IN VIAGGIO SULL'ARCA DI CARLIN di Paolo Massobrio

IN VIAGGIO SULL'ARCA DI CARLIN IN VIAGGIO SULL'ARCA DI CARLIN QUANDO tredici anni fa, nel camerino di un teatro di provincia intervistai Francesco Guccini sul suo rapporto col mangiare e il bere, ad un certo pimto mi bloccò e chiese: «Di certo tu conoscerai il più turpe dei langaroli. Si chiama Carlin Petrini». In effetti lo conoscevo di nome, giacché allora si dilettava a recensire i ristoranti sullo stesso giornale dove io pubblicavo i miei articoli sul consumo del vi no. Lo incontrai poi una sera nella sua osteria, il Boccoiidivìno di Bra, dove sembrava un missionario laico che dirigeva una squadra di giovani entusiasti di sco prire che il Piemonte del gusto era molto di più di quanto si potesse immaginare. Mi colpirono allora tre cose: la simpatia, in primis, l'intelligenza, l'esuberanza, Si gongolava in quell'osteria del gusto, ma si capiva che gli era stretta, 11 suo orizzonte era il mondo. Da lì a poco sarebbe nata Arcigola, poi il movimento Slow Fooa e insieme a questo giornali, libri, fino al best seller sulle Osterie d'Italia: uno strumento che di fatto mancava in un Paese Come l'Italia ancora legato a questi luoghi dell'anima. Carlin Petrilli lo «studiai» ancora una seni all'Antica Cereria di Parma: mi parlava ilei suoi progetti, ma non come un freddo manager che svelava cosa avrebbe fatto da grande. Sembrava un fanciullo che aveva negli occhi il Cantò j'euv delle cascini; di Langa e le sere coi suoi genitori che quando mangiavano bene, alla fine di un pranzo, cantavano «Ora sei rimasta sola» di Celeutano. Se qualcuno mi chiedesse cos'è un progetto culturale, cos'è un'azione di marketing, proporrei di incontrare un tipo così, uno che è capace di progettare in grande senza mai dimeu ticare una storia, personale e collettiva. Carlin Petrini è la memoria resa presente per salvare ciò che davvero vale e corrisponde alle aspettative di chiunque abbia a cuore le cose autentiche. Il Salone del gusto rappresenta allora una sintesi di ciò che vale la pena salvare oggi, è la fiera della memoria che vuole disegnare il presente. Davanti a questa inipo nenie manifestazione c'è un prò getto culturale che vuole educare le giovani generazioni a non cedere al piattuine dell'omologa /.ione alimentare che potrebbe avere ripercussioni collettive anche sulla salute, oltreché sulta gioia di vivere; c'è l'idea di salva re quei produttori da «resistenza umana» che non sono dei numeri, ma dei monumenti viventi di una storia che ha secoli di vicissitudi ni. E mentre si sta svolgendo questa straordinaria kermesse, io so che lui sta già pensando al suo centro permanente di cultura materiale a Pollenzo, un altro progetto ambizioso che vìncerà le sfide del tempo per il sol fatto che nasce da un'iniziativa privata col sussidio intelligente di un ente pubblico che, vivaddio, si è disa bituato a ragionare in termini di steccati ideologici, ed ha decisi» di investire con chi vuole rischiare in un pregetto buono. In tutti i sensi. Buon viaggio Area del gusto, buon viaggio Carlin! Paolo Massobrio

Persone citate: Carlin, Carlin Petrini, Francesco Guccini, Petrilli

Luoghi citati: Bra, Italia, Piemonte