«Si può evitare la recessione»

«Si può evitare la recessione» «Si può evitare la recessione» Fazio: interventi strutturali contro la crisi BASILEA. Un cauto sospiro di sollievo viene dai più importanti banchieri centrali del mondo, nella loro riunione mensile. «I timori di una crisi di liquidità mondiale, espressi da più parti in settembre, si sono in qualche modo dissolti, almeno per le grandi economie industrializzate», ha riassunto all'uscita il tedesco Hans Tietmeyer, presidente di turno del G-10 (organo che raggruppa le banche centrali di 11 grandi Paesi). «La crisi ha una pausa, ma i problemi non sono ancora risolti», ha chiosato il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, con un accenno esplicito ai guai del Giappone. Dal punto di vista italiano, c'è spazio per un moderato ottimismo. «Ci sono le condizioni per migliorare», ha detto Fazio, in un breve colloquio con i giornalisti italiani, purché «le politiche economiche vadano nella direzione giusta». Quale? «L'ho detto tante volte»: il governatore, nei suoi discorsi delle ultime settimane, ha affermato che la legge finanziaria '99 rappresenta in quella direzione solo un primo passo, e che occorre proseguire con nuove misure strutturali di contenimento della spesa pubblica corrente e con un programma di graduale riduzione del carico fiscale. Fazio motiva la sua cauta speranza con una serie di elementi: «1 numeri contenuti nelle previ¬ sioni della Commissione europea per il 1999 parlano di una crescita del 2,5% circa per la zona dei quindici»; «la Germania e la Francia, sia pure in rallentamento, presentano ancora una crescita superiore alla nostra»; «le imprese italiane, in base a un campionamento di 900 aziende, si attendono una ripresa per la primavera». Benché al momento «l'economia italiana tenda a ristagnare» nel 1999 potrebbe aprirsi una fase migliore, soprattutto se una maggior fiducia, un maggior senso di stabilità rafforzassero la domanda interna. Dal punto di vista di altri Paesi europei, per i quali il 1998 è relativamente buono, gli effetti della crisi dei Paesi emergenti peseranno sulle cifre del 1999; ma forse il rallentamento sarà minore di quanto si temeva qualche settimana fa. «Per quanto riguarda l'Europa - ha detto ieri Tietmeyer - la crescita per ora continua e ci aspettiamo che continuerà anche nel '99, sia pure non così forte come quest'anno». Con un trasparente accenno al nuovo governo del suo Paese, il presidente della Bundesbank ha chiesto che «l'Europa commentale affronti i problemi strutturali» perché solo in pesto modo la disoccupazione potrà decrescere. «In Europa c'è solo un rallentamento della crescita, non c'è alcuna recessione» è la tesi anche della Banca centrale europea, espressa dal membro del direttorio Otmar Issing. Da Roma fa sua la definizione il presidente del Consiglio Massimo d'Alema (accusato di aver esagerato a parlare di «rischio di recessione»): «Esiste un rallentamento della crescita - ha detto ieri nella conferenza stampa a Palazzo Chigi - e non è stata una mia trovata». L'Italia, secondo il capo del governo, può già contare «su di una legge finanziaria '99 che contiene un forte segnale antirecessivo»; un nuovo impulso sarà dato «dal nuovo patto per il lavoro e lo sviluppo che dovremo raggiungere con le parti sociali». Sul piano internazionale, il sospiro di sollievo non potrà essere definitivo, ha fatto capire Fazio, finché non avrà ripreso a crescere il secondo dei grandi Paesi industriali. «La nostra fiducia - queste le sue parole - è che il Giappone possa rilanciare l'economia con misure - fiscali che stimolino la domanda interna. Il governo di Tokyo ha già preso un impegno in questo senso, rispondendo a un comunicato importantissimo del G-7». Naturalmente occorrerà verificare l'efficacia delle misure prese, [r. r.] Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Hans Tietmeyer, Otmar Issing, Tietmeyer