«Nei 2008 la cura anti-cancro»
«Nei 2008 la cura anti-cancro» LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA L'annuncio dello scienziato Folkman alla vigilia della giornata contro i tumori «Nei 2008 la cura anti-cancro» Ma ogni anno ci sono 10 milioni di nuovi malati MILANO. Tumori in continuo aumento, ma anche ricerca sempre più avanzata: se il cancro continua a uccidere, gli scienziati sono sulla buona strada per trovare il killer in grado di fermarlo. Sulle «strategie contro il cancro nel nuovo millennio» si sono confrontati ieri a Milano studiosi di mezzo mondo in mia conferenza organizzata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, alla vigilia della giornata anticancro. Tra gli studiosi, pur se attraverso una videointcrvista registrata, ha parlato anche Judah Folkman, della Harvard medicai school di Boston, lo scienziato forse più avanti di tutti (anche se ha voluto rendere omaggio a due studiosi italiani, Gasparini ed Elisabetta Dejana) nello studio dell'angiogenesi. Cioè il meccanismo per cui il tumore riesce a stimolare la crescita di vene e arterie per potersi nutrire. Il blocco di questo meccanismo è quindi una delle strade maestre che possono portare alla sconfitta del cancro assieme ad una prevenzione sempre più diffusa, precoce e mirata: «Ci vorranno dieci amii», ha precisato Folkman in un'intervista al Tgl. E sarà comunque una lotta lunga e difficile, visti i dati che ha fornito Karol Sikora, dell'Organizzazione mondiale della sanità: i malati di cancro sono complessivmente 50 mihoni; ogni anno, in tutto il mondo, si ammalano dieci milioni di persone, nel 2020 dovrebbero essere il doppio. Lo sviluppo maggiore è previsto nei Paesi sottosviluppati: «Il 70 per cento dei nuovi malati vivrà in Paesi che insieme avraimo meno del 5 per cento delle risorse necessarie per tenere la malattia sotto controllo». L'obiettivo dell'Oms è adesso quello di cercare di ridurre il numero dei nuovi malati: quindici milioni al posto dei venti l'anno previsti. E questo soprattutto attraverso tre linee guida di prevenzione: la guerra al fumo, una migliore alimentazione, la lotta alle infezioni. «Il fumo ò il pericolo pubblico numero uno», dicono insieme Sikora e Silvio Garattini: attualmente su 10 milioni di nuovi malati, tre vengono colpiti da cancro al polmone. Per altri tre mihoni la causa del cancro sono «fattori dietetici» e per un milione e mezzo la causa sono infezioni, in particolare quelle portate dall'epatite B. Di cancro ci si ammala di più ma si muore di meno: adesso la mortalità è ridotta al 50 per cento dei casi. Questo almeno in Europa, come ha spiegato Umberto Veronesi illustrando il progetto contro il cancro, nato nell'85 con l'obiettivo di ridurre del 15 per cento la mortalità entro il Duemila. «I risultati sono stati buoni - dice - anche se i casi sono aumentati: erano 1,3 mihoni nel '90; adesso sono 5,4». Anche qui causa principale è l'invecchiamento della popolazione. Ma se molte cose si sanno sul cancro dal punto di vista statistico, il salto di qualità nella terapia avverrà con il «passaggio dalla società all'individuo», cioè con l'inviduazione, su base genetica, dei fattori di rischio per ciascuno; che sono appunto diversi da persona a persona. C'è chi fuma tutta la vita e non si ammala di cancro al polmone, c'è chi ci muore solo per aver aspirato il fumo altrui. Perché succede? Questo il quesitochiave cui si cerca una risposta. Ir. m.]
Persone citate: Elisabetta Dejana, Folkman, Gasparini, Judah Folkman, Karol Sikora, Sikora, Silvio Garattini, Umberto Veronesi
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