Cipro, in manette due spie israeliane di Aldo Baquis

Cipro, in manette due spie israeliane Presi con apparecchiature per intercettazioni. L'imbarazzo di Netanyahu Cipro, in manette due spie israeliane Intrigo internazionale a favore della Turchia TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO E' stata concepita a Damasco dal leader della Jihad islamica Ramadan Abdallah Shallah l'autobomba che venerdì - mentre il governo israeliano stava discutendo gli accordi della Wye Plantation - è esplosa in un mercato di Gerusalemme provocando la morte di due kamikaze palestinesi, Yussef al-Saghir e Suleiman Tahanya, e il ferimento di venti ebrei. «Scopo dell'eroico attacco era di vanificare la grande cospirazione ordita alla Wye Plantation contro la causa palestinese» ha spiegato ieri Shallah mentre nelle stesse ore i servizi segreti di Yasser Arafat denunciavano le trame di «elementi stranieri» e compivano arresti di militanti della Jihad islamica a Betlemme e nella zona di Jenin. Il governo israeliano dovrà affrontare una questione non meno scottante che rischia di coinvolge¬ re direttamente lo stato ebraico nel conflitto greco-turco a Cipro. Le autorità cipriote sospettano infatti che lavorino per il Mossad due cittadini israeliani, Udi Argov e Igal Damary, arrestati ieri nella cittadina meridionale di Zygi, 24 ore dopo il loro arrivo nell'isola. I due sono stati trovati in possesso di apparecchi fotografici sofisticati, di carte geografiche dettagliate e di apparecchiature elettroniche in grado di ascoltare e registrare le trasmissioni della polizia locale. Per ragioni che non hanno voluto spiegare agli inquirenti, i due israeliani si trovavano pure a Zygi fra il 15 e il 22 ottobre, mentre la Guardia nazionale cipriota era impegnata in una grande manovra militare denominata «Nikiforos». Le autorità cipriote seguivano da tempo le attività di Argov e Damary nel timore che le informazioni da loro raccolte potessero essere inoltrate dal Mossad alle autorità turche in un momento molto delicato, a pochi mesi cioè dalla dislocazione nella parte greca dell'isola di batterie missilistiche anti-aeree Sani S-300 di fabbricazione russa. Ieri il presidente cipriota Glafkos Clerides ha confermato che tali sistemi missilistici saranno installati nei tempi previsti a Cipro (e non a Creta) malgrado Ankara minacci di distruggerli. In visita la settimana scorsa a Cipro, il capo di stato israeliano Ezer Weizman si era sforzato di convincere Clerides che la cooperazione strategica israelo-turca non è rivolta contro Paesi terzi. Adesso l'arresto dei due misteriosi israeliani rischia di provocare un incidente diplomatico analogo a quello di sette anni fa, quando quattro agenti del Mossad furono catturati a Cipro mentre cercavano di intercettare comunicazioni telefoniche nella sede dell'ambasciata iraniana. Aldo Baquis