L'addio di Kohl: l'Spd tradisce la Germania

L'addio di Kohl: l'Spd tradisce la Germania Al Congresso della Cdu l'ex Cancelliere, commosso, cede a Schaeuble la guida del partito L'addio di Kohl: l'Spd tradisce la Germania E Schroeder promette: pensione a 60 anni per creare lavoro BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo un quarto di secolo Helmut Kohl lascia la guida della Cdu, il partito che all'ex Cancelliere deve i successi più smaglianti e la sconfitta più bruciante, lo scorso 27 di settembre. Ma con l'incoronazione di Wolfgang Schaeuble a nuovo leader - e con la nomina di Kohl alla presidenza onoraria a vita, un incarico simbolico e cerimoniale il congresso della Cdu ha formalizzato quella che lo stesso Schaeuble ha definito «una cesura nella storia del partito»: la definitiva uscita di scena di un Kohl più volte sul punto di piangere - mentre alla tribuna se ne esaltavano meriti e successi - è infatti molto più del «nuovo inizio» invocato dalla platea dei 1001 delegati. E', prima di tutto, l'avvio di un'epoca che si annuncia anche psicologicamente disagevole e difficile, dopo 16 anni di abitudine al governo: l'epoca dell'opposizione, dell'inseguimento, della riconquista. Adesso che la nuova squadra è al comando e che accanto a Schaeuble ci sono volti giovani che simboleggiano per l'appunto «la necessità di ricominciare» - dal nuovo segretario generale Angela Merkel, una donna dell'Est, a Christian Wulff, l'ex capofila dei ribelli a Kohl entrato nella cerchia dei vice presidenti - la Cdu deve trovare una rotta in grado di farle recuperare consensi nel suo tradizionale serbatoio di voti, il vasto centro delle borghesie, dei quadri, della «piccola gente» delusa e ferita dall'immobilismo greve di Helmut Kohl negli anni del tramonto. Ma la «battaglia del centro» sarà difficile, per un partito che deve prima di tutto ricomporsi e ritrovare la «rabbia» capace di mobilitarlo, dopo la scontitta devastante subita il 27 di settembre. Per questo Kohl e Schaeuble hanno tracciato con durezza estrema gli imperativi dell'opposizione a Schroeder: per trasmettere un profilo aggressivo a un partito titubante, smarrito, scettico sulle proprie forze e sulla capacità di tornare al potere nei tempi «rapidi» garantiti dal nuovo leader. «Il governo rosso verde mette in discussione i fondamenti ideali della Repubblica tedesca», ha ammonito l'ex Cancelliere riferendosi alla politica della famiglia, alla riforma fiscale, alle alleanze regionali «con i comunisti della Pds»; ed evocando a confronto «gli anni che hanno garantito i maggiori successi», anche ideali, alla Germania. «Quello fra socialdemocratici ed ecologisti non è un matrimonio ma una specie di divorzio in evoluzione permanente», ha chiosato Schaeuble. Denunciando via via i punti che «confermano questa conflittualità latente» e illustrano «il rischio Schroeder»: una riforma fiscale penalizzante per l'ùidu- stria e i ceti medi, ma sulla quale già sarebbero visibili dissensi fra il Cancelliere e il ministro delle Finanze Oskar Lafontaine («l'inchiostro del patto di coalizione ancora non è asciutto e già si rimette tutto in discussione»); la volontà di aumentare il debito pubblico, a dispetto degli impegni di stabilità suggellati dal trattato di Maa- stricht; la «conseguente aggressione alla Bundesbank e alla Banca Centrale Europea» («giù le mani dalla loro indipendenza», ha scandito Schaeuble). Sarà battaglia, dunque. E una battaglia centrata anche sui «valori», come ha fatto intuire soprattutto Kohl e come Schaeuble ha confermato: «Nonostante la sconfitta, la Cdu non cambierà il proprio orientamento ideale», ha garantito l'ex Cancelliere. «La necessità di rinnovamento non ci farà rinunciare alla "C"», ha rassicurato il nuovo presidente del partito alludendo agli elementi «cristiani» della tradizione Cdu. Il primo riscontro verrà in primavera, con alcune elezioni comunali e il voto regionale nella Saarland, la patria di Oskar Lafontaine dove Schaeuble e Angela Merkel vorrebbero tentare la strada improbabile di un'alleanza con i Verdi. Ma senza risposta resta la domanda chiave proposta dalla sconfitta di settembre: basterà, l'imperativo della mobilitazione, a colmare la cesura, a garantire il «nuovo inizio»? Emanuele Novazio «II governo rosso-verde mette in discussione i fondamenti ideali della Repubblica Federale tedesca dalla politica fiscale all'alleanza con la Pds» •IL PUNTO* • La sconfitta Il 27 settembre Helmut Kohl viene sconfitto da Gerhard Schròderalle elezioni generali. La Cdu è al suo minimo storico. • Gli stranieri Il 30 settembre Schròder e il leader dei Verdi Joschka Fischer presentano il programma di governo: prevede, fra l'altro, la concessione della cittadinanza agli stranieri di seconda generazione nati in Germania. • La benzina Il 10 ottobre Spd e Verdi illustrano la «tassa ecologica»: aumento della benzina e altre fonti di energia per diminuire il costo del lavoro. • L'Est Il 27 ottobre Gerhard Schròder viene eletto Cancelliere dal nuovo Bundestag. Nel suo discorso di accettazione annuncia: punti principali dell'azione di governo saranno la lotta alla disoccupazione e il rilancio delle regioni orientali. • La Bundesbank Il 1° novembre il ministro delle Finanze Oskar Lafontaine sferra un duro attacco alla Bundesbank: deve abbassare, afferma, i tassi per rilanciare economia e lavoro. Helmut Kohl applaudito al Congresso della Cdu. A destra, uno scorcio di un quartiere a luci rosse. Nella foto in alto a sinistra, Angela Merkel, nuovo segretario generale del partito cristiano democratico

Luoghi citati: Germania, Repubblica Federale Tedesca