Un sindacato per Tex Willer di Guido Tiberga

Un sindacato per Tex Willer Il leader della Cgil: dobbiamo abituarci a forme di lavoro atipiche, il futuro non è solo nelle fabbriche Un sindacato per Tex Willer Cofferati: i fumettisti non hanno tutela TORINO. Che Sergio Cofferati fosse un appassionato di fumetti non era un segreto. Ha definito Tex Willer «un avvocato dei poveri, più o meno come un sindacalista», ha persino firmato uno dei tanti libri dedicati al ranger amico degli indiani e alle sue grandi cavalcate nella prateria. La novità è un'altra: dopo essersi portato i fumetti sul lavoro, il grande capo della Cgil ha deciso di portarsi il lavoro nei fumetti. Ieri mattina, alla Camera del Lavoro di Torino, Cofferati ha incontrato i rappresentanti dei diecimila lavoratori italiani della matita. L'obiettivo? Mettere la prima pietra di quello che potrebbe diventare il primo «sindacato nazionale della comunicazione visiva». Un sindacato che riunisca, per «fumettisti, illustratori, grafici pubblicitari, autori di cartoni animati e vignettisti», annunciano i promotori dell'Anonima P'umetti, pittoresca definizione del'associazione degli autori italiani. «Il lavoro di queste persone, pur avendo una storia molto antica, ha tutte le caratterisctiche di quelle che alla Cgil abbiamo definito "nuove" professioni - spiega Cofferati -. I disegnatori sono liberi professioni- sti, ma di l'atto dipendono dalle case editrici. Una situazione atipica, ma destinata ad allargarsi nel panorama dell'occupazione italiana: il sindacato dovrà abituarsi a situazioni diverse dalla tradizione della fabbrica o dell'ufficio...». Un sindacato vario e coloratissimo: i padri di Topolino con quelli di Dylan Dog, gli autori di Cip e Ciop con quelli di Cipputi. Senza escludere neppure gli autori di satira che non si tirano indietro se c'è da mettere alla berlina il sindacato e i suoi leader. «La maggior parte di noi non ha un contratto», dice Vincino, applaudendo da lontano l'iniziativa della Cgil. «Noi disegniamo tutti i giorni, e non abbiamo norme alle quali fare riferimento - aggiunge Alfio Krancic, la matita più pungente della destra -. Un sindacato? Certo che mi piacerebbe...». I vignettisti, in verità, al piccolo vertice con Cofferati non c'erano: «anarchici» come sono, non hanno un'associazione di categoria, e al segretario della Cgil non ci si può certo presentare ognuno per sé. Tra loro, poi, non mancano gli scettici di professione. Uno è Vauro, il più cattivo: «Gente come noi, che di mestiere prende di mira i politici, dovrebbe essere in grado di difendersi da sola. A parte la matita non abbiamo molto in comune con i disegnatori di Paperino...», dice. «Loro almeno fanno un lavoro riconosciuto da tutti - replica Vincino -. All'esame da giornalista, al posto di un articolo ho presentato una vignetta. Un giornale me l'avrebbe pubblicata in prima pagina, però quelli mi hanno bocciato». Guido Tiberga I lavoratori della matita sono oltre diecimila Il vignettista Vauro «Ma chi prende di mira i politici deve sapersela cavare da solo» UCTuu«cfiasLpdtvtlbqmmcsdnPatcvd

Persone citate: Alfio Krancic, Cip E Ciop, Cofferati, Dylan Dog, Sergio Cofferati, Tex Willer

Luoghi citati: Torino