranza e opposizione. Per una parte politica, il leader dei diessini Veltroni ha promosso per oggi un disegno di legge con nonne anti-ribaltone per i Consigli regionali, e il presidente del Consiglio D'Alcma ha detto di sottoscrivere quella proposta «che viene dalla parte politica nella quale io milito». Ma ha anche infilzato con durezza il Polo: «Nelle Regioni c'è stato finora un solo ribaltone, in Molise, e l'han fatto proprio loro». Dunque, l'opposizione «ha condotte sommamente incoerenti», perché in realtà «c'è crisi politica nelle giunte di centrodestra del Mezzogiorno». Poi D'Alema ha proposto di consentire ai cittadini di andare a votare: «Una scorciatoia sarebbe che consiglieri regionali del Polo si dimettessero». Tre ore dopo, arriva la replica di Berlusconi, Casini e Fini: «Accettiamo la sfida di D'Alema. Nelle Regioni in cui l'Udr vuole fare il ribaltone, e nel Molise, le dimissioni dei consiglieri del Polo sono già pronte. Per votare, attendiamo quelle dei consiglieri Ds». Replica di Folena: «I consiglieri regionali dei Ds si dimetteranno immediatamente, 30 secondo dopo le dimissioni dei presidenti di Regione ai quali l'Udr ha fatto mancare il proprio sostegno». Insomma, una specie di «vai avanti tu, voglio proprio vederti». In serata, aniva un chiarimento di D'Alema: «Mi fa piacere che i consiglieri del Polo siano pronti a dimettersi», con Berlusconi e Marini che concordano: sei mesi di governi istituzionali, poi si torni a votare. Ma al di là di quello che a destra e a manca chiamano il «teatrino della politica», il Polo ha messo il dito nella piaga: e l'Udr che ha aperto il problema, secondo la vecchia abitudine italiana per la quale il governo locale dev'essere fotocopia di quello centrale. Clemente Mastella giura che lui non c'entra per nulla, che la speculante tra il Palazzo di Roma e gli altri mille d'Italia è cosa ovvia. Proprio alla Stampa domenica aveva dichiarato che «il territorio non è oggetto di teologia morale». Ieri, che era lunedì, ha allungato la mano: «Voterò per la nonna antiribaltone di Veltroni, se i Ds faranno altrettanto agli emendamenti dell'Udì- sul conflitto d'interesse». La proposta di Botteghe Oscure, firmata VeltroniMussi-Folena-Domenici-Soda, è di far tornare davanti ai cittadini nel giro di sei mesi le Regioni in cui scoppia una crisi. Mentre adesso, in caso di dissapori gravi tra giunta e Consiglio regionale, quest'ultimo si vede ridotta la durata in carica a soli due anni. Anche Frattini, Gasparri e Brienza del Polo hanno annunciato iniziative di legge che prevedono, in caso di ribaltoni, «il ritorno alle urne automatico e immediato». Ma qualcosa di vero tra la specularità tra centro e periferia e la mancanza di «teologia morale» nel governo locale dev'esserci, perché in tutte le Regioni ieri si segnalava mare grosso. Gianfranco Rotondi, ex direttore della Discussione, ex Ppi transumato nell'Udr, ha dato le dimissioni da consigliere della Campania, e cosi hanno l'atto altri suoi iì colleglli, in polemica con un partito, il suo, che «non mi ha mai intorniato di niente». Al presidente della Regioni; Campania Rastrelli resta così quella che egli definisce «la maggioranza relativa» del Consiglio: 20 consiglieri, contro i 34 del centro-sinistra. Ma nonostante questo, e pur avendo invitato Fini, Berlusconi e Casini alle dimissioni, Rastrelli ha detto chiaro e tondo chi; lui non si dimette, C'è stata una riunione del Consiglio al termine della quale i rappresentanti della maggioranza hanno raccolto firme per le dimissioni di Rastrelli. «Deve darle», rincara la dosi; Ciriaco De Mita: «La politica non si la solo con i numeri, Rastrelli dive riflettere sui guai che ha combinato in questi anni, il suo governo è unanimemente considerato fallimentare». In Calabria invece la giunta ha annunciato le proprie dimissioni, ma i segretari regionali dei tre partiti dell'opposizione hanno chiesto ai consiglieri del Polo di ritirarle. In Puglia il rischio di ribaltone c'è, ma pervia di una microscissione interna al Cdu, che nel tallono d'Italia ha generato per partenogenesi, come direbbe D'Alema, il Centro democratico per le libertà guidato da Raffaele Fitto. In Sicilia il presidente della giunta Giuseppe Drago, ex Ccd ora Udr, s'è dimesso. Per fare il ribaltone, cercasi un sostituto. [ant. ram.l L'idea del premier «Gli eletti di Forza Italia e An lascino, e si voti» Berlusconi e Marini «Sei mesi di governi istituzionali poi si sciolgano i Consigli regionali» LA PROPOSTA-VELTRONI «Se nel corso del quinquennio il rapporto fiduciario tra Consiglio e Giunta è comunque posto in crisi, la durata in carica del Consiglio regionale termina entro il sesto mese successivo». Questa proposta di legge (un solo articolo) corregge l'articolo 8 della legge n. 43 del 1995 ed è a firma Veltroni, Mussi, Folena, Domenici e Soda. LA LEGGE ATTUALE /. art. S dell 'attuale legge elettorale per I elezione dei Consigli regionali a statuto ordinario riduce ad un biennio la durata in carica del Consiglio regionale nel caso in cui. nei primi due anni, sia posto in crisi il rapporto fiduciario con la Giunta. Il segretario dei Ds Walter Veltroni