L'allarme di Caselli: la mafia sta riemergendo

L'allarme di Caselli: la mafia sta riemergendo Ieri un nuovo omicidio. Dai giudici in prima linea appello ai politici: «Minacce alla democrazia» L'allarme di Caselli: la mafia sta riemergendo IIprocuratore di Palermo: «Lo stillicidio di attentati è il segnale» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un mafioso, Vito Giambrone, cinquant'anni, assassinato con otto pistolettate ieri alle 11 a Borgetto, vicino a Palermo, giusto mentre a Caccamo con grande sventolio di bandiere tremila persone commemoravano il sindacalista della Uil Domenico Geraci, ucciso dalla mafia (per lui cinque i colpi di pistola) un mese fa davanti casa. E il procuratore Gian Carlo Caselli, che sabato sera ha ugualmente parlato a Favara, nell'Agrigentino, malgrado qualche ora prima del suo arrivo fosse stato incendiato il sipario del teatro in cui lui era atteso, lancia l'allarme: «La mafia sta riemergendo». Lo ha detto ieri ai microfoni di Radio Popolare: «La mafia, che ha subito duri colpi, sta rialzando la testa. Bisogna tornare a parlarne, a studiare il fenomeno e le sue mutazioni. Bisogna capire che la mafia è una minaccia per lo sviluppo e la democrazia». Il procuratore di Palermo, insistendo sull'esigenza di immediate contromisure, ha anche elencato alcuni dei campanelli d'allarme che indicano la fine di quello che sembrava un periodo di tregua. Ecco allora i ventisei petardi avvolti in un pacco fatto trovare a Siracusa davanti allo studio del presidente della Commissione regionale antimafia Fabio Granata (An), i colpi di pistola contro l'auto di un maresciallo dei carabinieri, il delitto di ieri mattina a Borgetto, l'incendio doloso a Favara. «Uno stillicidio di attentati e minacce contro anirninistratori locali di estrazione politica diversa - ha sottolineato Caselli -, attentati contro pentiti o presunti tali. Questi frammenti, complessivamente valutati, significano probabilmente una riemersione di Cosa Nostra, che ha subito colpi importanti, ha cercato di clandestinizzarsi, di mimetizzarsi. Adesso sta riaffiorando il suo linguaggio: violenza, crimine, prevaricazione». Il procuratore ha definito «un segnale importante» l'incontro avuto con il nuovo ministro della Giustizia Oliviero Diliberto al quale hanno partecipato il procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Viglia e il presidente della Commissione parlamentere antimafia Ottaviano Del Turco. E ha poi definito «estremamente positivo» l'insediamento della commissione, presieduta dal professor Giovanni Fiandaca, che ha il compito di riordinare e restituire organicità a tutta la normativa antimafia: «Dovrà stabilire che cosa è ancora attuale e può essere mantenuto - ha concluso Caselli - cosa è superato e può essere abbandonato, che cosa deve essere modificato o aggiornato, o aggiunto. Averla avviata è un segno estremanente positivo». Mesi fa Caselli si era lamentato del fatto che Roma era sempre più distante da Palermo. Accusa ribadita ieri dai magistrati più impe¬ gnati sul fronte antimafia che chiedono alla politica maggiore attenzione: «Noi restiamo vigih però gradiremmo una sinergia maggiore da parte di altre istituzioni dello Stato» ha detto ieri il procuratore generale di Palermo, Vincenzo Rovello, già capo degli ispettori del ministero della Giustizia. Sulla mafia è intervenuto ieri anche il ministro del Lavoro Antonio Bassolino, a Caccamo per commemorare il sindacalista ucciso. «Dobbiamo fare una grande operazione di fiducia dell'Italia verso il Mezzogiorno - ha ribadito Bassolino -. Ogni miliardo investito in Sicilia e nel resto del Sud e ogni posto di lavoro in più sono un pugno contro la mafia». Antonio Ravidà A Caccamo 3000 persone hanno ricordato il sindacalista assassinato Bassolino: «Serve più fiducia» li corpo del presunto mafioso Vito Giambrone, 50 anni, ucciso ieri mattina a Palermo, all'uscita da una macelleria