La Stampa - Consultazione Archivio

Un flirt lungo 33 anni Americani Un flirt lungo 33 anni ROBERT Jenkins, di Greensboro, North Carolina, non era di quelli che la fanno lunga. Si voltò e continuò a camminare. Lei, Nonie Turville dell'Alaska, rimase sul prato del campus dove gli aveva dato appuntamento per spiegargli perché la loro storia non aveva futuro. Aveva detto cose sensate e nauseanti: «Siamo troppo giovani», «Dobbiamo pensare alla nostra carriera», «Io ho ancora un anno di studio, tu stai per diplomarti e poi partirai per il Vietnam», «Possono succederci troppe cose e non siamo pronti a...». Lui era già di spalle e non si fermò. Continuò ad avanzare, attraversando il prato, il cancello, l'oceano, la giungla. Lo fermò soltanto la pallottola di un vietcong, che gli spappolò il ginocchio. «Questo qui non camminerà mai più decentemente, meglio rimandarlo a casa», disse il medico di campo, dopo averlo rabberciato. In quello stesso momento lei indossava la divisa da croceros¬ sina e partiva per il Vietnam, decisa a ritrovarlo, fulminata dalla rivelazione che la carriera poteva aspettare. Quando atterrò, lui era già partito. Sposò, invece, un altro soldato di cui ebbe a prendersi cura. Lui sposò un'infermiera dell'ospedale dove fu ricoverato. Ebbero, entrambi, due figli. Lui rimase vedovo. Lei divorziò. Ricevettero, la primavera scorsa, l'invito all'annuale incontro degli ex allievi del college. Per la prima volta, dopo 33 anni, andarono. Inseguendo una nostalgia, lei tornò sul prato. Lui era già là, ma non lo riconobbe. Le passò a cinque metri, zoppicante, capelli grigi e occhi stanchi. Qualcuno da dietro chiamò: «Robert». Lui si voltò e lei vide il nastro della vita riavvolgersi. Gli dei del silenzio le impedirono di dire altre fesserie. Capì di aver sprecato 33 anni. Non un minuto di più. Si sono sposati sabato. Gabriele Romagnoli