In picchiata la bilancia verde

In picchiata la bilancia verde Deficit agroalimentare di 7000 miliardi. La Coldiretti: regole a difesa della qualità In picchiata la bilancia verde Latte, sfondata la quota per il '97-98 ROMA. Difendere: l'agricoltura di qualità per arginare il deficit senza freni della bilancia commerciale del settore, ecco la ricetta della Coldiret. che, nel suo annuale «Quaderno verde» analizza i dati elaborati dall'lsmea: nei primi sei mesi del '98 il disavanzo valutario con l'estero è peggiorato dell'8,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sfondando il tetto dei 7000 miliardi. Questo mentre l'industria alimentare ha messo a segno un attivo di 2000 miliardi. «L'agricoltura italiana diev' il rapporto Coldiretti - si conferma comunque al primo posto per valore aggiunto e al secondo per produzione in Europa, con un bilancio annuale che dovrebbe chiudersi in equilibrio sul '97 e il valore del prodotto vendibile, dovrebbe confermarsi nella media dell'ultimo triennio con circa 67 mila miliardi di lire, e un valore di aggiunto che sfiora i 48 mila miliardi». Ma il «buco» nella bilancia commerciale è gravissimo, anche se le campagne italiane stanno diventando più europee: il 5,4% delle aziende controlla il 53,1% della superficie agricola. «Le nostre imprese agricole oggi sono nelle condizioni di produrre sviluppo attraverso la qualità - commenta Paolo Bedoni, presidente della Coldiretti - ma se la qualità non ò tutelata da regole e non è difesa dalla politica, il rischio ò che le imprese che fanno qualità vadano fuori mercato». Così Bedoni chiede al governo di varare al più presto una nuova politica per l'agricoltura, mettendo in pratica gli impegni assunti al Tavolo verde e dice no ad un'accelerazione dell'import a dazio zero di vino, frutta e succhi dal Sud Africa a cui l'Unione Europea starebbe per dare il via. Intanto gli Usa indicano la loro ricetta per le trattative sul commercio internazionale, che si apriranno tra un anno: abbassare ulteriormente le tariffe, ridurre o eliminare le quote alle importazioni e i sussidi alle esportazioni, imporre regole rigorose alle imprese commerciali di Stato e ai Paesi che utilizzano sussidi «mascherati», rendere più rigide le regole sulle misure sanitarie per assicurare un'equa competizione. E proprio sui temi della politica agricola internazionale il ministro Paolo De Castro ha avuto un lungo incontro, a Bruxelles, con il Commissario europeo, Fischler. Chiarendo la posizione italiana De Castro ha sottolineato come gli accordi Gatt debbano valere per tutti, tanto per le produzioni mediterranee quanto per quelle continentali. Per vino e olio si è in attesa delle proposte Ue, in particolare sul fronte enologico il nostro Paese è favorevole ad aprire un confronto sulla nuova organizzazione comune di mercato, ma, ha fatto capire il ministro, è chiaro che il mosto marocchino non deve diventare vino tedesco. Poi il latte: l'Aima ha annunciato che nella campagna '97-'98 l'Italia ha sforato dalla sua quota di produ;'ione, i dati sono ancora incompleti, ma qualcuno azzarda una cifra di oltre 5 milioni di quntali, il che si tradurrebbe in una multa europea di quasi 400 miliardi di lire. «Uno sforamento ci sarà, ma aspettiamo di ragionare con i conti finali alla mano - dice De Castro - intanto vorrei chiarire che non c'è nessuna avversione generica verso le quote, quello che non piace è questo sistema di quote, quindi ne chiediamo o la revisione o una gestione più flessibile». A fianco dell'Italia, su questa linea, ci sono Gran Bretagna, Svezia, Danimarca e Grecia, che costituiscono una minoranza di blocco la cui opposizione può far decadere il sistema delle quote alla data limite del 31 marzo 1999. Comunque l'Italia non parte dal presupposto di salire sulle barricate, ma i partner europei dovranno dimostrare di aver completamente sgombrato il campo da certi atteggiamenti discriminatori del passato. Vanni Cornerò Il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro

Persone citate: Bedoni, De Castro, Fischler, Gatt, Paolo Bedoni, Paolo De Castro, Vanni Cornerò