Donne in clausura per parlare di potere di Maria Grazia Bruzzone

Donne in clausura per parlare di potere A Todi un raduno di vip al femminile Donne in clausura per parlare di potere Todini (Fi): «Parità senza lamenti» Mussolini: «Lottare unite è meglio» TODI DAL NOSTRO INVIATO 1 grosso delle partecipanti sbarca tutto insieme da un pullman a due piani, in pantaloni e giacconi come se si trattasse di una gita turistica: Silvia Costa, la presidente, con le donne della commissione Pari Opportunità, la femminista storica oggi presidente del Wwf Grazia Francescato, la pubblicitaria Anna Maria Testa e la fotografa Paola Mattioli, la responsabile Venture Capital della Mitsubishi Loredana Perocco e tante altre, avvocate, docenti, giornaliste, parlamentari, persino tre suore in abito monacale. Tina Anselmi e Francia Falcucci stanno da un pezzo passeggiando sui prati intorno all'hotel Bramante, già convento delle Clarisse, dove si tiene questo weekend tutto femmminile già battezzato «la Gargonza delle donne» in omaggio al seminario dell'Ulivo di un paio di anni fa. Rigorosamente a porte chiuse discutono sul tema: «Per una cultura dello stare insieme di donne e uomini nei luoghi del governo e dei beni comuni». Il raduno voluto dalla Costa potrebbe diventare un appuntamento annuale. Massimo D'Alema ha mandato un messaggio di solidarietà in cui riconosce che «la presenza fenmùnile negli organi decisionali del nostro Paese è troppo bassa», anche se il raddoppio dei ministri donna nel governo «è già un piccolo passo avanti». Eppure proprio le neoministre, occupatissime, disertano l'incontro. In lista c'è solo Laura Balbo finché non arriva trafelata Livia Turco (e forse oggi ci sarà anche Rosa Russo Jervolino). Altre strane assenze si notano nel panorama del femminismo storico della sinistra. Non c'è il gruppo «Emily», né quello della «libreria delle donne» di Milano. Mancano, per fare qualche nome, Franca Chiarmonte, la storica Adriana Cavarero, la direttrice di «Noi donne» Bia Sarasini. «C'è un tipo di femminismo a cui la presenza delle donne nei luoghi del potere non interessa», taglia Silvia «Non una dal Quiper prima Costa basta i noi rinale fare vera» corto Alessandra Bocchetti, presidente del circolo Virginia Woolf, oltre che organizzatrice insieme con Costa. Perché è questo il punto focale dell'incontro, al di là dei tanti diversi discorsi e linguaggi che si ascoltano nelle pause della convention, che le escluse hanno ribattezzato gli «stati generali delle donne al potere». Una scelta indubbiamente realista e forse anche «moderna». Costa elenca i «paradossi» italiani: le donne meno occupate d'Europa e le meno prolifiche, una scolarizzazione che supera quella dei maschi, una presenza di parlamentari che negli ultimi anni è scesa del 10%. «Le donne hanno cambiato la propria vita, lavorato molto nel sociale ma il patriarcato resta ancora profondamente radicato nelle forme dello Stato e nel suo assetto simbolico», spiega Bocchetti. E fa un esempio: la Corte Costituzionale, dove c'è una sola donna, Fernanda Contri. Ma altri se ne.potrebbero fare. «Nelie grandi imprese è la stessa cosa», ammette Giuseppina Fusco, amministratore delegato di Enirisorse che però crede fondamentalmente nell'impegno personale. Mentre l'europarlamentare azzurra Luisa Todini, pur riconoscendo che a Bruxelles si avverte un clima diverso, spiega che la parità di stipendi nell'Ue è ancora da affrontare. «Purché non finisca in lamentele e vuote riflessioni», aggiunge.«C'è poco da riflettere», interviene battagliera Alessandra Mussolini che propone di creare un «nucleo operativo di emergenza», «un patto di lealtà trasversale» per superare l'isolamento delle donne parlamentari. «Credo nella lotta nell'unità, non nelle lotte singole. Non possiamo più fare le brave ragazze», insiste la deputata di An che si defisce «postferrnnminista». Di lotta, «una nuova fase di lotta da aprire, durissima» parla anche Bocchetti, con l'occhio allo Stato «governato solo dagli uomini». E Silvia Costa alza il tiro: «La proposta di Amato va presa sul serio. Ma non basta una donna al Quirinale per fare primavera». Maria Grazia Bruzzone Silvia Costa «Non basta una di noi al Quirinale per fare primavera» Silvia Costa ' presidente della commissione Pari opportunità organizzatrice del raduno di Todi

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Milano, Todi