Caso di Bella, la condanna di Scalfaro
Caso di Bella, la condanna di Scalfaro Nella giornata na2ionale della ricerca, il presidente attacca anche le «speculazioni politiche» Caso di Bella, la condanna di Scalfaro «Contro il cancro ci furono scarsa serietà e clamore» ROMA. Anche la giornata nazionale per la ricerca sul cancro, ieri, è stata motivo di polemica sul recente passato della guerra tra il professor Luigi Di Bella, ideatore di un metodo per la cura dei tumori, e il resto del mondo scientifico. Il presidente della Repubblica, nel ringraziare il ministro della Sanità, Rosy Bindi, e i rappresentanti della ricerca ufficiale per «la serietà assoluta», ha contrapposto il ricordo di «momenti di non serietà». E ha aggiunto: «Non ne faccio un processo, però ritengo che alcune cose non si possano dimenticare: non si può dimenticare il clamore venuto dai mezzi di comunicazione. Non si può dimenticare l'esasperata ricerca dei colpevoli. Non si può dimenticare che a un certo punto si è riusciti a inserire una contaminazione di politica nella vicenda». 11 presidente Scalfaro non ha mai citato, direttamente, il professor Luigi Di Bella, ma il suo riferimento è stato chiarissimo. Il ministro Bindi, durante la celebrazione al Quirinale, ha detto che «la ricerca per la lotta contro il cancro si trova a una svolta cruciale». E ha annunciato che non ci sarà futuro per lo Stato se questa si fermerà. Dopo aver sottolineato che la ricerca ha, tuttavia, sofferto di «una certa frammentarietà», il ministro della Sanità ha ribadito che è necessario «farla vivere anche fuori dai laboratori». E in questa chiave si deve leggere l'iniziativa che prevede l'apertura al pubblico di 21 istituti di ricerca, sparsi in tutta Italia. Speranza e ottimismo sono stati espressi da Umberto Veronesi che, al suo impegno nella Commissione oncologica nazionale affianca quello di vicepresidente della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro. L'Italia, secondo Veronesi, si trova oggi in una posizione di avanguardia e sta dando un con- tributo costruttivo in chiave mondiale. «Negli ultimi vent'anni - ha detto - sono stati fatti più progressi che nei duemila anni precendenti», anche se ha ribadito che rimane ancora da fare «uno sforzo gigantesco». Sempre più importante, poi, la necessità di una svolta culturale nella società «che deve prendere coscienza che, ormai, dai tumori si può guarire nel cinquanta per cento dei casi». A questo proposito, Veronesi ha rilevato la grande importanza di giornate dedicate all'informazione, come quella di ieri, che aiutano «a lasciare alle spalle i pregiudizi del passato». Sulla ricerca, un altro componente la Commissione oncologica, e direttore dell'Istituto Tumori di Genova, tocca, invece, tasti dolenti. Per Leonardo Santi «è giunta, finalmente, l'ora di far approvare, nel nostro Paese, un piano organico per la lotta contro i tumori». La ricerca, osserva l'oncologo, purtroppo si perde ancora in troppi rivoli che partono da troppi ministeri: dalla Sanità al Lavoro, dalla Ricerca Scientifica agli Affari Esteri. «Manca un piano organico e unitario - continua Santi -: il solo che potrebbe dare effettivi risultati». E porta, come esempio, gli Stati Uniti, dove il nemico cancro è stato affronta - to con un'offensiva da più fronti: «Dall'inquinamento - riferisce - alla genetica. E oggi in America si registra un leggero calo di questa patologia». In Italia? «Prevenzione se ne fa ben poca osserva Santi -, l'informazione è quasi del tutto assente, e gli screening si fanno a "pelle di leopardo", ovvero in alcune regioni sì e in altre no. E i finanziamenti dovrebbero confluire in un unico, generale, progetto di lotta». Anche Giovanni Paolo II, ieri, ha voluto celebrare la giornata nazionale contro i tumori. Nel salutare i rappresentanti dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, papa Wojtyla ha espresso la propria speranza che «la solidarietà faccia compiere ulteriori progressi» e assicuri «maggiori speranze e maggior sollievo ai pazienti e ai loro cari», [d. dan.) L'ottimismo di Veronesi: «Negli ultimi vent'anni enormi progressi Oggi metà dei malati può guarire» il
Luoghi citati: America, Genova, Italia, Roma, Stati Uniti
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