«I giovani, i nuovi clienti dell'amore a pagamento»

«I giovani, i nuovi clienti dell'amore a pagamento» Come cambia l'identikit dei frequentatori di prostitute: poco più che adolescenti e benestanti «I giovani, i nuovi clienti dell'amore a pagamento» NEL MONDO DELLE LUCCIOLE MODENA DAL NOSTRO INVIATO Com'è l'amore ai tempi delle schiave? Cliente uno: «Io pago, e quando ho pagato sono a posto. E' come quando tu vai a fare la spesa, è uguale». Pia Covre: «Io sono stata felice. Se dovessi tornare indietro, io rifarei, anzi, comincerei un po' prima. Diciamo che sono stata fortunata, ho fatto la prostituta nei vent'anni migliori di questo secolo, dal '65 in poi. Adesso, è vero, i tempi sono più brutti». Nigeriana: «Penso che fra gli uomini italiani ci sono anche tanti ladri. Perché se tu hai lavorato molto e hai guadagnato di più, cercano di rubarti i soldi, lina volta mi hanno picchiata e mi haimo preso la borsa. Sono ;mdata a casa perché avevo paura, ma cosa potevo fare? Il giorno dopo sono tornata a lavorare. Loro sono così cattivi. Tutte queste cose mi hanno aiutata a non fare più la prostituta». Sidney, nigeriana: «Ogni tanto sulla trada viene un prete buono a farci messa, lo vado dietro la cabina a togliermi i calzoni stretti o la gonna cortissima o i tacchi a spillo. Mi metto un vestito lungo che mi porto in borsa perché così prego meglio la Madonna. Mia sorella è sparita. Anche delle mie amiche sono sparite. Io prego la Madonna di non sparire». L'amore ai tempi delle schiave forse è sempre stato così, anche se dicono che non è vero. A Modena hanno fatto un convegno, nella Casa delle donne, gli hanno dato un titolo ironico, quasi lontano, «Donne che avete intelletto d'amore», e un sottotitolo più inquietante: «Cliente affezionato, marito adeguato». Poi, hanno chiesto mi confronto, «voghamo un dialogo tra persone, tra uomini e donne», diceva Fanny Zangelmi, dell'Udi, ma hanno ricevuto gli stessi silenzi, gli stessi sguardi di una strada. L'amore ai tempi delle schiave ha davvero il buio della notte e della vergogna. Ricorda Carla Coreo, del Comitato diritti civili delie prostitute, che prima di fare il suo ultimo libro sui clienti (Quanto vuoi?, edizioni Giunti, scritto assieme a Sandra Laudi), selezionò i suoi habitués migliori, più colti, più disponibili: «Ho chiesto a loro di raccontarsi come clienti. Beh, nessuno ha accettato. Perché? Ma semplice: perché nessuno vuole sentirsi come cliente». L'amore ai tempi delle schiave ha bisogno di ima schiava e di un uomo che finge di non essere quello che è. Un incontro quasi virtuale, spiega Carla Corso. Adesso, i clienti sono molto più giovani di un tempo, molto più ricchi di un tempo, anche a bazzicar le strade Sono divisi per fasce orarie, sostiene Corso: «Di giorno viene l'operaio, una sveltina e di corsa a casa. E' il meno esigente. Più tardi si alza lo standard. Arrivano gli studenti, e più a notte fonda i liberi professionisti. Alle ultime ore di lavoro il manager, con la bella macchina e i tre telefonini». Samanta, 50 anni, veneta: «Io ho clienti di tutte le età, ma adesso i giovani sono in aumento, e sono i peggiori. Vogliono tutto e non sanno quel che vogliono veramente. Sono gnocchi, figli di pessime madri, sono infantili e incoscienti, succubi di mia mentalità materna superprotettiva». Marisa, 36 anni, Firenze: «I clienti sono esseri umani come noi. Il problema è che loro non ci considerano tali. Si concedono una doppia vita, e a noi non vo- ! gliono concederla». Mattia, 55 anni, medico, Firenze: «Il nonno di un mio amico diceva: le prostitute si pagano non perché vengano con noi, ma perché poi se ne vadano». Ancora Carla Corso: «A 20 anni vengono per imparare. A 30 e 40 vogliono ima conferma della loro virilità. Non ce n'è imo che non mi abbia chiesto come ce l'ho. Dopo i 60 anni vengono per la solitudine». Eppure, tutto questo non basta a capire. Se chiedi a Carla come sono i clienti, di quale ceto sociale, di qua- le età, di quale orientamento politico, lei ride per rispondere: «L'universo maschile. Tutto». Esagera, ma c'è im fondo di verità per spiegare meglio l'amore ai tempi delle schiave. Una volta, Lorena, il trans che scampò a Donato Bilancia, il killer dei treni, raccontò che fra i suoi clienti una sera vide arrivare il ragazzo di una sua amica. Normale? Perché l'amore ai tempi delle schiave può diventare anche un incubo che ci riguarderà tutti, che ci toccherà sempre più da vicino, che vivrà dentro la nostra vita. Alla Bruciata, che sta un po' fuori città verso Reggio Emilia, fino a qualche tempo fa le nere sbucavano all'improvviso dalla notte e dai marciapiedi, illuminate dai fari mentre saltavano battendo le mani sul parabrezza. «Bello, bello, mi vuoi?». Era come andare in riva a un fiume in mezzo alle zanzare. Gli abitanti del quartiere più rosso di Modena raccolsero firme per riaprire le case chiuse. Ebbero la solita ordinanza contro i clienti. Gli abitanti prote¬ stavano: «Vengono da tutto il mondo a impestarci le case». Dopo mi po' catalogarono le multe. Prima sorpresa. I clienti erano quasi tutti del posto, l'80 per cento tra Modena e Reggio Emilia. La verità è che i clienti siamo sempre noi. «Sono i nostri uomini, i nostri padri, i nostri mariti, i nostri figli», come dice Fanny Zangelmi. La seconda verità è che intanto il quadro tutt'attorno è cambiato, e s'è incupito, come annota Gianfranco Bettin, vicesindaco di Venezia e assessore ai Servizi so¬ ciali, quando parla del destino «di migliaia e migliaia di donne, spesso giovanissime, schiavizzate, sequestrate e costrette a prostituirsi. Nel racconto dei clienti il cambiamento di situazione è descritto con chiarezza, dai tempi delle poche e conosciute italiane, sempre quelle nei soliti posti, ai tempi delle prostitute di ogni età, soprattutto delle età più giovani, e di ogni nazionalità, di ogni colore, disponibih sempre e ovunque e a qualunque cosa». Sono i tempi delle schiave. Anche per questo hanno fatto le ordinanze contro i clienti e «le ordinanze», dice Pia Covre, «sono servite solo a perseguitare le nuove schiave del sesso. Sono stati molto più numerosi i decreti di espulsione delle multe. A Sesto San Giovanni, però, da due giorni hanno tolto l'ordinanza contro i clienti che accompagnavano le prostitute». E' l'amore ai tempi delle schiave. Uno dei clienti era Donato Bilancia. Di lui è rimasto nome e cognome. Interrogato rispose: «Ridevano di me. A volte le ammazzavo perché non avevo soldi per pagare. Solo per una ebbi pietà. Allora le dissi: guarda il mare». E sparò. Pierangelo Sapegno Pia Covre, leader del movimento delle lucciole: «Orai tempi sono peggiori rispetto a 20 anni fa» IL MERCATO DEL SESSO PERCHE' L'UOMO VA CON UNA PROSTITUTA a 20 anni cerca una maestra a 30-40 anni vuole una conferma della virilita e cerca sesso senza giudizio dai 60 anni in poi per solitudine [.'IDENTIKIT DEL CLIENTE di giomo operaio dl sera studente, libero professionista, commerciante di notte manager con bella macchina e tre telefonini FONTE: CONVEGNO «DONNE CHE AVETE INTELLEUO D'AMORE» ORGANIZZATO A MODENA In Italia sono circa cinquantamila le prostitute, la metà lavora sulla strada